sabato 20 aprile 2013

Atlas Tales 3 # Issue: 1985


Dopo averla rimandata all'infinito e aver avuto diverse difficoltà, eccovi finalmente l'ormai leggendaria terza sessione di Atlas Tales!
Non inizio nemmeno il discorso su come l'ho dovuta rimaneggiare per l'occasione perché meriterebbe un post apposito!
Comunque, questo è stato il battesimo del fuoco per i nostri protagonisti, un Capodanno che ricorderanno a lungo!


Andros Marina Resort, parcheggio sotterraneo.

Dalle grandi grate di ventilazione sopra di loro, la luce abbagliante della Marina illuminata a festa filtra fino a raggiungerli.
Mentre Brendan ringrazia il cubano alla guida del furgoncino GMC col logo della compagnia di catering allungandogli una banconota da cento, i tre cominciano a sollevare la pesante cassa di legno contenete il lanciarazzi.
Ogni posto macchina questa sera è al completo, un centinaio di furgoni e van dai più disparati loghi affollano il piano nell'area di scarico merci.
C'è un certo viavai, decine di lavoratori più o meno sottopagati stanno scaricando i loro carichi mentre i loro datori di lavoro sono rintanati in qualche festa aziendale sparsa per il Paese.
Brendan stringe la mano al conducente del furgoncino e se ne ritorna dai tre cugini con due ingombranti walkie-talkie grigi: "Non dovrebbe esserci interferenza, ma assicuratevi di non avvicinarvi troppo ai ripetitori vicino alla Torre B."
Kay: "Ci proveremo. Ora dobbiamo muoverci."
"Spero ci sia un ascensore... o un montacarichi..." dice Finian già spossato dal pesante carico che si debbono portare appresso.
Kenneth: "Se qualcuno fa domande, questa è la cassa con i fuochi artificiali."
Kay: "Io direi che è meglio se non ci facciamo vedere proprio..."
Finian nel mentre si guarda attorno alla ricerca degli ascensori: "Speriamo ci caschino." 
Brendan attiva il suo walkie-talkie e porge l'altro a Kenneth: "Conto su di voi. Ci vediamo in terrazza."
Kenneth prende la ricetrasmittente: "Ci vediamo dopo, cugino."
Brendan fa un cenno con la mano e si allontana in direzione della Torre C.

