venerdì 8 agosto 2014

HIDDEN CREEK LOG #18: HIDDEN CREEK (I)


HIDDEN CREEK LOG #18: HIDDEN CREEK (I)


Il sole ormai sta calando su Hidden Creek ed è giunto il momento di procedere.
A casa Kincaid i preparativi in vista della serata sono quasi finiti. In  una delle rare eccezioni, Clarke non indossa la sua divisa ma un normale completo. Per l'occasione, visto che è rechiesta una certa eleganza per recarsi a villa Løvenskiold, Henry ha tirato fuori lo smoking indossato al ballo di fine liceo. Quella volta strafece, visto come si presentarono alcuni dei suoi compagni, ma questa volta l'abito sembra più che appropriato per l'occasione. Sua madre, per una volta senza quei grigi vestiti che indossa normalmente al museo, è agghindata quasi come per andare ad un matrimonio. La voce autoritaria del Capo Kincaid richiama il figlio per scendere al piano terra: è ora.
Henry scende al piano terra e dice: "Speriamo di fare una buona impressione."
Clarke lo guarda con un'aria meno severa del solito: "Henry, stai... bene. Non c'è nulla da temere, il signor Lazard vi conosce da una vita. Anche se non ve lo ricordate." poi, tagliando corto, dice alla moglie: "Aspettatemi sul vialetto, prendo la macchina."
Henry per sicurezza, approfittando dell'assenza del padre, cerca nella tasca interna della giacca la vecchia foto e la chiave, i suoi eventuali assi nella manica. Sentendo gli oggetti, in qualche modo si sente leggermente rassicurato.

Appena fuori da casa, una sobria ma elegante villetta a due passi dalla centrale di polizia, li aspetta Clarke già in macchina, che per un'ironia involontaria è lo stesso modello delle volanti in uso a Hidden Creek. Sua madre Juliet si accomoda davanti lasciando i sedili posteriori a Henry. La macchina subito dopo riparte per percorrere il breve tratto, sulla strada che conduce fino alla riserva, che separa la vecchia villa che appartenne alla famiglia Løvenskiold dal resto della cittadina. Il cancello della villa si spalanca in automatico al passaggio della macchina mentre il custode Walter Burke, l'unica persona di colore a risiedere stabilimente a Hidden Creek, li osserva dal gabbiotto a fianco. Già diverse macchine sono posteggiate nello spiazzo davanti all'edificio, dove due gigantesche bandiere americane pendono sulla facciata. D'Inverno è possibile visitare la villa su appuntamento, essendo un luogo di interesse storico.
Parcheggiato, Clarke fa scendere la sua famiglia e si avvia con lei all'ingresso. Ad accoglierli, il sindaco Isaia Myhers in persona: "Clarke, Juliet. C'è Anche Henry vedo, bene, bene." dice l'uomo col suo solito fare accomodante. Kincaid saluta cortesemente il sindaco, poi si rivolge al figlio: "Henry, seguimi, non voglio perdere troppo tempo con i convenevoli, lasciamo che se ne occupi tua madre di queste cose."
Henry si limita solo ad un cenno di assenso con la testa e segue silenziosamente il padre.
Il Capo Kincaid conduce Henry attraverso i lussuosi saloni dove l'ottimo gusto di Lazard, uomo sempre attento ad ogni dettaglio, ha riempito la villa, dopo il restauro di diassette anni fa, di innumerevoli pezzi di un certo pregio, nonostante non viva a Hidden Creek e vi si rechi solo sporadicamente per il Club.

