domenica 23 novembre 2014

ATMOSPHAERA Capitolo I: Il Giudizio di Eixo.


Dove molte avventure finiscono, la nostra comincia.

Il vento sibila tra le antiche e spesse mura dell'alcázar trasformato in prigione intonando l'ossessiva melodia.
Un tempo fiero bastione eretto contro chi avesse avuto la folle idea di violare i cieli di Mayra, la sacra capitale di Hesperia, oggi, in tempo di pace, è ombrosa dimora per coloro che hanno rifiutato il Sigillo delle Quattro Direttive e la Legge che vige sotto di esso: criminali, certo, e della peggior specie. Il caldo sole della sesta ora, annunciata dalle campane della cappella principale, brilla a picco dalle aperture che pietosamente lasciano filtrare l'avvolgente luce squarciando come lance la penombra umida delle strette celle di Tariq, l'isola-carcere in continuo sovraffollamento di coloro che debbono diventare un severo monito per i criminali rendendo i cieli sicuri per gli onesti sudditi di tutto l'Impero. In questo luogo, dove la consolazione di Eixo arriva di rado, i lunghi e stretti corridoi scavati nella pietra vengono costantemente abbracciati da sbarre metalliche che formano gabbie e grate ovunque, accentuando la stretta opprimente della Giustizia. 
Un bianco aeroscafo dell'Aeronautica Imperiale proveniente dalla capitale, i cui sigilli neri spiccano sulle candide vele, si appresta ad attraccare allo scalo della prigione: una visita inattesa di un certo livello in un giorno qualsiasi all'inizio del terzo mese, quarantasettesimo anno del Calendario Mayrano. 
Il vento continua a soffiare.

Terminato il pranzo, è l'ora d'aria per i detenuti che, scortati dalle guardie carcerarie, sfilano con i loro piumaggi deperiti e scoloriti all'interno del cortile principale della fortezza dove, tramite le piante selvatiche che si infiltrano tra le antiche pietre nere, è possibile scorgere un poco di Natura. A non tutti i detenuti sono riservati gli stessi trattamenti e attenzioni: per la feccia macchiatasi dei reati più brutali i loro carcerieri mostrano ben poca pietà al confronto di chi, per censo o per raccomandazione, ha avuto una cella singola per alleviare la permanenza a Tariq. Quattro detenuti, non fanno ritorno alle proprie celle: due di essi sono ospiti speciali a causa dei loro crimini, due ordinaria feccia, pirati provenienti dalla libertà dei cieli del Sud. Mentre il cortile si svuota, sorvegliati da sei carcerieri ben armati, i quattro detenuti si osservano per qualche istante, muti, quando infine cala il silenzio in quell'angolo di prigione. A rompere il silenzio ci pensa un Aviz dal piumaggio biancastro, che tradisce la sua origine del Nord, non appena nota che uno degli altri detenuti altri non è che Marlin Northeburg, un Aviz che chiamano "Santo". Il criminale, dallo sguardo accigliato, per quanto traspare dal suo unico occhio rimastogli, di un giallo intenso, sussurra al compagno, un giovane dal piumaggio sgargiante: "Why, vedi anche tu quel vecchio chierico? Quello è il Santo." L'Aviz poi allunga la mano lunga e secca in segno di saluto: "Mi chiamo Agis Cárdenas, “capitano” per l'esattezza, è un onore unico poterla incontrare, sebbene in queste condizioni..."
Whydah Gally: "Santo, eh. Piacere. Io sono Whydah." Il pirata lo guarda un po' incuriosito dal soprannome.
Seamus Bran, un detenuto dall'apparenza fin troppo ordinaria, fissa "il santo" chiedendosi chi sia. Poi sorride agli altri: "Beh, già che ci siamo io sono Seamus, piacere."
Quello che un tempo era un sacerdote Eixo squadra rapidamente i suoi compagni di disavventure che, al contrario di lui, indossano gli stracci regolari dei detenuti di Tariq. Con severità risponde: "E qui cosa abbiamo... Feccia pirata e un peccatore arricchitosi con usura e imbrogli."
Agis, divertito dalle parole di Marlin ritrae la nera mano: "Allora le storie sono vere, eh? I Principi di Northe l'hanno tradita a quanto pare."
Seamus fa spallucce alle parole di Northeburg: "Ah, allora tu mi conosci, "Santo". Io invece non so bene chi tu sia, sei un sacerdote? Sono piuttosto ignorante in fatto di religione..."
Marlin Northeburg: "Per la mia sicurezza, e per una tranquilla disquisizione sui temi che ho portato, i potentati hanno deciso che era meglio che restassi per un po' defilato, sotto la tutela dell'imperatore."
Rivolgendosi a Seamus: "I peccati commessi ti precedono: non c'è luogo dell'Impero dove i tuoi misfatti non siano stati uditi. La permanenza a Tariq non è che il giusto castigo di chi indugia e si fa avvelenare la mente dal vile denaro."
Seamus: "A quanto pare, condividiamo lo stesso castigo... L'unica differenza sta nel fatto che a Sevir i tuoi misfatti non siano arrivati, quindi presumo che sicuramente non hanno a che fare col denaro..."
Agis: "Santo, il denaro è il sangue dell'Impero, non lo sa? E io e il mio ragazzo qui..." dice dando una pacca sulla spalla di Why: "...Siamo le zanzare. E a quanto sembra anche la cornacchia accanto a lei è del mio stesso parere."
Why fa l'occhiolino al Santo.
Marlin scuote la testa: "Sarebbe più corretto dire che è lo sterco dell'Impero Hesperide: così rendiamo anche più calzante il vostro paragone con gli insetti che vi ronzano intorno."
Seamus sospira: "Sapesse quanto è indebitata, la sua Chiesa... la salvezza eterna non è poi così gratis come si potrebbe pensare."
"Ah! sempre con la risposta pronta, Santo, mi piace." se la sghignazza Agis prima che una delle guardie carcerarie batta il lungo manganello di legno contro la pavimentazione: "Piantatela di fare casino voi altri."