Atlas Tales
3 # Issue
1985

I tre O'Shean giungono all'uscita del parcheggio dove una parete e una porta a vetri separano i posti auto dal vano ascensori.
Kenneth: "Prendiamo un montacarichi che porti all'eliporto. Kay?"
Il ragazzo di San Francisco preme tutti i quadri di chiamata contemporaneamente dei cinque ascensori disponibili: "Quando arriverà lo scopriremo. Il mio piano e trovare uno di quei carrelli belli grandi, metterci sopra la cassa, far scendere un lungo panno bianco e dirigerci tranquillamente verso l'eliporto. Che ne dite?"
Finian, guardano il pesante ingombro che sono costretti a trascinarsi dietro: "Mi sembra buono. Però se ci chiedono di vedere i fuochi siamo fritti."
Il cursore luminoso sopra gli ascensori segnala la loro discesa.
Nel mentre, un fattorino dalle UPS dalla divisa marrone si avvicina al vano trasportando su di un carrello una grande cassa di legno.
Kay si avvicina al carrello: "Ehi amico!"
Il fattorino, sulla trentina e di origini chiaramente ispaniche: "Buenas noches, bisogno?"
Kenneth, in tono severo: "Sì, ci segua per firmare i documenti di consegna... perché ci ha messo tanto ad arrivare?"
Il fattorino lancia uno sguardo interrogativo a Kenneth, non capendo per quale motivo quel cameriere si sta impicciando della consegna.
Il ragazzo si gira dando uno sguardo storto a Kenneth: "Dai amico, scherziamo. Dobbiamo portare anche noi una cassa sopra. Ci daresti una mano? Tu che porti?"
L'uomo guarda Kenneth continuando ad essere perplesso: "scusa, amico?"
Finian appoggiato alla sua cassa, fa un veloce cenno a Kenneth di stordire il tipo delle spedizioni il prima possibile.
L'uomo dell'UPS comincia ad essere visibilmente scocciato: "sono impegnato ragazzi, ho da lavorare anch'io."
Kay: "Dai amico, non ci far spaccare la schiena..." il ragazzo sbuffa: "Ci possiamo mettere d'accordo."
L'uomo, spazientito, fissa il quadro degli ascensori, uno di essi sta per arrivare al piano: "Non avete, tipo, un vostro carrello?"
Kay: "Lo vedi quel tizio lì." Il ragazzo indica Kenneth: "Si chiama Dawson ed è un idiota: lo ha dimenticato di caricare nel furgone... Io comunque sono Patrick. Tu sei?"
Il fattorino, in tono secco: "Enrique. E ora lasciatemi lavorare, vi spiace?"
Finian ha capito come va a finire.
L'ascensore alla loro destra arriva e si apre senza far rumore.
Mentre l'ispanico si volta per spingere il suo carrello nell'ascensore, Kenneth  lo colpisce violentemente con il calcio della pistola alla testa facendolo cadere a peso morto sul pavimento con un tonfo secco.
Kay fulmina con lo sguardo Kenneth: "Potevamo usare le mani... Dawson."
Il newyorkese trascina il fattorino dentro l'ascensore a fatica ricambiando lo sguardo: "Non darmi mai più dell'idiota. E muovetevi!"
Finian e Kay caricano il più velocemente possibile anche lo loro cassa sul carrello e lo spingono nell'ascensore.
Poi comincia a svestirlo.
Finian preme il tasto più in alto che vede e l'ascensore richiude le porte cominciando la sua salita verso l'ultimo piano: la terrazza panoramica.
Conosciuta come "The Transatlantic Garden" per la sua forma allungata che ricorda lo scafo di una nave da crociera, è lunga più di due kilometri emmezzo e poggia sulle tre torri che fungono da pilastri per l'intera struttura.
Kenneth si toglie la casacca da cameriere del catering per indossare quella dell'UPS che sfila all'esanime fattorino. 
Kay da una veloce sbirciata al contenuto della cassa: al suo interno si trova una raffinata serie di vini siciliani provenienti dal 51° Stato.
L'ispanico comincia a riprendere conoscenza, la sua nuca sanguina per la ferita provocata.
Kenneth prontamente lo colpisce di nuovo con un calcio e digrignando i denti: "A queste cose non dovrei pensarci io! Dobbiamo liberarcene!"
Kay si porta un mano sul viso, poi indica la botola sopra le loro teste: "So che cosa fare. Finian, premi lo Stop."
Finian stoppa l'ascensore che si ferma tra il 45° e il 46° piano della torre.
Kay: "Prima di tutto servirebbe qualcosa per immobilizzarlo."
Finian si leva la cintura e lega le mani al fattorino mentre Kay si arrampica sulle casse e sporge la testa nel vuoto.
Nell'intercapedine tra gli ascensori ci sono ad ogni piano delle piattaforme metalliche abbastanza ampie da ospitare una persona.
Kenneth: "Allora? Vedi qualcosa?"
Kay, in tono soddisfatto: "Sollevate quel poveraccio."