Dopo questo tour involontario, i due Kincaid si ritrovano nel giardino posteriore dove una grossa piscina riflette la rossastra luce del sole, ormai al tramonto. In questo giardino sono stati sistemati diversi tavoli imbanditi con un rinfresco per gli ospiti che presto arriveranno. Dall'interno della piscina, Hollie saluta con una mano Henry. Ad accogliere I due, Lazard, questa volta vestito in maniera più sportiva ma non meno elegante. L'uomo è assieme al padre della giovane, l'architetto Dewey.
Lazard: "Henry, mi fa piacere vedere che ti sei presentato."
Henry: "Gli avevo promesso che sarei venuto a vedere."
Lazard: "Non posso dire lo stesso dei tuoi amici. Per me è un vero dispiacere, credimi."
Henry: "Ogniuno è artefice delle sue scelte, discutibili che siano. Forse non erano semplicemente pronti per qualcosa più grande, che sfugge alla nostra comprensione."
Lazard: "E tu, Henry, lo sei? Sei pronto?" l'uomo sospira: "Eravamo arrivati così lontano, quattro anni fa. E per l'errore di uno hanno dovuto pagare tutti. Non voglio che si ripeta, per questo te lo chiedo."
Kincaid senior si limita a fissare il figlio.
Interviene il padre di Hollie: "Henry, fa piacere vederti nuovamente dei nostri..." poi fa un cenno alla figlia di uscire dalla piscina.
Henry ricambia il saluto del padre di Hollie e poi risponde alla domanda di Lazard: "Devo essere pronto. Il Club è responsabilità degli abitanti di questa città. Abbandonare questa tradizione getterebbe la nostra comunità nel caos. È arrivato il momento di lasciarsi l'infanzia alle spalle e diventare adulti."
Lazard non nasconde un sorriso alle parole del giovane: "Splendido, spendido! Questa sera festeggeremo, ma adesso, voglio portarti con me, devi vedere con i tuoi occhi da che cosa stiamo proteggendo la nostra comunità e non solo."
Hollie, uscita dalla piscina, indossa velocemente un accappatoio viola sopra il suo bikini color arcobaleno e si avvicina festosamente a Henry prendendolo per un braccio: "come siamo eleganti stasera!"
Lazard: "vieni anche tu, Hollie, già che ci siamo."
Henry da una rapida squadrata dalla testa ai piedi di Hollie e risponde: "Anche tu sei splendida."
Hollie con una mano porta indietro i suoi lunghi capelli castano rossicci sorridendo civettuola alle parole del ragazzo: "Uh, non esageri signor Kincaid!"
Lazard conduce i due all'interno mentre i padri dei due giovani socializzano accanto al tavolo del rinfresco.

