sabato 17 gennaio 2015

ATMOSPHAERA Capitolo VII: La Compagnia delle Quattro Corone.


Una luce, più bassa delle stelle, vola nel cielo notturno sopra la distesa infinita di nubi, indistinguibile oscurità che si estende sotto le isole dell'Impero Hesperide. La piccola caravella con a bordo Alivan Velazquez e il suo colorito gruppo di emarginati si avventura nelle tenebre, pronti per compiere un lungo viaggio. Lasciata ormai da qualche ora le pianeggianti sponde l'isola di Tago, il morale a bordo è alto mentre ognuno è intento a consumare un breve pasto prima del trasbordo. Finalmente, nella direzione verso la quale stanno facendo rotta, dalle tenebre emerge una striscia luminosa che un occhio inesperto potrebbe scambiare per la linea costiera. Avvicinandosi maggiormente, quella che pareva un'unica fonte luminosa si divide in decine di sagome, contorni dei galeoni che compongono il più numeroso convoglio a solcare i cieli questi arcipelaghi: la Flotta Commerciale del Vicereame di Agrevia, in tutta la sua maestosità delle decine di scafi che la compongono, appare nella silenziosa notte come una visione spettrale.
Velazquez, in piedi accanto al capitano del piccolo aeroscafo sulla quale si trovano, ordina all'esperto aviere di cominciare le manovre di avvicinamento: è arrivato il momento di cambiare aeroscafo. L'ex Inquisitore scende poi sul ponte ad avvisare i suoi compagni di viaggio: "Compadres, ci siamo: quello è il nostro passaggio per Sevir..."
Mallart distoglie lo sguardo dal suo cannocchiale portatile: "Questa sì che è una buona notizia!"
Seamus: "Una volta arrivati in città dovremmo riuscire a muoverci indisturbati fino a un rifugio sicuro."
Marlin: "Piuttosto, riusciremo ora a passare i controlli della scorta imperiale?"
Velazquez: "Chierico Northeburg, stia tranquillo: mi è stata assicurata la massima discrezione e collaborazione a riguardo."
Il dottor Bristle è intento a giocherellare con le palline d'oppio, dolcetti di sua invenzione: "Bran, mio caro, prima dovremo arrivarci a Sevir... e credimi, sarà un viaggio molto, molto lungo."
Whydah: "Quelle palline. Accorciano il tempo?"
Bristle ammicca: "Diciamo di sì." 
Seamus sospira "In effetti non e' che sia ansioso di tornare tra i miei concittadini, doc. Non è che ti avanza un po' di oppio?"
Rufous passa un paio di palline ai due: "Succhiatele con calma, sono fatte apposta."
Gally: "Grazie, doc."
Marlin lancia un'occhiata di biasimo al dottore: "Avete trovato un altro demonio a cui vendere la vostra anima, vedo."
"Che demonio? Io le voglio vendere." replica Seamus infilandosi il dolciume in tasca: "O meglio, una volta a Sevir potrebbero esserci utili. Sapete che i drogati sanno sempre un sacco di cose interessanti? A volte sono anche simpatici o geni incompresi."
Whydah: "Posso confermare: conoscevo un pirata che suonava da Eixo sotto droga. Come si chiamava? Jimmy qualcosa..."
Rufous alza le spalle: "Ai posteri l'ardua sentenza..."