Dall'alto del faro che si staglia oltre l'alto muraglione del cortile interno, una delle guardie sventola rapidamente una bandiera segnaletica per annunciare che l'attracco è stato ultimato. Lo stesso carceriere che ha ripreso Agis con voce secca e decisa ordina ai quattro detenuti di scattare in piedi e di seguirlo mentre i suoi commilitoni a maganelli spiegati fanno cenno di muoversi.
Il pirata di origine Northe scatta in piedi di controvoglia sussurrando: "sarebbe gentile sapere che vogliono oggi questi. Non che importi più di tanto, non manca poi molto alla nostra esecuzione."
"Bella domanda, capitano. E voi" rivolto agli altri: "Avete qualche idea?" Il giovane pirata fa lo spavaldo ma un po' teme per il suo destino.
Seamus fa spallucce: "Davvero non ne ho idea. Tra l'altro non sembra che abbiamo nemmeno molto in comune quindi non riesco a immaginare che possano volere da noi. A meno che non ci vogliano giustiziare in anticipo, magari hanno bisogno di posti letto. Potrebbe anche darsi che qualcuno dei nostri nemici abbia pagato per giustiziarci personalmente, sono cose che succedono in queste prigioni. Mi chiedo quanto costi..."
Marlin Northeburg: "Non ci giustizieranno, almeno nel mio caso. Se avessero voluto farlo, non ci sarebbero tutte queste cerimonie."
Agis, in tono sarcastico: "Incoraggiante, Santo."