Rientrati all'interno, Henry fa solo a tempo a scorgere con la coda degli occhi i coniugi VanDreel e Turner, dagli sguardi spenti,parlare tra di loro. A far coraggio ci pensa come sempre il vecchio Mihyers mentre di Dick neppure l'ombra, forse non è neppure membro del Club.
Lazard conduce i due giovani fino ad una scalinata che scende ripida sottoterra: "ora si scende..." dice in maniera molto teatrale facendo strada.
"Un po' me l'aspettavo, è un classico." risponde Henry in tono scherzoso.
Arrivati in fondo alla rampa di scale, un portone metallico, pesantemente blindato, si apre lentamente in maniera automatica. Ad aspettarli dall'altra parte, l'agente dell'FBI Royal Alston assieme ad altri due uomini che indossano un completo simile al suo e, sopra di questo, un camice da laboratorio. Alston, dopo aver fatto un cenno di saluto a Lazard, si rivolge a Henry: "Ah, Kincaid, non mi sarei aspettato nessun altro in effetti."
Henry: "Agente, anche lei qui dunque. I legami tra il Club e l'FBI devo essere molto stretti quindi."
La porta blindata si richiude mentre Alston fa strada aprendo aprire una seconda porta interna color arancione. Il gruppetto segue l'agente fuori dall'anticamera per ritrovarsi in cima ad una grande pedana metallica che si affaccia come una terrazza su di un grande ambiente sotterraneo senza finestre e dalla forte illuminazione quasi azzurrognola. Della dimensione di un campo da calcio, il laboratorio sotto di loro è un unico spazio aperto dove decine di persone, anch'esse con camici bianchi, lavorano su diverse apparecchiature mentre diverse casse sono accumulate ovunque. L'ambiente è ricolmo di strumenti che sembrano usciti da un laboratorio di chimica. Lazard  con un braccio indica la visione sotto di loro e, soccombendo nuovamente alla sua teatralità esclama: "Mi ripresento: mi chiamo Warren Lazard e sono il direttore responsabile di Hidden Creek!"
Henry: "Quindi il club stesso è una filiale governativa volta alla gestione di questo posto... È comprensibile vista la particolarità della zona."
"Esatto." Lazard fa cenno ad Alston di far schiacciare un pulsante. La pedana, rivelatasi un montacarichi, scende lentamente verso il laboratorio: "Tutto è nato sulle ceneri di quello che veniva chiamato "Club dei Vecchi Gentiluomini", una piccola associazione di abitanti qui a Hidden Creek nata nella seconda metà dell'Ottocento. Un Club dedito all'occultismo, per essere precisi. La storia va ancora più indietro, ma non ci interessa adesso."
Alston si intromette nel discorso: "Vedete, gli Objiwe di Skyeye Lake fecero alleanza con i primi abitanti di Hidden Creek e concessero loro la conoscenza degli Spiriti affinché non andasse persa. A quel tempo le antiche pratiche erano divenuto poco più che leggende, ma il Club le fece rinascere..."
Lazard alza le spalle: "Quello che importa a noi è il presente, ciò che facciamo qui."
Alston sembra deluso dal poco interesse di Lazard nell'argomento e non aggiunge altro.
Hollie: "Te lo avevo detto, Henry, qui sotto c'è un bunker!"
Henry: "Più, che un bunker, una fabbrica. E immagino che il prodotto siano quei dischetti. Ma esattamente qual'è la loro funzione?"
Lazard viene assalito dall'anima dell'industriale che c'è in lui: "Felice che tu me lo abbia chiesto, Henry. Produciamo direttamente per il Governo americano un rapido accesso alla realtà spirituale in giro per la nostra nazione e il mondo. Hidden Creek è l'ultima sorgente spirituale rimasta attiva nel Nordamerica ed una delle poche sull'intero pianeta." l'uomo fa cenno di proseguire nella spiegazione.
Alston, soddisfatto: "Dovete sapere che un tempo l'intero pianeta era una Porta, ma col passare dei millenni l'uomo ha perso la capacità di una connessione profonda con ciò che si cela appena sotto il velo della realtà che comunemente percepiamo. Le fonti spirituali si sono via via spente e con esse una parte della nostra natura."
Lazard: "In pratica, questi dischetti servono a ricreare quel legame, sebbene temporaneamente."
Henry: "Una spiritualità usa e getta, eh? Un'altra domanda: usando una radiolina ho notato che spesso vi sono delle interferenze molto forti che di solito rilasciano messaggi. Quelle esattamente cosa sono?"
Lazard smette di essere entusiasta e torna serio: "interferenze... uhm. Purtroppo so a cosa ti riferisci: le stiamo captando anche noi da quattro anni a questa parte."
Il montacarichi arriva a livello del laboratorio.
"Credo..." l'elegante milionario guarda Alston e continua: "Credo che sia il momento di fargli conoscere il "Fiume Nascosto"."
Hollie osserva Lazard con aria interrogativa.
Henry: Quelle parole così teatrali inquietano Henry che, nonostante tutto, sceglie di proseguire: "È la sorgente del potere di questo luogo?"
Lazard: "Sì. Ed è anche da dove attingiamo la materia prima per il Wooden Nickel."
Alston, preoccupato: "Con tutto il rispetto, direttore Lazard, non crede sia avventato? Dopo quel che accadde..."
Lazard lo interrompe: "No, è il momento giusto. Henry, ti condurrò alla serratura più importante di Hidden Creek."
Henry non sa esattamente cosa dire, quindi si limita a rispondere: "Allora procediamo."
Lazard prosegue al centro del grande laboratorio.
I vari tecnici presenti si fermano per osservare il loro direttore e Alston fa cenno a Hollie di rimanere ad una certa distanza. Lazard estrae, da una specie di fondina che porta alla cintura, una chiave interamente d'oro e tende la mano libera verso Henry: "afferra la mia mano."
Con presa certa e confidente, l'uomo stringe la mano di Henry e proclama: "Chiave, mostraci L'Abisso."
Come se il tempo si fosse congelato per tutti tranne che per loro, ogni cosa è immobile. Subito dopo, il pavimento dove poggiano i piedi comincia a diventare liquido e, come se fosse divenuto delle sabbie mobili, li assorbe facendoli sprofondare. 
Lazard non molla la mano: "Non opporre resistenza."
Henry: "È straordinario!"
I due vengono completamente assorbiti ritrovandosi nel buio più assoluto. Le luci azzurrognole posizionate sul il soffitto del laboratorio, che si vede attraverso la superficie del il pavimento divenuta trasparente, si fanno sempre più lontane. La chiave d'oro brilla nell'oscurità come una fiaccola.
Lazard e Kincaid continuano a discendere nell'oscurità, ormai senza peso.