La caravella è ormai prossima alla flotta, stazionata per la notte al largo dell'Isola di Tago, proprio come d'accordo. Il piccolo scafo sfila vicino ad una delle due fregate dell'Aviazione Imperiale, scorta del prezioso convoglio, senza che da questa provenga alcun segno di ostilità, per poi dirigersi verso l'imponente galeone che troneggia in mezzo agli altri scafi: è la Santa Ariadne, lussuosa ammiraglia della flotta. Dal ponte dello scafo provengono segnali luminosi di lanterne colorate per comunicare la manovra di attracco. Avvicinatisi sufficientemente al galeone, dalla sua fiancata si apre un portello dal quale viene estromessa una passerella fino al ponte della caravella.
Velazquez, zompettando sullo stretto passaggio di legno: "prendete le vostre sacche da viaggio e seguitemi, forza!"
Bristle: "come fa ad avere tutta quella energia?"
Marlin raccoglie la sacca e lo segue, afferrando saldamente il corrimano della passerella seguito da Seamus, un po' barcollante.
Whydah è rapito dall'imponenza del galeone: "E si va!"
Qamari, l'imponente cuoco al loro seguito, gentilmente afferra anche la sacca della giovane chierica e, come al solito, senza dire una parola segue il gruppo.

L'interno del Galeone, costruito col pregiato legno del Sud, è riccamente arredato come fosse una residenza nobiliare più che un aeroscafo: in quanto ammiraglia e orgoglio di Agrevia, la Santa Ariadne ne rappresenta il gusto e la ricchezza per i cieli dell'Impero.
Whydah: "Urca, si trattano bene questi agreviani."
Subito, vengono accolti da un servo, il quale li invita  gentilmente a seguirlo: "Benvenuti a bordo della Santa Ariadne, signori. Vi condurrò alla vostra cabina."
Bran, come suo solito, sfoggia la sua indifferenza al lusso e passa distrattamente lo sguardo sugli arredi, calcolando il prezzo di ogni cosa per ingannare il tempo.
Marlin si guarda intorno: "Un altro tempio profano di opulenza e vanagloria."
Bran: "Più che altro, soldi buttati. Non capirò mai perché la gente compra queste cose."
Alivan Velazquez, senza farsi vedere dal servo, con un gesto invita i due ad astenersi dal commentare il gusto di chi gentilmente offre loro un passaggio.
Why prova a grattare via la doratura degli oggetti quando si accorge di essere osservato.
Il gruppetto viene guidato nei meandri del galeone, passando vicino allo scheletro di pietra che lo sorregge, pietra nera con striature bianche tipica dell'arcipelago di Agrevia. Finalmente, introdotti in una cabina abbastanza spaziosa per contenere tutta la brigata, il servo annuncia: "Signori, dopo che vi sarete sistemati, siete gentilmente attesi nel castello di poppa."
Rimasti finalmente soli, Velazquez si raccomanda, osservando Whydah in particolare: "Vi chiedo solo di non fare danni a bordo... E adesso diamoci una ripulita: vediamo di non tardare troppo a presentarci."
Whydah, cercando di suonare il più onesto possibile: "Ok, farò il bravo pirata."
Shaw Feowl: "Sarebbe possibile fare un bagno caldo?"
Marlin Northeburg: "Sarebbe un toccasana per le mie piume impolverate."
Zariñena tenta di cominciare un discorso con Marlin: "Lei è mai stato su uno scafo del genere, Santo? S-se vuole una mano per preparare un bagno caldo..."
Shaw guarda la femmina con stupore, poi fissa Marlin con sguardo beffardo.
Why manda un leggero fischio e poi va alla ricerca di un posto lontano da tanta sdolcinatezza.
Marlin non si scompone e risponde gentilmente: "Eviti di chiamarmi “Santo”, la prego: invero sono solo un Aviz come lei e gli altri in questa stanza. No, non ho mai viaggiato in uno scafo così grande, anche se in onestà non posso esserene completamente certo dato che il viaggio verso Tariq l'ho fatto bendato. Riguardo al bagno: la ringrazio della premura, ma da quando ho memoria ho sempre provveduto da solo alla mia igiene."
Zari si cala il cappuccio del saio in testa, imbarazzata: "C-certamente, c-chierico Northeburg..."
Dopo aver ascoltato la risposta, un po' deluso, Shaw va a cercare l'occorrente per il suo bagno rilassante.
Seamus si avvia anche lui, non riesce a ricordare da quanto non fa un bagno.
L'Inquisitore comincia a sistemare i suoi effetti personali sulla sua branda e osserva la sua truppa intenta a rilassarsi: se lo sono meritato.
Shaw Feowl: "Allora señores, si accettano prenotazioni."
Qamari alza la mano.
Mallart posiziona le sue carte ed i suoi strumenti di precisione nel baule presente in un angolo: "Vado per ultimo."
Anche Marlin prepara l'occorrente per il bagno.

