lunedì 8 dicembre 2014

ATMOSPHAERA Capitolo III: Pietà.


Mentre le stelle cominciano a splendere oltre le cinque lune di Atmosphaera, dalle fratture della nera roccia che di tanto in tanto lasciano intravedere il cielo fino ai livelli inferiori, tra i vicoli di Porta Gharve gli addetti all'illuminazione stradale con i loro carretti, dal carico di giare d'olio, cominciano la loro solita ronda rifornendo e accendendo ogni singolo lampione pubblico della città portuale. Il vitale mercato generale, organizzato nella vasta piazza del colonnato di fronte alla basilica cittadina, si appresta alla chiusura: un grande movimento di commercianti riordina i banchi e li prepara per il giorno successivo rifornendoli di mercanzie mentre le guardie cittadine vigilano su eventuali furti. Presto Porta Gharve cambierà faccia e la vita notturna prenderà il sopravvento, offrendo altri affari a coloro che non hanno paura di girare di notte nel labirinto dei vicoli.
Il Santo venuto da Northe e il mercenario assoldato dall'Inquisitore Velazquez si ritrovano a camminare tra le alte colonne della piazza, aspettando di ricongiungersi al resto del gruppo alla Commenda, ostello gestito dai chierici che, secondo l'Inquisitore, dovrebbe provvedere loro un riparo discreto dove trascorrere la notte.
Feowl, cercando di non venire meno alle promesse fatte all'Inquisitore Velazquez, tenta di conoscere meglio il suo nuovo compagno: "Santo, non mi ha ancora detto perché la chiamano cosi."
Northeburg: "È una lunga storia, decisamente noiosa per chi non è avvezzo di questioni teologiche. Sappi solo che il mio intento era migliorare il clero e non portare scompiglio e divenire un pretesto politico per... Ma come si diceva nel carcere: “gli abissi di Atmosphaera sono pieni di ben intenzionati”."
Shaw Feowl: "Capisco. Quindi Northe non è così differente dal resto dell'Impero.. comunque, non penso manchi molto alla nostra meta." Detto questo l'Aviz si guarda intorno cercando di orientarsi.
Marlin si limita a seguirlo in silenzio, evidentemente tediato dal mercenario, mentre Shaw non può fare a meno di pensare che quel chierico sia la peggior compagnia che abbia mai avuto.