L'ascensore è ormai prossimo alla meta: la magnifica terrazza panoramica che domina l'accesso alla North Bay.
Per arrivare fin sopra all'eliporto è necessario usare un monatacarichi per poter compiere l'ultimo pezzo di tragitto.
Con il suono d'arrivo, le porte dell'ascensore si aprono.
Kenneth: "Presto, al montacarichi...."
Finian spinge il carrello fuori.
Davanti a loro, si apre la hall della terrazza.
Il montacarichi per l'eliporto si trova oltre la reception che accoglie gli invitati.
Ancora oltre, si puà scorgere l'uscita per l'esterno e la rigogliosa vegetazione del giardino tropicale in mezzo alla terrazza.
Il receptionist non li degna nemmeno di uno sguardo ignorando come di consueto la bassa manovalanza.
Finian: "Il momento della verità. Qualcuno potrebbe distrarre il receptionist? tanto per stare sicuri, intendo..."
Kenneth: "se uno di noi consegna la cassa dei vini, gli altri possono prendere il montacarichi."
Kay fa segno a Kenneth di farsi avanti: "Sei bravo con le parole... prego."
Kenneth allora comincia a spingere il pesante carrello verso il banco della reception mentre Finian e Kay si fiondano a prenotare la discesa del montacarichi.
Finian schiaccia a vuoto il pulsante di chiamata un paio di volte prima di accorgersi che il quadro luminoso è disattivato.
Il receptionist, intento ad accogliere sei invitati dagli eleganti abiti da sera, notato l'eccessivo movimento si volta verso i due lanciandogli un'occhiataccia.
Kenneth, intravisto con la coda dell'occhio il quadro spento,  si piazza col carrello tra i due cugini ed il receptionist e si rivolge a lui sottovoce: "Mi scusi, avremmo delle casse da far pervenire su all'eliporto ma il quadro del montacarichi è disattivato."
Il receptionist, finito con gli invitati, abbandona la sua postazione e subito si dirige verso i tre a passo spedito.
Kay: (Cazzo! Guai in arrivo.)
Il receptionist, uomo sulla quarantina distinto, sussurra con una certa punta di fastidio a Kenneth: "Che diavolo state facendo?"
Kenneth, cercando di rimanere impassibile: "Il generale ha chiesto di far portare queste casse all'eliporto."
Il receptionist mette una mano sulla spalla di Kenneth: "Sgombrate queste casse prima che uno di quelli vi veda gironzolare qui vicino..."
Kenneth: "C'è un altro montacarichi che porta all'eliporto señor?"
Il receptionist: "non avete capito, levatevi di torno o..." l'uomo posa lo sguardo oltre Kenneth: "...troppo tardi."
Due gigantesche figure entrano dentro la reception e si avvicinano verso di loro.
Sono soldati dell'Esercito Haitiano, carnagione nera come la notte e facce poco amichevoli, puntano il receptionist e i tre.
Alte due metri, le due guardie del corpo del generale Avril dalla sobria divisa verde scuro portano in spalla degli AK-47.
Una di esse, con un accento bastardo che suona vagamente francese: "Che succede qui?" dice squadrando i quattro.
Il receptionist, visibilmente intimorito: "Questi fattorini, sempre a fare casini, vero?"
Il soldato: "avevo detto di mettere una transenna o qualcosa di simile qui. Circolare se non volete avere problemi."
Kay: "Abbiamo sbagliato ascensore. Stavamo per andarcene..." Il ragazzo abbassa il capo: "...scusate."
Anche Kenneth china il capo: "Ci scusi per il disturbo." e si allontana facendo un cenno con la mano agli altri.
Il soldato fa cenno al commilitone di rimane di guardia al montacarichi.
I tre cugini fanno per ritornare agli ascensori quando Kay bisbiglia agli altri: "Seguitemi" e velocemente imbocca l'uscita per l'esterno della Torre A.
Finian e Kenneth spingono il carrello dietro cercando di non rimanere indietro.