Le guardie dell'imponente Tariq  conducono i quattro nei meandri degli stretti corridoi della fortezza, concedendo loro il privilegio di non essere incatenati come bachi da seta al pascolo, mentre il secondo blocco di detenzione è pronto per la sua ora d'aria e sfila verso il cortile. Salendo via via le ripide scalinate e passaggi secondari che, tramite numerose e spesse grate, offrono scorci della vita quotidiana della struttura che incarcera quasi duemila anime, finalmente la gita non prevista nelle profondità dell'isola-prigione si conclude all'interno di una grande sala: in origine forse l'alloggio del comandante del reggimento dell'alcázar, ora è stata riadattata a sala di ricevimento per visitatori importanti, risparmiando loro la miseria delle celle comuni: ancora adesso le intricate decorazioni sul soffitto tradiscono l'origine nobile del luogo. Solo un lungo tavolo spoglio al centro della stanza dove diverse panche sono allineate mentre ad attenderli una figura con indosso il tradizionale abito nero del clero di Eixo, lo stesso abito, seppure logoro, indossato dal Santo, arricchito con un semplice paramento da viaggio di colore rosso cremisi, non per questo meno elegante e raffinato. L'Aviz così vestito, dal portamento regale e composto, sfoggia un piumaggio nero dove a contrasto diverse sfumature bianche creano un aspetto modesto ma severo. Così egli si rivolge ai suoi ospiti, togliendosi il cappuccio dal capo e facendo loro segno di accomodarsi: "Siate miei ospiti, prego." La sua voce è calma, rilassata.
Why guarda prima l'Aviz di Chiesa e poi il Santo appurando quanta diversità vi sia tra essi.
Seamus sorride all'elegante chierico e si accomoda: “Grazie.”
Agis senza pensarci due volte si siede immediatamente facendo un segno col capo.
Why segue il capitano, non riuscendo a togliere gli occhi di dosso dal misterioso visitatore.
Marlin Northeburg incrocia le mani a X in segno di reverenza, chinando leggermente il capo, e poi prende posto sulla panca.
Il chierico si presenta senza indugio: "Il mio nome è Don Alivan Velazquez da Freil, e sono... un confidente di Sua Maestà Imperiale. In effetti, sono il nuovo Inquisitore del Vicariato di Hesperia." rivela con sincera modestia, almeno apparente. I suoi occhi di un rosso scuro scrutano i quattro detenuti: "Il caso ha voluto che avessi a disposizione tutti e quattro lor signori sotto lo stesso cielo, così ho pensato di venire di persona a fare la vostra conoscenza."
"Perchè?" chiede diretto Why.
Marlin Northeburg: "E cosa vuole un inquisitore da un "eretico" e da una marmaglia di lestofanti?"
L'Inquisitore batte velocemente gli artigli neri della mano destra sul tavolo di legno: "Mi interessate, tutti voi: ognuno ha qualcosa in comune con gli altri, sebbene a prima vista sembriate così differenti; avete una certa "dote" nel creare disordine nell'Ordine dell'Impero, chi in modi più diretti, chi in modi più subdoli, chi... in modi "spirituali". Non nego di provare un certo disgusto nelle vostre azioni, ma non condanno il peccatore, solo il peccato: così ho imparato sul campo, si può dire. Ma non sono qui per farvi la predica del Giorno Sacro, sono qui perché penso che la vostra energia distruttiva possa essere incanalata in qualcosa di costruttivo."
Why guarda il capitano Agis, il quale alza le spalle: "Cosa intende con "costruttivo"?"
L'inquisitore squadra con cura il pirata guercio: "Ah, señor Cárdenas, fa bene a chiederlo. Vede, ho ereditato un compito difficile dal mio predecessore, la terra nera di Eixo possa accoglierlo in gloria: purtroppo viviamo in tempi difficili, proprio a causa vostra e di persone come voi. Amo pensare che ci sia sempre una strada differente che porti alla risposta di un quesito all'apparenza insolubile. Se Aviz come voi hanno creato così tanti tumulti, sono sicuro che siano in grado di usare le loro qualità, siano esse pratiche o spirituali per poter raddrizzare la nostra Civiltà. Vedetelo come la giusta espiazione per quanto dolore avete causato." L'Inquisitore sospira: "...E così ci ritroviamo qui. Io ho qualcosa che vi può interessare e voi, in cambio, potreste aiutarmi in questa mia missione."
Seamus Bran: "Che scambio propone, Inquisitore?"
Whydah Gally: "È quello che immagino, questo “qualcosa”?" di colpo Why si ringalluzzisce.
L'Inquisitore sorride al giovane pirata, poi risponde: "Il Perdono ufficiale da parte di Sua Maestà l'Imperatore d'Hesperia Rável V per tutti i vostri crimini, sempre a patto che collaboriate col sottoscritto seguendo le mie indicazioni."
A quelle parole, Agis sgrana l'unico occhio che gli rimane.
Seamus Bran: "E cosa dovremmo fare? Per quanto tempo durerebbe il contratto?"
Whydah Gally: "Normalmente queste cose tra i pirati finiscono con: “...e avrò la tua anima per sempre"!”
Seamus Bran: "Beh, se vi basta la mia anima allora direi che si tratta di un buon affare."
Marlin Northeburg non sembra entusiasta come gli altri: "Io vi ho già fornito gli strumenti per rimediare: tutte le mie predicazioni e le mie tesi apriranno un nuovo futuro alla nostra genia di esuli del cielo, orfani della nostra terra madre."
L'Inquisitore lancia un'occhiata ambigua a Marlin: "Credo che sia nel suo interesse che ci si possa arrivare sulla "nostra terra madre", non crede, chierico Northeburg?" L'Aviz precisa, passandosi prima una mano sul becco bianco: "Vorrei che mi aiutaste a preparare un piano per un'offensiva estesa contro l'orda apocrita: una volta che avrò ottenuto l'opportunità di convincere Sua Maestà della bontà di una nuova Reconquista, allora i vostri servigi saranno finiti e sarete giustamente ricompensati per il servizio svolto per L'Impero Hesperide."