Una volta ripuliti a dovere, i nove della brigata, capitanati dal passo sicuro e spedito di Velazquez, si recano nell'intricato e lussuoso castello di poppa, vero e proprio gioiello di architettura, ad incontrare il benefattore di tanta ospitalità. Annunciati da uno dei tanti servi di bordo, ben distinti dagli avieri per la divisa ordinata ed elegante, si ritrovano in un vasto ambiente adibito a salotto dove le grandi vetrate si affacciano sulla notte rischiarata della migliaia di lanterne montante sugli scafi della flotta attorno a loro. Ad accoglierli a braccia aperte, un Aviz alto e allampanato, dal piumaggio di un nero intermedio tra quello di Bran e Velazquez: "Signori... e signorina, che piacere!" dice andando ad abbracciare Alivan, secondo l'uso di Agrevia.
Il distinto Aviz corvino, dallo sguardo gioviale, dopo aver strizzato per bene l'ex Inquisitore, lo libera dalla presa, rivolgendosi a tutti i presenti: "Siate i benvenuti nella Flotta Commerciale del grande Vicereame Agrevia. Quando ho ricevuto la missiva di Don Velazquez è per me stato un evento lieto e non ho potuto certo negare ad un caro amico un favore. Voi dovreste essere i suoi associati, immagino."
Why fa un lieve cenno: "Sì."
Feowl: “È corretto. Con chi abbiamo il piacere di parlare?"
L'Aviz fa un accenno di inchino: "Il mio nome è Zanobi Nero, della prospera famiglia Nero della città di Rivero. Siamo gli Armatori di Agrevia dalla nascita dell'Impero. È un piacere."
Seamus fa un cenno di saluto: "Piacere!"
Gally: "Piacere. Mi chiamo Whyd... Why. Why e basta."
Feowl: "Può chiamarmi Shaw, invece."
Bran: "Ah già, io sono Seamus."
Gesticolando vistosamente, il nobile fa cenno a tutti di accomodarsi sulle rifinite poltrone presenti nella sala: "Mi basta sapere questo, non temete: non ho intenzione di farvi domande." dice quando il dottore sta per aprire bocca.
Velazquez fa un cenno con la testa: "La ringraziamo noi tutti per la discrezione, signor Nero."
Feowl, non fidandosi di nessuno come di consueto, resta in piedi: "Scusi, non le voglio mancare di rispetto, signor Nero, ma rimango in piedi."
Velazquez lancia un'occhiataccia a Shaw mentre si accomoda, ma non dice nulla.
Feowl: "È solo che odio stare seduto a lungo."
Marlin invece si accomoda senza fare complimenti.
Why tocca la poltrona, come per saggiarne la morbidezza, e si siede.
Seamus si spaparanza, constatando il valore degli arredi.
Il signor Nero sprofonda nella poltrona imbottita: "Devo essere onesto: è un piacere avere qualcuno di nuovo con cui parlare, questi viaggi tendono ad essere molto tediosi da questo punto di vista, sempre le stesse anime con cui scambiare quattro chiacchiere. Sono tra i cieli da già un mese e ne abbiamo altri due abbondanti davanti a noi prima di giungere a Sevir: la flotta farà tappa in altri porti, ma la nostra priorità sono i mercati del Nord."  l'armatore si passa una mano sul becco grigiastro: "Già, il Nord... Da quando l'economia di Sevir è collassata, i Principi di Northe sono partiti all'attacco: ora credono di essere dei mercanti, quando la loro vocazione è sempre stata altro..."
Seamus sbuffa: "Sono sicuro che tempo qualche anno tornerà tutto come prima. Nemmeno tutto il nord potrebbe riuscire a tenere i cittadini di Sevir lontani dal denaro."
Northeburg: "Immagino che con il Santo fuori dai giochi non abbiano avuto difficoltà a riportare il popolo nei ranghi."