La terrazza è il grande vanto del Resort ed oggi è adornata a festa.
Tra la lunga sequenza di tavoli imbanditi a buffet si dividono le circa trecento persone presenti su di essa.
Camerieri e invitati si mischiano in una confusione festosa mentre nell'aria risuona a tutto volume una vecchia canzone di Vic Damone.
Al centro dello spazio esterno si estende il giardino tropicale mentre ai suoi lati si snoda la passeggiata interamente in legno e lunga e stretta la piscina che si avventura fino al bordo estremo della terrazza.
Si scorge invece davanti a loro, oltre il giardino, la Torre C e la sua reception dove si dovrebbe trovare in questo momento Brendan.
Kenneth si volta a fissare la sommità della Torre A dove è ubicata la piattaforma d'atterraggio: "Come facciamo a portare quella cosa la su senza farla notare?"
Kay continua a camminare dirigendosi verso il giardino e facendo solo cenno di seguirlo.
Finian:(Speriamo...)
Kay ad un certo punto si fermae poggia una mano sul carrello: "Ecco cosa faremo: quando saremo vicino alle piante, io e Finian avremo due secondi per spostare la cassa e andare infilarci nel giardino senza farci notare. Kenneth, quando noi togliamo la cassa col lanciamissili, vai subito a rifilare il carrello con i vini al primo cameriere che passa e raggiungici."
Finian: "Va bene, facciamo come vuoi tu. Non so che altro fare."
Kenneth toglie la ricetrasmittente e la passa a Keith: "Ok, si può fare. Assicuratevi di prendere la cassa giusta, sarebbe imbarazzante servire un Redeye al posto di un Rosso."
Kenneth spinge il carrello fino alla siepe di hibiscus e gli altri due sollevano la cassa imboscandosi nella vegetazione.
Kenneth si guarda intorno cercando il ppiù vicino cameriere e prosegue.
Tra la vegetazione del giardino, il walkie-talkie si mette a suonare.
Kay: "Parla."
Dalla ricetrasmittente, Brendan: "Dove cazzo state andando? Mancano venti minuti scarsi, muovetevi a..."
Kay lo interrompe: "Ci siamo quasi, fidati." e tronca la comunicazione.
Un cameriere vede arrivare Kenneth e si prepara a riceverlo.
Kenneth: "Questa cassa contiene dei prestigiosi vini da servire a mezzanotte esatta. Falli mette in un luogo temperato, per il resto se ne occuperanno i sommelier, intesi?"
Il cameriere annuisce e prende in consegna il carrello.
Kenneth si volta con disinvoltura e si mescola tra la folla.
Poco segue gli altri nel fitto del giardino.
Finian tira un sospiro di sollievo vedendo arrivare il cugino newyorkese: "Almeno ci siamo liberati dei vini. Ci siamo tutti?"
Kenneth: "Peccato, erano ottime annate... la prossima mossa?"
Kay: "aggiriamo la reception."
Il ragazzo indica la meta davanti a loro: da quella posizione si scorgono tra le palme l'altro lato della torre A e l'eliporto.
C'è uno stretto camminamento metallico tra il giardino e l'eliporto che percorre l'intero tragitto sotto il livello della terrazza.
Kay scivola nel camminamento e fa cenno agli altri di seguirlo: "Vi ricordo che ci sono delle guardie. Silenzio."

Il camminamento è umido e leggermente scivoloso, si tratta di un canale di scolo tra il giardino e la passeggiata per isolare le due zone.
I tre cugini avanzano chini trasportando la pesante cassa fino ad arrivare proprio sotto all'eliporto, dal lato opposto rispetto alla reception.
Attaccata alla Torre c'è una scaletta verticale che porta direttamente alla piattaforma.
Kay passa la trasmittente a Kenneth dopo aver abbassato il volume della suoneria: "Ora il tuo compito e fare attenzione a quella. Se perdiamo il segnale è finita."
Dopo aver dato unno sguardo in giro per accertarsi di essere in un punto riparato da occhi indiscreti, Kay apre la cassa e monta il lanciarazzi.
Finian: "Vado io allora, ragazzi?"
Kay: "Vengo anch'io, ti servirà una mano."
Kenneth, controllate le frequenze radio, ripassa la radio a Kay: "Meglio che la tenga ancora tu, dovesse Brendan comunicare qualche problema. Lassù sarete allo scoperto... come farete a sparare senza farvi vedere dagli uomini del generale?"
Kay "Ecco perché dobbiamo sparare quando partono." 
La radio si mette nuovamente a squillare.
Kay preme il bottone: "Parla."
Brendan: "Mi sono avvicinato all'obbiettivo: il gruppo degli italiani ora si trova in punta della terrazza, hanno prenotato l'angolo migliore per loro. Non ci dovrebbero essere problemi, basta sparare nel mucchio: chi becchiamo becchiamo. Un lanciarazzi non è un fucile da cecchino..."
Kay: "Tranquillo. Appena il generale si alza in volo, giusto?"
Brendan: "Esatto. Tenete la radio accesa, appena avrete lanciato il missile vi guiderò nella fuga. Dovrete essere rapidi."
Kenneth intano si raccomanda a Finian: "Quando avrete sparato lasciatelo cadere di sotto: dovrà sembrare che l'abbiano tirato giù dall'elicottero."
Finian mima un saluto militare: "ok, agli ordini."
Brendan: "mancano sette minuti, mettetevi in posizione."
Kay: "Ok. Si ragazzone lo porti tu." il ragazzo estrae la pistola e impugna il coltello sorridendogli: "Io sono la tua coperta." 
Kenneth: "Io vi aspetto qui, la su vi sarei d'intralcio."
Kay annuisce.
Mentre i due salgono la scaletta a fatica con l'ingombro del lanciarazzi, Kenneth estrae il portasigarette e se ne accende una: (questo fattorino si è preso una pausa fumo.)
Arrivati quasi in cima, Kay fa cenno a Finian di fermarsi: la posizione ideale di tiro è l'intercapedine tra la piattaforma e la torre, proprio sotto la pista d'atterraggio.
La visuale è perfetta per colpire la punta della terrazza.
Da quella posizione non si vede l'elicottero, in compenso non si è visti da nessuno.
Finian e Kay si posizionano.
La punta della terrazza si apre sotto di loro: nella parte riservata a loro riservata, gli esponenti del clan Palermo di rappresentanza ad Atlas e le loro famiglie stanno aspettando di festeggiare la mezzanotte.
Una trentina di persone in tutto.
Finian cerca di vedere meglio i loro bersagli e mormora: "Spero non ci siano bambini..."
Kay posiziona il lanciarazzi sulla spalla del cugino: "Lo spero anch'io. Ora devi solo premere il grilletto, non muoverti." il ragazzo prende la radio: "Siamo in posizione."
Il gruppo sotto di loro è eterogeneo, assieme agli esponenti del clan ci sono le loro mogli e figli.
Ma è troppo tardi per avere ripensamenti.
Tra di essi spicca ovviamente il potentissimo Don Leoluca Palermo, l'uomo di fiducia dei siciliani qui nel 50° Stato.
Ormai il tempo è prossimo allo scadere.