Finalmente, si scorge qualcosa.
Alla luce intensa della chiave, prende forma una sagoma colossale, qualcosa di assolutamente terrificante. Un teschio titanico, la cui dimensione reale, non avendo punti di riferimento, non è quantificabile, continua a divenire sempre più grande man mano che la loro discesa prosegue. Questo cranio, dalla forma tipica di un rettile, probabilmente un serpente, è munito di altrettanto mastodontiche corna, simili a quelle di un cervo. Il resto del corpo si perde oltre alle capacità della luce emanata. Il teschio è ora a pochi metri dai loro piedi, sul suo enorme capo d'osso è stato allestito un intero cantiere, delimitato da migliaia di piccole luci di un rosso intenso, dove si scorgono in mezzo a container e impalcature diversi macchinari da trivellazione.
Henry: "È quella la nostra meta?"
Lazard: "Sì. Volevi conoscere la verità, vero? Questa è la verità, è proprio sotto di te. Questo è il Fiume Segreto. Questa è la fonte di tutta l'energia spirituale che impregna Hidden Creek e oltre. Non sappiamo cosa sia, ma è ormai un fossile. È qui da sempre e fu venerato come un Grande Spirito. Forse è un dio, uno dei tanti almeno."
Henry: "Un esempio l'ho potuto vedere dal vivo nel Giardino, ma questo sembra differente... che l'altro fosse un dio minore? Perché lo state trivellando?"
Lazard si compiace della perspicacia del giovane: "Ancora esatto. E questo è solo il suo resto materiale, la sua forma fisica. La sua anima si trova in fondo a questo Abisso, oltre l'Ultima Porta, la porta che non deve essere aperta per alcun motivo." l'uomo osserva le apparecchiature di trivellazione: "Qui estraiamo il materiale per creare il Wooden Nickel: dal suo cranio, il suo corpo materiale. Lo sbricioliamo e lo lavoriamo nei nostri laboratori. Abbiamo al momento tre laboratori-magazzini attivi in città: uno qui in villa, uno sotto la vecchia Chiesa abbandonata e uno sotto il Pinewood Sawmill Museum. Ne avevamo un quarto nel quartiere in cui vivete, ma lo abbiamo abbandonato dopo il Blackout. Le risorse a nostra disposizione non sono un problema. I problemi sono altri, e li hai sperimentati di prima mano."
Henry: "Ovvero i possibili tradimenti."
Lazard si fa cupo: "Il Blackout... Nessuno sa cosa accadde esattamente, perché eravate solo voi quattro, ma credo che Casey Turner abbia tentato di aprire l'Ultima Porta e di liberare l'energia spirituale del Fiume Segreto sulla Terra."
Henry: "Se un evento simile dovesse ripetersi sarebbe la fine della città."
Lazard: "Solo ad essere irrimediabilmente ottimisti. Un'energia simile porterebbe uno squilibrio tale da creare il caos in tutto il Nordamerica. Se quelle creature che stanno tentando di uscire dai loro mondi sono il risultato di un mero tentativo di aprire la porta, una minuscola frattura nel suo sigillo, pensa cosa potrebbe uscire dai mondi degli spiriti con la porta spalancata... L'anima del Fiume Segreto farebbe da ponte per tutto ciò che risiede nei tanti mondi di quegli esseri, sarebbe la fine per milioni di persone."
Henry: "Sarebbe il caso di pensare a misure di sicurezza nel caso un evento del genere si ripetesse."
Lazard: "dopo il Blackout ci stiamo pensando. È un problema internazionale e stiamo cooperando con il Canada e le altre nazioni dove i nativi hanno vissuto fin dai tempi della loro migrazione per trovare una soluzione. Il nostro obbiettivo e di studiare e comprendere queste realtà... Ecco perché esiste il Club. E non siamo gli unici, in tutta America e nel resto del mondo esistono simili organizzazioni dedicate allo studio della dimensione spirituale. Non siamo soli, Henry, e anche il Governo è dalla nostra parte."
Henry: "Quindi lo scopo finale del club è quello di proteggere il mondo da quello che si trova dalle altre parti?"
Lazard: "Questo era il compito degli sciamani fin dalla grande migrazione in America degli antichi popoli. Noi abbiamo solo ereditato questo dovere, un dovere come nazione e come esseri umani. Un tempo questi spiriti convivevano con gli uomini, erano reali per loro come per noi lo sono i fenomeni meteorologico. Essendosi le fonti prosciugate, questa convivenza si è bruscamente interrotta Adesso solo le creature spirituali ostili tentano di passare al nostro mondo. Per cacciarci, nutrirsi. Noi non possiamo permetterglielo."