Whydah Gally: "Gli Apocriti?! Facile a dirsi... Il piano lo scrive lei?"
L'Inqusitore: "Non ho mai detto che i vostri servigi sarebbero stati semplici."
Agis sputa istintivamente sul pavimento: "Vuole andare a stuzzicare l'alveare con un bastone, eh? È questo che dice?"
Seamus Bran: "Ah, quindi volete un'altra guerra sacra? I forzieri dell'impero sono vuoti e bisogna rispolverare la vecchia macchina del massacro, come ai vecchi tempi. Beh, direi che il compito è preferibile al trascorrere il resto dei giorni che mi  separano dall'esecuzione qui. Il cibo non è male però, ed è gratis."
Marlin Northeburg: "Una semplice offensiva è quantomai insufficiente, ma è già qualcosa dopo anni di accidia. Certo, i giochi di corte e le pugnalate alla schiena non preparano alla guerra, a differenza del nostro nemico che per cinquant'anni si è preparato e ha serrato i ranghi."
Seamus Bran: "Io personalmente, però, non so niente degli Apocriti, immagino lo sappiate. Da quello che so comunque nessuno pare saperne un granché: dopotutto le ostilità le abbiamo avute più di quattro generazioni fa. Come pensate di organizzare un'offensiva su un avversario di cui non sappiamo praticamente nulla? A meno che non vogliate mandarci allo sbaraglio in territorio apocrita."
Whydah fa una smorfia: "Credo sia quello il piano..."
Seamus osserva il pirata: "Eh, capito."
L'Inqusitore: "Señor Gally, señor Bran... C'è un motivo ben preciso per il quale la Reconquista è terminata mezzo secolo fa, ed io ne sono venuto a conoscenza. Ma una cosa alla volta, miei compadres, non temete: non ho intenzione di mandarvi a Sud-est... Andrete a Nord-ovest."
L'espressione di Bran si fa seria: "Cosa c'è a nord ovest...?"
I due occhi rubino dell'Inquisitore di Hesperia si posano su Seamus: "C'è la nostra unica possibilità di vittoria contro gli Apocriti. Ma per questo supremo compito non posso fidarmi dei "servitori dell'Impero"... e allora, mi servirò dei suoi "nemici"."
Seamus Bran: "Ricompensandoli per bene, si spera..."
Whydah Gally: "Mi basta la vita!"
Seamus si volta verso Why: "Eddai, che pirata sei? La vita? E il profitto? La voglia di avventura? L'ambizione? Pensavo voi pirati pensaste solo a questo. Non che ne abbia mai incontrato uno prima, si intende..."
Whydah Gally: "Il profitto. Hai ragione... Ma preferisco potermelo godere, il profitto."
Agis, che si era astenuto dal commentare, esclama: "Inquisitore, sua eccellenza, non ho bisogno d'altro, tanto mi basta: non voglio finire i miei giorni in questo buco, non dopo la Libertà del cieli del Sud." il veterano di tante scorrerie guarda il suo vice: "Why, non volevi volare più in alto di tutti? Questa potrebbe essere la nostra occasione..."
Whydah Gally è rincuorato dalle parole del suo mentore: "Ha ragione, capitano!"
Marlin Northeburg interrompe la scenetta: " Voglio ricordare a tutti voi che non vi è nulla oltre di Northe, solo una desolazione di arcipelaghi freddi e sterili come le uova di una vecchia."
L'Inquisitore, avendo immaginato preventivamente tali affermazioni da parte dell'eretico, estrae dalla lunga manica della sua veste un piccolo sacchettino e lo posa sul tavolo: "Questo è un piccolo regalo per tutti voi: lo apra, chierico Northeburg."
Marlin tende la mano verso il sacchetto e senza tanti complimenti ne estrae il contenuto facendo scivolare nel palmo della mano dei chicchi scuri profumati: un aroma che mai aveva sentito, delle semenze che mai aveva veduto. Non senza una certa aria soddisfatta, l'Inquisitore commenta: "Lo chiamano Quwah, ne fanno una bevanda. Quei chicchi nascono oltre la barriera dei ghiacci eterni delle isole oltre Northe: provengono dall'altro emisfero di Atmosphaera."
Mentre osserva quei chicchi, Seamus non può fare a meno di pensare che ci sarebbe gente disposta a pagare per quella roba. Mentre la sua mente si lancia in calcoli di costi di trasporto e distribuzione, mormora: "Quindi le voci sono fondate: qualcuno è già stato laggiù e a quanto pare la direttiva delle isole non termina. Ma in quale modo pensa che questo vi aiuterebbe a battere gli Apocriti?"
L'Inquisitore si limita a rispondere: "Anche questo luogo può udire. E sebbene il Comandante Carceriere sia un mio amico, non posso dire che ogni singolo detenuto o aguzzino di Tariq lo sia: se deciderete di seguirmi e di varcare la porta di questa fortezza da uomini liberi, allora lo saprete."
Why guarda un attimo i chicchi di Quwah e poi risponde: "Sì, ora capisco cosa vi servono dei pirati: questa è pirateria di stato. Mi piace.”
Marlin Northeburg: "Perché no: voglio proprio sentire questa storiella su presunte terre esotiche da cui proverrebbero questi chicchi."
Agis borbotta: "semi di "Kaffah”, eh? O come diavolo si chiamano..." poi alza lo sguardo sghignazzando: "Aye, sono ai suoi ordini, Inqusitore: non posso lasciare tutta la gloria a quel pappagallino."
Seamus Bran: "Come ho già detto, ho un tetto sopra la testa e cibo gratis fino alla mia esecuzione. Tra l'altro la zuppa il primo del mese è ottima. Da quello che so non esistono rotte commerciali verso queste nuove terre di cui parla... Se vi aiuto, sarebbe possibile ottenere dei privilegi per l'assegnazione delle nuove tratte in cambio?"
L'Inquisitore Velazquez punta il dito verso Bran muovendolo leggermente: "Questo è il giusto moto d'animo, señor Bran. Ne discuteremo sicuramente." Poi incrocia le braccia in segno di benedizione: "E sia, da oggi siete sotto la mia custodia diretta. Conserverò io i vostri Perdoni: quando i vostri servigi saranno compiuti, sarete liberi... e ricchi, questo ve lo posso assicurare.”