Kenneth si è avvicinato di nuovo al giardino e da quella posizione vede tre soldati del generale correre di fretta verso la reception.
Sembrano in allarme.
Il più velocemente possibile, Kenneth torna sotto la Torre A e sale la scalinata e va dai cugini.
Una volta raggiunti dice loro, con fiato ancora corto: "Ragazzi, ci sono problemi, gli uomini del generale sono in allarme!"
Kay si gira all'allarme del cugino: "Porca...! Sapeva di merda questa giornata."
Finian: "Cazzo! Lancio e scappiamo?"
Kay "Restate calmi." il giovane prende in mano la ricetrasmittente: "Brendan, problemi."
Brendan: "Cosa succede?!"
Kay: "Guardie in Allarme."
Brendan: "Non penso lo siano per voi: vi avrebbero scoperti prima a questo punto, dev'esserci dell'altro sotto. Vedrò di avvicinarmi per capire che succede... Non lasciate la postazione, è la nostra unica possibilità..."
Kay: "Fai quello che devi fare ma muoviti."
Kenneth agli altri due: "Voglio vedere di persona... voi fate come ha detto Brendan."
Kay si limita a fissare Kenneth ridiscendere la scaletta: (Ma quando cazzo parte questo dannato elicottero?!)

L'ora della partenza prevista è ormai passata e l'orologio al polso di Kenneth segna le undici e due minuti.
Ritornato al limitare del giardino, dalla sua posizione vede Brendan avvicinarsi alla reception della Torre A esponendosi.
Brendan cercando di non dare nell'occhio e di comportarsi con naturalezza entra nuovamente all'interno del Resort.
I minuti passano.

Dalla postazione dove sono situati Kay e Finian i due vedono gli Haitiani del generale, cinque per esattezza, fare irruzione sulla terrazza.
Da quella posizione non si riescono ad udire le parole, ma i soldati e gli italiani stanno gesticolando animatamente.
Finian: "Sempre peggio..."
Poi, tre uomini di Palermo estraggono le pistole e le puntano contro gli Haitiani.
La radio squilla.
la situazione sulla terrazza è critica.
Kay: "Parla. Vedo tutto da qui!"
Brendan: "Lì sopra che succede? Mi sono recato al piano della suite del generale è c'è un viavai di uomini qui... ho veramente un brutto, brutto presentimento... la situazione lì fuori?"
Kay: "Gli Italiani hanno gli uomini del generale che gli puntano armi addosso."
Kenneth, Kay e Finian sentono distintamente le pale dell'elicottero cominciare a girare.
Kay: "Direi che non c'è bisogno di sparare giusto?"
Finian "Direi anch'io. Si accorgerebbero che c'è un terzo giocatore!"
Brendan: "Non muovetevi, è un ordine. Sto venendo di nuovo su in terrazza. Nel frattempo, sangue freddo."
Kay: "L'elicottero parte. Hai pochi minuti!"