Henry: "E qui entriamo in campo noi della passata generazione. Qual'è il compito che ci spetta in tutto questo?"
Lazard: "Essere sciamani. Vuol dire poter interagire con queste creature a livello spirituale, non essere prede ma cacciatori."
Henry: "Quindi noi dovremmo diventare cacciatori e invadere i loro mondi al fine di proteggere noi stessi?"
Lazard: "No, ma essere in grado di mantenere l'equilibrio tra il nostro mondo e i loro. A noi importa che questi spiriti imparino nuovamente a coesistere con gli esseri umani, non ad attaccarli. Ma per fare questo bisogna essere pronti a combattere se necessario. Tutte le culture del mondo hanno questo equivalente, siano esorcisti cattolici o santoni indiani poco importa. E Hidden Creek è rinata per essere la torre di guardia su questo Abisso, questa fonte di energia spirituale. Per questo deve prosperare."
Henry: "E cosa bisogna fare affinché la prosperità continui?"
Lazard: "Compiere delle decisioni difficili. Anche l'abbandono di Hidden Creek negli anni '30 fu una scelta preparata a tavolino. Dovevamo lasciare spazio alla creazione di strutture idonee sul territorio, scegliere anticipatamente i nuovi abitanti della città, creare una copertura per la produzione del Wooden Nickel... Prepararci per il futuro. Tutto questo ha richiesto sacrifici, Henry, ma alla fine gli sforzi hanno premiato. C'è chi pianificava la Bomba, e c'è chi pianificava Hidden Creek... è così che va il mondo: bisogna sempre essere un passo avanti."
Henry: "Dunque tutto questo richiede sacrifici per essere mantenuto, è questo che sta cercando di dirmi?"
Lazard: "E che cosa non richiede dei sacrifici, Henry? Pensa a quanti sacrifici deve fare una nazione per poter funzionare ad esempio. Chi vuole aver la vita facile non fa sacrifici, anzi, non fa proprio nulla. Essere adulti vuol dire anche questo. Non hai detto di voler essere finalmente una persona matura?"
Henry: "L'ho detto, ed è per questo che sono qui. Ho visto con i miei occhi, come le avevo promesso, e sono giunto alla conclusione che ciò che viene fatto qui, nonostante le conseguenze che comporta, è un sacrificio necessario per la nostra comunità e il nostro paese."
Lazard: "E io ti ho mostrato tutto, come promesso. Voglio rispondere al tuo quesito di prima: le interferenze radio provengono da oltre l'Ultima Porta. Crediamo che stia cercando di farsi aprire ad ogni costo. Per questo, come mi ha raccontato anche Diane, ha cercato di convocarvi. Ma è solo uno stratagemma, un canto delle sirene. Forse però su qualcuno di voi ha avuto effetto..."
Henry: "Casey....Sta cercando di dirmi che deve essere fermato?"
Lazard: "Sto cercando di dirti che potrebbe tentare di aprire la porta, nuovamente. Ho parlato con i suoi genitori, come hai visto: crediamo che sia meglio che per il suo stesso bene venga giudicato da un tribunale per quanto lui stesso ha commesso. Quei quattro omicidi sono veri, Henry, ha ucciso quattro miei collaboratori, agenti sotto copertura dell'FBI, nella speranza di uccidere anche me."
Henry risponde con rassegnazione: "Come ho detto a John, non è la stessa persona che conoscevamo. Se è quello il suo intento va fermato quanto prima."
Lazard: "Resteremo in allerta, nel frattempo voglio che tu ritorni ad essere un membro del Club, ufficialmente. Quando sarai pronto cercheremo nuovamente Casey. A fare la guardia a questo posto c'è Alston, che come avrai capito è uno sciamano addestrato per operare in questi mondi, e gli uomini della sua unità. Questa mattina sono arrivati dalla East Coast altre due unità e una di supporto dal Canada a protezione dell'Ultima Porta come rinforzi. Lo spazio di tempo utile per aprire la porta è breve: sono i primi tre giorni della Festa D'Estate e due di questi sono già terminati: rimane questa notte in pratica. Se Casey Turner tenterà di riaprire l'Ultima Porta, saremo qui a fermarlo."
Henry: "Quindi in questa notte si decide il futuro della città, almeno per quest'anno."
Lazard indica la sua chiave d'oro: "Torniamo al nostro mondo, Henry. Siamo restati anche fin troppo qui." l'uomo sorride complice al giovane: "Non vorrai fare aspettare la tua amica, giusto?"
"Mi faccia da guida..." Henry porge la mano a Lazard.