Nero sospira: "Il problema è un altro: con i debiti accumulati dalle banche e dalle compagnie, e il denaro fattosi prestare da Northe per riempire il buco, di fatto la città si è venduta. Forse questo è l'ultimo viaggio di questa flotta verso Sevir: si sta creando un monopolio, e quel monopolio è in mano alla Compagnia delle Quattro Corone. Già il nome tradisce l'intento dei Principati di Northe: allungare la propria influenza nei luoghi che un tempo appartennero al loro regno. Diffidate dalle Quattro Corone: non sono veramente interessati al commercio in quanto tale, il loro fine è politico."
Bran incrocia le braccia: "Se in città si sono indebitati fino al collo, se lo sono meritati: come un branco di pecore, una volta che sono caduti i pastori, non sapevano più cosa fare. Peggio per loro."
Whydah: "Sono sempre stato contro al commercio. E nemmeno la politica mi piace!"
Shaw ascolta in silenzio.
Nero fa un respiro profondo: "Scusate lo sfogo: è solo che il compito che sono chiamato a portare a termine è alquanto ingrato. Mio padre e gli anziani di famiglia credono che si possa stringere un'alleanza con questa gente, quando è chiaro che è un tentativo effimero. Sei mesi: seicento giorni per tornare ad Agrevia con le mani vuote... Sarà già tanto se riusciremo a svuotare le nostre stive, altro che accordi commerciali!"
Seamus: "Volendo, potreste comodamente mettergli i bastoni fra le ruote. È gente di Northe: non capiscono niente di finanza, senza offesa..."
Marlin: "I principi di Northe hanno sempre accumulato fortune nelle loro fortezze e monasteri, non era un mistero che aspettassero un momento di fragilità da parte del Sud."
Bran: "Con tutto il rispetto, accumulare un patrimonio  non vuol dire saperlo gestire. E poi, sono sicuro che i soldi a Sevir ci siano, ma la gente non è in grado di vederli."
Shaw lancia uno sguardo al di fuori delle vetrate.
Nero: "Se solo trovassi un modo di scavalcare le quattro Corone: Sevir è la porta per il Nord, ma se questo dovesse cambiare? Potremmo tagliare fuori dai commerci una parte dell'Impero e puntare direttamente a Northe..." l'Aviz alza le spalle: "Ma non parliamo più di politica, non voglio annoiare a morte i presenti!" dice osservando lo sguardo completamente disinteressato del dottor Bristle, intento a guardare le luci fuori dalla vetrata. L'erede della Famiglia Nero si limita a dire: "La Santa Ariadne sarà per questi duecento giorni la vostra dimora, sentitevi a casa vostra e se avete qualsiasi richiesta, non esitate a farmela riferire."
Marlin si accosta all'inquisitore e sussurra: "Forse se lo aiutiamo a danneggiare le Quattro Corone, i Principi di Northe messi alle strette saranno costretti a collaborare con noi."
Velazquez, sempre in tono basso: "Potremmo giocarci questa carta, ma dobbiamo agire con cognizione di causa: voglio scoprire chi sono esattamente queste Quattro Corone e quanto di Sevir sia effettivamente in mano loro." Poi, a voce alta, annuncia: "Ci voglia scusare, signor Nero, ma io e i miei consociati siamo piuttosto provati dal lungo viaggio di queste settimane per giungere fino alla sua flotta... desidereremmo ritirarci, se vuole scusare la nostra poca compagnia." 
Nero: "Si figuri, Don Velazquez, avremo modo di discutere in questi mesi..."
Alivan fa segno a tutti di congedarsi gentilmente e seguirlo.
Marlin si alza, fa un breve cenno con il capo e segue l'inquisitore.
Why saluta con un cenno e segue gli altri.
Shaw china leggermente il capo e poi si congeda.
Bran: "Buona serata e grazie per l'ospitalità!"