I due pellegrini avanzano negli stretti vicoli, camminando tra i palazzi in pietra e legno che alti raggiungono la sommità dell'ambiente sotterraneo nel quale si trovano. Marlin e Shaw osservano distrattamente la vita degli abitanti di Porta Gharve che si intravede delle opache finestrelle e porte semi aperte alle quali ogni tanto passano vicini. Introdottisi in un vicoletto particolarmente angusto, uno dei carretti degli addetti all'illuminazione blocca loro il passaggio: due individui, dagli umili vestiti unti d'olio, sono intenti ad accendere il lampione sopra di loro.
Marlin non può far altro che aspettare che il suo conducente riprenda il passo ed Intanto volge lo sguardo alle lune che tanto gli erano mancate nella sua angusta cella che come vista concedeva solo un breve scorcio della distesa di nuvole che circonda Tariq: l'Astrologia, la divinazione mediante lo studio dei movimenti dei corpi celesti, è sempre stata una delle sue passioni segrete fin dai tempi del seminario e stasera la luna rossastra Roja è particolarmente nitida.
Shaw si guarda intorno spazientito e nota, dalla stessa direzione dalla quale sono arrivati, un altro carretto del servizio di illuminazione, spinto da un'altra coppia di individui, avvicinarsi a loro con incedere deciso. Uno Nel frattempo i due Aviz che stavano accendendo il lampione, riposizionata la lanterna di vetro, invece di spostare il loro carretto si avvicinano ai due pellegrini. Visti da vicino, il loro piumaggio è troppo curato per essere dei volgari popolani.
Marlin si avvicina al mercenario e sussurra: "Credo proprio che questo sia compito suo."
La mano di Shaw raggiunge il pugnale nascosto nella tunica mentre esclama: "Señores, potreste spostare il carretto per due chierici di Eixo stanchi?"
Uno dei due Aviz di fronte a loro, dal piumaggio bluastro dei cieli del Sud, lancia un'occhiata al suo compare, rispondendo: "Pellegrini, non è questa l'ora di girare per le strade di Porta Gharve... vi siete persi? Possiamo accompagnarvi se lo gradite."
Shaw, senza alzare troppo il cappuccio, prende ad avvicinarsi anche lui: "Non ci siamo persi: cerchiamo peccatori da salvare, e a volte li troviamo."
L'Aviz del Sud: "Permettete se insisto: è compito nostro indicare la strada, qui." 
Il secondo carretto, che nel mentre ha proseguito la sua avanzata, è arrivato praticamente alle spalle di Shaw e Marlin e gli addetti che lo trainano si sono fermati.
L'Aviz del Sud, sempre cercando di restare diplomatico: "Se volete seguirci, ne saremmo lieti..."
Northeburg allunga le mani in avanti: "Señores, per favore lasciate il passo... Non abbiamo conio con noi."
La lama di Shaw brilla per un istante alla luce calda del lampione ad olio tagliando la gola all'Aviz bluastro . Il mercenario afferra immediatamente l'Aviz dalla gola sanguinante per farsi da scudo mentre con il braccio libero estrae l'acciarino puntandolo alla testa dell'altro: "non muoverti!"
I due addetti all'illuminazione fasulli alle spalle di Northeburg, presi alla sprovvista, non possono fare altro che interrompere la farsa ed estrarre frettolosamente i loro acciarini, più grandi di quelli forniti dall'Inquisitore e di chiara manifattura dell'Aviazione Imperiale.
Uno di loro intima a Shaw: "Maledizione, getta l'arma!"
Marlin, di fronte a questa violenza, mormorando una preghiera tenta di mettersi in disparte ma uno dei due addetti, visto il Santo, punta l'acciarino contro di lui: "Chierico Northeburg, dica alla sua lucertola da guardia di arrendersi!"
Northeburg non perde la calma: "Quindi sapevate chi eravamo...chi vi manda?"
Feowl non attende la risposta e preme il grilletto colpendo alla testa l'Aviz che aveva sotto tiro. 
I due assalitori rimasti fanno fuoco su Shaw ma questi, facendosi sempre scudo con il corpo esanime dello sgozzato, riesce ad evitare di essere colpito. Il mercenario lascia cadere il colpo scivolando in avanti, avendo ben presente l'impossibilità di una ricarica rapida da parte del nemico: come in una danza, in un unico movimento sfila dal cadavere l'acciarino che si intravede dall'interno del suo soprabito e risponde al fuoco colpendo in pieno uno dei due aggressori rimasti il quale, prima di soccombere ai piedi di Northeburg, scorge il compagno estrarre una lunga lama per affrontare il mercenario. 
Marlin si abbassa sul morto e gli copre gli occhi, intonando sottovoce qualche verso di una liturgia funebre: "Possa la grazia di Eixo calare su quest'anima sventurata. Che le sue colpe siano leggere come la terra nera quando verrà il tempo del Ritorno."
L'ultimo assalitore rimasto si prepara a contrastare Feowl assumendo una posizione d'offesa che tradisce il suo addestramento dell'Aviazione Imperiale.
Shaw, coltello alla mano, si appresta a fare lo stesso: "Da chi vengono i tuoi ordini? Chi sapeva di noi?"
Quello che si è rivelato essere un Aviere Imperiale si scaglia contro Shaw: "Feowl, bastardo traditore, meriti solo di morire!"
Mentre i due soldati cercano di affondare le proprie lame, da lontano si ode il clamore delle guardie cittadine, allertate dagli spari e dal clamore, avvicinarsi rapidamente al vicolo.
Marlin intanto cerca di defilarsi dal luogo dello scontro scavalcando furtivamente il carretto che blocca il vicolo.
Udite le guardie cittadine, l'assalitore compie un balzo indietro cercando di distanziarsi da Shaw che ne approfitta per affondare un colpo riuscendo solamente a ferire di striscio l'avversa il quale, lasciato cadere il coltello, si lancia dentro una delle strette finestre che si affacciano sulla stradina, tentando di trovare la salvezza.
Marlin, continuando ad allontanarsi il più velocemente possibile, abbandona il suo pugnale e acciarino sperando che la sua presenza passi inosservata.
Tre guardie cittadine, lanterne alla mano, si affacciano sul vicolo.
Shaw si defila al di sotto del carretto strisciando velocemente dall'altra parte per seguire il compagno, sperando che la sorpresa dei corpi e la copertura della struttura faccia loro guadagnare tempo.
Le tre guardie cittadine, giunte al luogo dello scontro, rimangono per qualche istante bloccate per la violenza della scena e impiegano qualche momento prima che uno di loro estragga un fischietto per chiamare rinforzi mentre le altre due tentino di capire se qualcuno è ancora in vita.