Così come erano entrati, a ritroso tornano alla realtà. Il tempo percepito ricomincia a scorrere alla normale velocità mentre il pavimento sotto di loro torna ad essere solido. Uscito dal profondo dei regni spirituali, Henry si ritrova nel laboratorio, al punto di partenza. Lazard rinfodera la chiave d'oro e si rivolge ad Alston: "Qui abbiamo finito, torniamo su in villa, Roy."
Alston annuisce.
Hollie, asi rivolge ad Henry col suo solito tono di voce festoso: "Oh! Sei tornato! Il signor Lazard ti ha schiarito le idee?"
Henry sorride alla ragazza: "Sospettavo che tu in qualche modo fossi d'accordo con lui fin dal principio... Ho fatto bene a seguirti."
Hollie contraccambia il sorriso: "Se fossi veramente così stupida, non mi avrebbero proposto di entrare nel Club, no? Guarda  per esempio Dick!"

Tornato in superficie, Henry viene festosamente accolto da tutti i membri del Club presenti che nel frattempo si sono radunati in giardino. E quanti volti noti: Oltre ai suoi genitori sono spuntati Don Bowman vicino al vecchio Myhers, quei due impiegati che gestiscono il piccolo ufficio della posta, la giovane maestra della scuola elementare, il signor Collins, pianista in pensione, poi ci sono i tre figli dei Miller, poco più che ragazzini, addirittura il bigliettaio della visita in miniera... ed ancora tanti altri membri della comunità, persone all'apparenza normali, gente semplice di provincia. Tutti attendono che il loro leader li aggiorni, li rassicuri. Warren Lazard li raggiunge, pronto ad esercitare il ruolo che gli è stato affidato molto tempo prima, quando ancora la nuova Hidden Creek era poco più di un progetto su carta. Verrà tempo di festeggiare quando il pericolo sarà passato, ma per adesso l'importante è annunciare la buona notizia in mezzo a tante preoccupazioni: il Club ha ufficialmente un nuovo membro. Subito, viene allestita una versione veloce del rituale e Lazard, fatto chinare Henry, posa sul suo capo un poco di polvere, proveniente dal Fiume Segreto in segno di legame con in mondo spirituale, e di cenere di legno di pino, a simboleggiare il legame con il mondo degli umani e la loro comunità. Lazard sussurra al giovane: "La cerimonia sarebbe più lunga, ma hai visto più cose tu della maggioranza delle persone qui presenti. Nessuno si offenderà se saltiamo qualche passaggio..."
Henry, anche se chinato, intravede chiaramente per qualche frazione la commozione sul volto di suo padre Clarke.
Che questo sia veramente l'inizio di una nuova vita?


FINE DELLA SESSIONE

1 commento:

  1. Ho risistemato la prima sessione singola. In questo Log partecipiamo al momento di gloria di Henry Kincaid prima che il ghiaccio e le tenebre calino su Hidden Creek. Che dire? Henry era ad un soffio dall'Happy Ending ma, come abbiamo imparato, a Hidden Creek le questioni irrisolte tornano sempre a perseguitare i nostri protagonisti.

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