Usciti dal salotto del castello di poppa, invece di tornare nel loro alloggio, Velazquez guida il gruppo fin sul vasto ponte della Santa Ariadne, dove gli alti alberi sono illuminati alle loro sommità dalle vedette. All'aria aperta, un leggero vento notturno rinfresca i presenti. 
Whydah:"Scusate il silenzio di prima: la mia soluzione sarebbe di andare a massacrare tutti quelli delle Quattro Corone rubando loro il denaro, ma non mi sembrava molto... politica, come trovata."
Feowl: "Qual'è l'importanza strategica di Sevir per i Principi di Northe?"
Northeburg: "Sevir è il cuore del commercio tra nord e Sud, lo scalo obbligato della maggior parte degli scafi."
Bran: "Io non posso credere che della gente del nord arrivi e si freghi l'economia intera della città così! Dove andremo a finire..."
Feowl: "Se ho capito dunque, se crolla Sevir il Sud crolla a sua volta giusto?"
Velazquez: "Non esattamente: si rischia piuttosto che l'Impero si spezzi in due se è quello che Northe desidera."
Whydah: "Sembra che a Nord abbiano tutti i soldi loro."
Velazquez osserva il Santo con sguardo Severo : "Io credo che Northe sotto di sé covi ancora il desiderio di tornare allo splendore del loro leggendario regno... Dico bene, Northeburg?"
Marlin risponde acidamente: "Invero siamo noi la gente più retta e devota: non vogliamo rompere l'unità tra gli Aviz, ma fin ora l'Impero – gente del Sud - ci ha solamente calpestati. E il ricordo di quando eravamo grandi è ancora vivo nei nostri cuori."
Velazquez incrocia le braccia: "Quali che siano i sentimenti dei popoli del Nord, quel che conta adesso è che dobbiamo compiere una scelta: possiamo intervenire a favore o contro queste Quattro Corone... Oppure, lasciare che la storia faccia il suo corso. Sono ben accetti dei suggerimenti."
Bran: "Sevir in mano alle potenze del nord non si è mai vista! Ho ancora degli interessi lì e voglio accertarmi che tutto stia andando come deve andare. Se le Quattro Corone intralciano i miei interessi, allora sarà un piacere mandarle sul lastrico."
Feowl: "Dividere un Impero aiuta a distruggerlo, non possiamo permetteglielo."
Marlin: "Se noi intralciassimo le Quattro Corone, probabilmente al nord sarebbero più disposti ad accettare le nostre richieste se gli presentassimo la prospettiva di restaurare l'antico regno."
Whydah: "Sapete che - come detto - mi importa poco della politica. Ma preferisco sapere a cosa vado in contro: quei tizi di Northe non mi piacciono, meglio pirata nell'Impero che pirata tra Quattro Corone ed Eixo solo sa cosa. Intralciamole."
Qamari annuisce alle parole di Gally.
Il meteorologo Mallart alza la mano: "Non dimentichiamo che, a detta di Bran, a Sevir c'è colui che potrebbe aiutarci con il nostro scafo: io sono per ostacolare quella gente, ma  credo che la priorità debba comunque la nostra missione."
Feowl: "Ha anche lei il presentimento che le Quattro Corone facciano parte del complotto che stiamo cercando di fermare, Inquisitore?"
Velazquez fissa Shaw: "C'è del marcio a Northe, di questo ne sono sicuro..."
Zariñena: "P-propongo di dividerci i compiti, una volta arrivati a Sevir: Mentre un gruppo potrebbe occuparsi della questione dello scafo, l'altro potrebbe occuparsi di queste Quattro Corone. Non possiamo rischiare che il nostro viaggio si interrompa ancora prima di oltrepassare Kaap Northe!"
Feowl: "Io cercherò informazioni sulla compagnia ma il nostro caro finanziere deve venire con me per un approccio diretto appena avrete risolto la questione dell'aeroscafo."
Seamus: "Sono d'accordo. Tanto per lo scafo basterà che vi dica dove andare e che nomi fare. Vi darò anche una piuma per farvi riconoscere."
Il doc Bristle annuisce: "Io sono già stato a Sevir, Bran. In effetti penso di sapermela cavare in città: sono un dottore, ma sono anche un mercante all'occorrenza, non so se..." si schiarisce la gola: "Comunque, voi gentlemen occupatevi delle Quattro Corone, lasciate a noi altri lo scafo."
Gally: "Qual'è il nome del tuo amico inventore, Seamus?"
Bran: "L'ingegnere di cui vi parlavo si chiama Aäron Leeuwerik: è un genio della meccanica indebitato fino al collo, sarà ben contento di aiutarci."
Northeburg: "Beh, direi che abbiamo una linea d'azione!"
Whydah Gally: "Sì, ad ognuno il suo. Di sicuro ci aspetta un bel da farsi lassù."
Shaw Feowl: (Qualcosa mi dice che presto avrò la mia vendetta.) "Non vedo l'ora di scoprire chi siano queste Quattro Corone."
Seamus, col suo tono sarcastico: "Come al solito, l'economia della città va a rotoli mentre sono via. Non preoccupatevi, ci riprenderemo Sevir e toglieremo di mezzo questi Quattro Principianti."