Le pale sono ormai in funzione e l'elicottero finalmente decolla.
Kenneth, ormai di fronte all'ingresso della reception, si ferma: finalmente riesce a scorgerlo...
Un Mil Mi-8 sovietico armato come se andasse in Afghanistan.
La sua sagoma  non si leva di quota, ma adesso staziona dritta sopra il giardino al centro della terrazza.
Brendan facendo di corsa le scale è tornato alla reception.
Kenneth sbianca: (Oh cazzo...! Il generale vuole bombardare gli Italiani!)
Dalla punta della terrazza, Kay e Finian assistono alla scena: gli Italiani aprono il fuoco sui soldati di Avril.
Kay ricontatta il cugino: "Brendan, quelli si stanno ammazzando tra di loro... Due piccioni con una fava?"
Brendan: "Al diavolo tutto, portate le palle via di lì!"

Troppo tardi.

Gli ospiti del Resort presenti sulla terrazza cominciano a dare segni di preoccupazione alla vista dell'elicottero sovietico.
I due cannoni rotanti Vulcan montati sul velivolo all'improvviso cominciano a far fuoco sulla folla festante.
Kenneth si getta disperatamente con uno scatto verso l'ingresso della reception mentre attorno a lui gli invitati cominciano a cadere a terra orribilmente smembrati dalla potenza di fuoco scatenata su di loro.
Brendan nel frattempo è tornato nuovamente al piano della terrazza e le grida di disperazione dei presenti si odono fino all'interno della Torre A dove adesso si trova.
Dalla vetrata della reception vede chiaramente Kenneth arrancare nella sua direzione mentre attorno a lui è l'Inferno.
Parte dell'alta società della capitale bahamiana si scompone in una massa informe di sangue e tessuti proprio a pochi passi da lui.
Kay e Finian corrono verso la scaletta quando la radio squilla nuovamente.
Appena Kay risponde, il giovane sente gridare con tutta la voce che ha in corpo Brendan: "Abbatelo, cazzo!!!"
Finian torna in dietro a recuperare il lanciarazzi e cerca di puntarlo verso l'elicottero, ma prima che possa sparare, Kay glielo toglie di spalla e con grande sforzo lo punta e spara: "Per i bambini, stronzo!!!"
Il missile parte con un rinculo che sbatte a terra Kay, di certo non robusto come Finian.
Il colpo oltrepassa la Torre A per andare ad impattare contro l'elicottero militare che precipita al centro della terrazza schiantandosi contro la Torre B.
Un'esplosione coinvolge l'intero complesso, facendolo tremare fino alle fondamenta.
Kay è a terra, dolorante: "Cazzo, la schiena!" 
Finian lo solleva a forza per scappare da questo incubo.
Un denso fumo nero si alza da sotto di loro.
I resti dell'elicottero sono in fiamme su quel che resta parte centrale della terrazza.
Kenneth, rannicchiato accanto all'ingresso della reception, viene raggiunto da 
da una mano familiare che lo aiuta a rialzarsi.
Il giovane uomo scorge la figura di Brendan e mormora: "Hai avuto la tua guerra... spero sia soddisfatto..."
Brendan, rimesso in piedi il cugino: "...recuperiamo gli altri due cugini e andiamocene."

Kay e Finian si muovono a fatica tra quel che resta del giardino e della terrazza fino all'ingresso di servizio della Torre A.
Qui, scorgono Kenneth e Brendan.
Kay, avvicinandosi zoppicando: "Che ne dite, sono preciso?"
Kenneth: "Prima cosa, le buone maniere... buon anno a tutti..."
Finian risponde meccanicamente: "Buon anno..."
Brendan guarda il suo orologio e si mette a ridere, una risata che suona sinistra in questa circostanza.
Attorno a loro, tentano di trascinarsi alla rampa delle scale diversi feriti dall'esplosione.
Gli Italiani stessi, scampati al massacro trovandosi dall'altro lato, si accalcano all'uscita dal momento che gli ascensori hanno smesso di funzionare.
Kenneth con voce stavolta:"Accodiamoci sulle scale..."
Il gruppetto si mischia nella folla cercando di farsi strada.
Kay Il ragazzo zoppicando lo segue.
Nel marasma, un uomo distinto, capelli neri e basette grigie, scontra Brendan.
Il suo sguardo per qualche istante si incrocia con quello dell'irlandese attraverso un paio di spessi occhiali da vista dalla montatura tartaruga.
I quattro riescono a scavalcare la folla e ad arrivare alla testa della gente in fuga.