Shaw approfitta del clamore per sgusciare via dalla situazione insieme al chierico tentando di coprire con la manica pulita la parte della sua tonaca macchiata dagli schizzi di sangue. Allontanatisi dal luogo dello scontro e ripreso il loro tragitto verso la Commenda, i due si ritrovano finalmente in una piazzetta circolare dove alcuni vicoli convergono: davanti a loro, un edificio in pietra di due piani il cui colonnato esterno si collega ad una cappella a fianco alla struttura sulla quale sono esposte le insegne della Chiesa di Eixo.
Feowl, dopo aver osservato il palazzo: "Santo, faccia ciò che le riesce meglio."
Marlin, ancora con il fiato lungo per la corsa, bussa all'ingresso.
Dallo spioncino dello spesso portone di legno due occhi color miele lo osservano: "Chi bussa alla Commenda di Porta Gharve?" domanda una voce femminile.
Northeburg incrocia le mani in segno di riverenza: "Che la benedizione di Eixo scenda su di lei consorella, siamo due pellegrini in cerca di asilo per la notte."
Senza rispondere altro, il portone si apre e davanti ai due pellegrini, avvolta nelle grigie vesti dell'Ordine di Santa Almizra da Valdeixos, le stesse procurate loro dall'Inquisitore, una giovane chierica li invita ad entrare: "Accomodatevi confratelli. Il mio nome è sorella Zariñena, molto piacere. Possiate essere i benvenuti nel nostro ospizio."
Shaw abbassa il capo in segno di saluto.
Marlin: "Grazie consorella, ci faccia strada verso una cella che possiamo occupare."
La chierica: " Siete stati previdenti a riservare un alloggio, sia al completo in questo periodo. Potete accomodarvi al primo piano, è la cella con la porta aperta, non potete sbagliare. Ma ditemi, cosa vi porta ad Hesperia? Aspettavamo una comitiva... più nutrita."
Marlin: "Gli altri tre confratelli arriveranno più tardi, non tema."
Zari: "Comprendo. Seguitemi, l'eminente Inquisitore Velazquez si è raccomandato il massimo dell'ospitalità nei vostri riguardi."
Shaw: "Consorella, ho bisogno di un posto dove rinfrescarmi il viso. Dove posso farlo?"
La chierica indica una porta che conduce nel chiostro interno della Commenda: "Lì vi è un pozzo, siate pure il benvenuto."
"La ringrazio. Vi raggiungerò a momenti." Shaw si avvia tenendo sempre coperta la manica insanguinata.
Marlin: "La ringrazio nuovamente dell'ospitalità. Ora torni pure ai suoi doveri, non vorremmo trattenerla oltre."
La giovane, prima di congedarsi, rivolge una domanda al Santo: "Mi scusi, non vorrei essere inopportuna... Ma la sua identità è quella che mi permetto di immaginare?"
Marlin fa un sorriso: "Dipende dalla persona che immagina di vedere, consorella."
La giovane abbassa subito la testa e, impacciatamente esclama: "I-il nostro Ordine è stato nella R-Reconquista a fianco dei nobili guerrieri contro gli infedeli... oggi siamo poco più che tavernieri con i voti al servizio delle esagerazioni dei reverendi Vicari e altre cariche massime... C-che il vento di Northe possa soffiare anche nella sacra capitale..." Accortasi di aver esagerato, ancora più goffamente compie il segno di Eixo e si allontana a passo spedito.

Appena sicuro di essere da solo, Shaw attinge dell'acqua e tira via il sangue dalla tunica, preparando la scusa di averne usata troppa per il viso. L'Aviz pulisce il pugnale per poi rilavarsi le mani.
Shaw fa ritorno dal chierico: "Allora? Dove si dorme?"
Marlin: "Al piano di sopra. Gli altri arriveranno, per il momento riposiamoci."
Feowl: "Riposare? No non lo faremo. Potrebbe succedere un'altra cosa del genere e deve essere pronto anche lei. Siamo solo all'inizio."
Northeburg: "Per stasera abbiamo avuto abbastanza emozioni. Sarebbe più interessante capire chi ha informato quel gruppo di balordi del nostro arrivo."
Shaw conosce la risposta ma la tiene per sé: gli spettri del passato hanno finalmente cominciato a riemergere dal luogo nel quale erano sepolti. 
Questo è davvero solo l'inizio.

Nei tortuosi vicoli di Porta Gharve, illuminati solo dalle migliaia di lanterne che ogni notte rischiarano le tenebre, tra il marciume nel quale sguazzano le piccole ma voraci lucertole della scogliera, le cui scaglie grigie e ispide sfregano tra di loro in ogni anfratto, un Aviz, ferito, si trascina verso il livello superiore cittadino. L'affanno del fiato spezzato si fa meno pressante alla vista della bianca divisa del suo superiore il cui becco dagli intricati intarsi in argento brilla per qualche istante nell'oscurità. l'aviere si rivolge con parole di profondo disonore: "S-signore... Noi non..." ma quell'affanno si interrompe, questa volta per sempre. Mentre la lunga e sottile lama del suo superiore, di una lega pregiata e nobile, penetra nel suo ventre fino al cuore, le ultime parole che vengono udite non possono essere più consolatorie: "Non dispiacerti, aviere, perché oggi ti risparmio di assistere alla fine dell'Impero. Questa è la vera pietà..."

1 commento:

  1. E questa era la terza sessione!
    Come sempre qualche correzione, specie nella parte del combattimento che, è inevitabile, risulta poco organica così come la giochiamo, non fosse altro perché siamo costretti alle ripetizioni del botta e risposta per determinare l'esito delle varie azioni.

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