Dopo mesi di detenzione, finalmente, il cielo azzurro di Atmosphaera torna a comare i loro occhi. Dietro all'Inquisitore i quattro Aviz, ora liberi, camminano baldanzosi sulle alte e spesse mura di Tariq. All'orizzonte, in tutta la sua gloria, l'Isola di Hesperia ed i suoi altipiani coltivati inframmezzati da antiche e gloriose città. Il cielo e terso, il vento è forte e basta questo a rinvigorire i loro spiriti.
L'Inqusitore guarda soddisfatto la sacra terra cuore dell'Impero e, con un gesto, indica il bianco scafo attraccato al porticciolo della fortezza: "Ci riporterà alla civiltà, compadres, e da quel momento cominceranno i vostri servigi: avremo bisogno di una nave in grado di solcare il freddo perenne, di un equipaggio, di rifornimenti... blocco dopo blocco, si costruiscono le Chiese."
"Chi sceglierà la ciurma?" chiede Why.
L'Inqusitore: "Sarete voi ad occuparvene, e dovrete farlo con cura: si contano sulle dita di una mano gli aviatori in grado di destreggiarsi tra le isole ghiacciate per i lunghi mesi della traversata."
Whydah Gally: "Trovare qualche persona interessata non sarà difficile. Il difficile sarà trovare qualcuno capace in effetti."
Agis lancia uno sguardo al Santo: "Ci servirà gente di Northe, non c'è dubbio..."
Marlin Northeburg: "Chi vive nel freddo è pragmatico di natura: nessun Aviz di quelle terre si lancerebbe nel nulla inseguendo un fragile miraggio, con le dovute eccezioni."
Seamus Bran: "Fidati, "Santo", con il giusto compenso una persona pragmatica seguirebbe anche uno dei vostri fantasmi o quello che sono. Inoltre, avrei un po' di nomi volendo: piloti capaci a cui alcune compagnie affidavano i lavori più a rischio..."
Gally: "Col giusto compenso... o con la giusta motivazione, sposti intere isole! Fammi avere la lista dei piloti."
L'Inquisitore: "señor Bran, avrei bisogno anche di un altro favore da lei."
Seamus si volta verso l'inquisitore "Certo, dica..."
L'Inquisitore: "Non avremo fondi a disposizione per questa impresa. Ci servirà trovare un finanziatore. Qui dovrà usare tutta la sua "esperienza" per destreggiarsi e trovare quanto ci occorre per imbastire il tutto."
"Cioè fatemi capire: mi fate salire a bordo con promesse di ricchezza e la prima cosa che mi chiedete sono dei soldi?" Seamus scoppia a ridere: "L'ho sempre detto che voi chierici siete i mercanti migliori del mondo. Considerato poi quello che vendete... comunque d'accordo, dovrei avere qualche contatto che ha ancora dei debiti con me. Montare una spedizione non dovrebbe essere troppo difficile."
Marlin Northeburg: "Volete dei finanziamenti? Io so dove potete trovarli."
L'Inquisitore: "Onorato, Chierico Northeburg. Avremo bisogno di tutto l'aiuto disponibile." l'Aviz osserva i pirati: "...Tutto l'aiuto. Non sarà una crociera di piacere, laggiù non ci proteggeranno le nostre leggi e le nostre preghiere..."
Whydah Gally: "Noi abbiamo l'esperienza per far "fruttare" i finanziamenti lungo la strada, se ci è permesso."
Seamus Bran: "Ovviamente quello che mi state chiedendo è un prestito e discuteremo poi meglio degli interessi. Ma considerato tutto metterò su qualcosa di credibile e competitivo per non rimetterci. Si ricordi che non ho un soldo e non è facile convincere qualcuno a prestarti soldi se non hai nulla."
Marlin Northeburg: "Non dovremo fare molte deviazioni per trovarli. Troveremo tutto ciò che ci serve a Northe."
Bran si volta verso il "Santo": "Ah, bene lo dicevo io. Da dove prenderesti i soldi?"
L'Inquisitore ferma la discussione alzando leggermente la mano invitando i quattro ad osservare in silenzio: dalla posizione in cui si trovano è possibile scorgere il Giudizio di Eixo.
Why porta le mani dietro la schiena e osserva: d'altronde deve rispettare l'uomo che ha in mano la sua libertà.