Ma nell'androne delle scale, non è finita.
Qualche piano più in basso si odono degli spari di mitra.
Dei mafiosi accanto a loro estraggono le pistole.
La folla è impaurita, se scoppiasse il panico in questo ambiente ci sarebbero altri feriti.
Kenneth sussurra agli altri: "Aspettiamo che abbiano finito."
Finian "Basta che non salgano"
Brendan per tutta risposta estrae la sua pistola: "'fanculo." e, scavalcati gli italiani, corre giù di sotto in direzione degli spari.
"Ma no, cazzo!" Finian gli corre dietro seguito dagli altri due.
Brendan arriva al piano 45° e si piazza dietro alla porta d'accesso al corridoio da dove si sentono gli spari.
Kay estrae la sua pistola e si piazza accanto a Brendan: "Sei impazzito?!"
Kenneth non estrae la pisola e si tiene in disparte.
Brendan fa cenno di voler aprire la porta.
Kay: "Idiota...!"
Il giovane irlandese di New York apre lentamente la porta e cerca di dare un'occhiata veloce.
Richiude subito: "Non si vede nulla..."
Nel mentre i passi degli italiani armati che stanno scendendo le scale rimbombano verso di loro.
Brendan apre la porta ed entra senza esitare.
Il corridoio è deserto ormai.
A terra giacciono morte tre guardie giurate della security del Resort.
I tre cugini si affacciano a loro volta.
Finian: "Ragazzi... che casino..."
Brendan sospira profondamente: "Prenderemo l'altra rampa di scale, 'fanculo gli italiani, non voglio stare un minuto di più qui dentro."
Kenneth: "Sono d'accordo per una volta... andiamo!"
I quattro ignorando tutto e tutti cercano una via alternativa per l'esterno dell'edificio passando per le scale poste dall'altro lato della torre.
Arrivati nella monumentale hall del Resort, un padiglione sconfinato che unisce le tre torri, si confondono assieme a tutto il resto del personale e degli ospiti mentre centinaia di sirene della polizia, delle ambulanze, dei vigili del fuoco illuminano di un rosso e blu intermittente tutto.
Nella confusione generata, i quattro cugini riescono a passare inosservati fino alla recinzione esterna della Marina.
Finalmente, possono smettere di trattenere il fiato.
Finian: "E' iniziata male questa guerra. Speriamo migliori..."
Kenneth estrae il porta sigarette e ne porge una a Brendan:"Ora hai la tua guerra, cugino... quale sarà il prossimo passo?"
Kay estrae una pallottola dal caricatore della sua pistola e la lancia a Brendan: "Devi restare calmo o è quello che ti attende se ci metti tutti in pericolo. Io sono la tua garanzia di sopravvivere ma sono viziato come un coltello. Ci deve essere un buon motivo per estrarmi."
Brendan prende al volo la pallottola e si accende la sigaretta: "hai ragione, cuginetto." l'uomo rigira nel palmo il proiettile lucente: "la prossima mossa è semplice: vincere questa guerra."
Brendan sorride, perché oggi il mondo è cambiato un altro passo verso i suoi sogni.

Benvenuti nel 1985.

1 commento:

  1. Finalmente, era ora che arrivasse!
    Scusate ancora per i ritardi.
    Nota: questa sera rimaneggerò ancora un paio di cose, ma solo per pignoleria e basta, la versione è quella definitiva.
    Volevo postarla prima di uscire, che già mi ha preso MOOOLTO più tempo del previsto.
    In compenso, le altre due sessioni saranno più semplici da correggere essendo incentrate sui dialoghi.

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