Mayra, la sacra capitale dell'Impero Hesperide.
Nella notte più profonda, rischiarata solo dalle fioche candele della piccola cripta sotto l'antica cattedrale dedicata al Verbo di Eixo, vestita dei suoi stracci legati dalla rossa fascia dell'Inquisizione, un'Aviz è assorta nella preghiera più profonda, uno stato contemplativo superiore, privilegio di pochi eletti. Nemmeno i passi leggeri, attorniati da pesanti passi al suo seguito, interrompono la sua meditazione. Mentre i pesanti passi si fermano rispettosi all'ingresso del luogo sacro, i leggeri passi proseguono al suo interno. La luce di una lanterna illumina la figura regale della Principessa Imperiale Avìla, benché coperta da una cappa. A quella presenza, la nuova Inquisitrice di Hesperia mormora, senza voltarsi: "Che cosa vuoi?" La sua voce è calma, ma la Principessa riesce ad interpretare anche la minima variazione del tono e, compiaciuta dentro di sé di averla disturbata: "Non volevo disturbarti, sorella mia. Volevo solo augurarti buon viaggio. So che è arrivato il momento di partire..." 
Capo sempre chino, rivolto verso le reliquie dei tanti santi che riposano sotto le pesanti lastre, la risposta giunge nitida: "Mi auguro solo che tu sappia cosa stai facendo, sorella, perché è con l'eredità di tutto ciò che i nostri avi hanno costruito che stai giocando..."
La voce della Principessa si fa pungente, pur senza perdere la sua grazia: “Peccato che tu non possa far parte di tale eredità...”
Colpita nel vivo, persa completamente la quiete dell'anima, Cantabria si volta di scatto verso sua sorella, ma quei delicati passi si sono già allontanati.
L'Inquisitrice tenta di tornare alla sua meditazione, inutilmente.
Un unico pensiero adesso affolla la sua ingegnosa e tormentata mente: solo compiendo il suo destino di Inquisitrice potrà dare un senso alla sua esistenza.

È ora che la caccia abbia inizio.

FINE DELLA SESSIONE

1 commento:

  1. E ci siamo rimessi in pari gente!
    Ho aggiustato qua e là, rileggetevi la sessione!

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