Sotto di loro, nel picco che si staglia nel vuoto dei cieli tra le isole, sono raggruppati il cappellano di Tariq, diversi detenuti incatenati e numerose guardie carcerarie. È il momento più temuto da chiunque: la fine della prigionia. La lunga e stretta piattaforma metallica si protrae ben oltre lo strapiombo e mentre il cappellano di Eixo recita le ultime preghiere, il primo condannato a morte sala sulla piattaforma, cominciando ad incedere lentamente verso il suo bordo. L'Incaricato Imperiale legge le ultime formalità prima che il cappellano concluda, scandendo perché tutti possano sentire: "...E ti consegniamo al Giudizio di Eixo, perché peccando in maniera irreparabile non sei degno di essere disperso sulla sacra terra nera di Hesperia. Che Eixo possa risparmiare la tua caduta se ti reputa ancora suo figlio!"
Poi, il salto.
C'è una rassegnazione di fondo, un voler morire con onore, anche per questi rifiuti che la società ha bandito: tutti saltano di propria volontà, sempre.
L'Inqusitore Alivan Velazquez osserva la scena senza battere ciglio, poi continua: "Ci tenevo che osservaste l'esecuzione: è sempre giusto ricordare che le proprie scelte hanno conseguenze." Il suo bianco becco punta i quattro presenti: "Possiamo andare, abbiamo del lavoro da svolgere."
Whydah Gally ha un brivido: (Io penso solo ad una cosa ora. Il mio tesoro su quell'isoletta che mi aspetta...)
Seamus guarda i prigionieri saltare e ripensa alla sua Sevir: in questo mondo si nasce e si cresce sapendo che sono i perdenti, a dover saltare. Oggi, ancora una volta non è il suo turno.
Mentre l'ultimo peccatore si lancia dalla piattaforma nel vuoto senza fine che si estende sotto la distesa di nuvole, il Santo di Northe commenta: "La fine di chi non gode della benedizione di Eixo... Giustizia è stata fatta."

Il bianco scafo dell'Aviazione Imperiale, che sventola sui pennoni le bandiere col Sigillo Cremisi dell'Inquisizione, si avvicina all'attracco principale nella costa sud dell'Isola di Hesperia in mezzo a centinaia di altri aeroscafi che solcano il cielo tornando da lunghi viaggi o partendo per le regioni più remote della direttiva. Tra le pareti rocciose dell'insenatura naturale sorgono alloggi, negozi, bordelli e ogni tipo di attività correlata ad un porto di quelle dimensioni dove legno, metallo e pietra si sposano a creare un fitto intrico di attracchi, impalcature, ascensori e gru mentre le voraci lucertole grigie della scogliera si infilano in ogni dove.
In una dimessa loggia che si affaccia sull'insenatura principale un giovane Aviz accarezza il suo becco d'argento in cui le intricate rifiniture donano eleganza ad una così vistosa protesi. Nella sua divisa sgargiante di un bianco immacolato dell'Aviazione Imperiale, l'ufficiale Aviz osserva l'aeroscafo dalle insegne dell'Inquisizione attraccare. Pagando il liquore consumato non comincia a fischiare, apparentemente a nessuno in particolare, una melodia leggermente malinconica. Non appena si allontana dalla bettola, i suoi sottoposti, vestiti con abiti civili,  si avvicinano avendo sentito il richiamo: "Come dobbiamo comportarci, signore?" Chiede uno di essi.
L'ufficiale dal becco argentato risponde molto semplicemente: "Voglio che mi consegnate la loro testa prima di domani mattina: a Sua Altezza la Principessa Imperiale non piace aspettare." 

FINE DELLA SESSIONE

3 commenti:

  1. E questa è la sessione d'apertura di Atmosphaera! Come per quelle di Hidden Creek, ho aggiustato leggermente i dialoghi e risistemato alcune frasi che suonavano male.

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  2. Ehila! Nel penultimo paragrafo, a " Mentre l'ultimo peccatore si lancia dalla piattaforma nel vuoto senza fine che si estende sotto la distesa di nuvole, commenta: "La fine di chi non gode della benedizione di Eixo... Giustizia è stata fatta."
    Puoi aggiungere che e' Martlin che lo dice? Messa cosi' sembra lo abbia detto io lol

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  3. Ho corretto la svista, grazie della segnalazione!

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