domenica 11 gennaio 2015

ATMOSPHAERA Capitolo IV: Verso il Santuario.


Porta Gharve, l'ora prima dell'alba. Nel quieto silenzio della Commenda, si odono distintamente dei passi sul pavimento in legno dello stretto corridoio sul quale si affacciano le celle. Mentre i chierici che dimorano tra queste antiche pareti di pietra si apprestano a raggiungere la cappella per le prime preghiere del nuovo giorno, due loschi individui, sebbene con indosso le stesse tuniche grigie, si aggirano nell'edificio alla ricerca del proprio alloggio. Un Aviz nero ne sorregge uno blu, visibilmente ubriaco. Shaw, che possiede il sonno molto leggero, subito scatta in avanti quando la porta della cella si apre mostrando gli altri due compagni. Quella che è stata una lunga nottata si sta concludendo solo adesso. E del guercio pirata ancora nessuna traccia. 
Shaw con il pugnale in mano studia i due compagni. Quando l'abbassa accorre ad aiutare: "Stavo per sgozzarvi."
Whydah si limita a grugnire.
Seamus trasporta il compagno fino a un giaciglio, dove lo lascia cadere come un sacco scomposto: "Ehilà, Shaw. Com'è andata per voi?"
Feowl: "Una rissa finita male. È l'unica cosa che ti posso dire."
Marlin, svegliatosi per il trambusto: "Rissa... Sembrava più un agguato! E sapevano chi eravamo: dovremo chiedere molte cose al nostro amico inquisitore. Voi non avete avuto problemi sembra..."
Dal becco di Why cola una striscia di bava mentre annuisce.
Seamus sospira: "Avete presente quando dicono che i pirati reggono l'alcol? Beh, sono leggende."
Why tende la mano a Seamus: "Ma... Quel pesce aerostato...”
Seamus un po' perplesso la afferra.
Whydah sorride al seviriano: "Amico."
"Amico." Seamus sorride a Why. 
Shaw taglia corto: "Cosa siete riusciti a fare?"
Seamus: "Abbiamo reclutato qualche membro dell'equipaggio: un cuoco e un medico, tutta gente a posto... Insomma, nei limiti del tollerabile."
Marlin non è molto impressionato: "Bel risultato, ma senza uno scafo non ce ne facciamo molto... Sarebbe stato meglio fare tutto questo dopo averne trovato uno. Non sono un esperto, ma per ogni tipo di aeroscafo, servono avieri esperti nello specifico tipo di vascello."
Shaw: "E non dobbiamo trovare neanche uno scafo qualsiasi,  ce ne serve uno in grado di resistere alle tempeste del Nord."
Bran: "La compagnia commerciale da cui abbiamo preso l'equipaggio ha diversi scafi che sono adatti ad andare verso Northe, visto che commerciano con i territori di quelle parti: penso che potreste venire a dare un'occhiata a quelle per vedere se sono adatte alla traversata che vogliamo fare..."
Gally: "Devo dormire, eh..."
Seamus sospira: "...Visto che l'asso dei cieli è fuorigioco. Un mercantile, modificato per l'occasione, potrebbe fare al caso nostro. Altrimenti non saprei dove trovare un mezzo adatto, quelli per le esplorazioni sono esclusivo appannaggio dell'Aviazione Imperiale, se non erro."
Gally borbotta: "Prendiamo ora uno scafo, dopo montiamo così per il coso..."
Shaw osserva il pirata scuotendo la testa: "Non voglio lasciare l'asso qui da solo....”
"Riesco a camminare. Non riesco a... Parlare." Whydah si alza faticosamente in piedi.
"Questo può schiarirti le idee." Marlin prende una bacinella d'acqua e ne la rovescia addosso: "La miglior cura contro una sbornia."
La doccia fredda riavvia il cervello di Gally il quale saltella scuotendosi l'acqua di dosso: "Sono pronto, più o meno..."
Marlin è soddisfatto: "Seamus, vai a chiedere a qualche sorella se può fornirci indumenti puliti. Dei pellegrini che trattano scafi in porto darebbero troppo nell'occhio."
Seamus: "Vado a cercare dei vestiti, se proprio volete cambiarvi, ma non è impossibile che degli umili chierici vengano mandati dai loro superiori in giro a svolgere faccende come comprare cose al porto per le spedizioni religiose o come le chiamano."

Nel corridoio, Seamus incrocia la stessa consorella che, qualche minuto fa, ha loro aperto il portone dell'edificio, un'Aviz grande e grossa dallo sguardo severo. La chierica si rivolge spazientita a Bran: "Desiderate, confratello? Stavo venendo a vedere cosa fosse tutta questa agitazione."
Seamus si esibisce in uno smagliante sorriso "Un semplice incidente, sorella. Un nostro compagno di cella si è accidentalmente rovesciato addosso la brocca d'acqua. Ha per caso degli indumenti di ricambio? Qualunque abito va bene, mentre quello del nostro povero fratello asciuga."
La corpulenta chierica annuisce e di malavoglia va a cercare qualche indumento.
Vedendola passare, Whydah si affaccia dalla cella facendo l'occhiolino ricevendo in risposta un'occhiata in grado di stendere un Apocrita.
Shaw commenta da dietro il pirata: "Non credo tu sia il suo tipo...."

Bran rientra nella cella e Feowl chiude la porta dietro il compagno. Dopo qualche secondo di silenzio, il mercenario decide di giocare a carte scoperte: "Abbiamo l'aviazione a darci la caccia." annuncia bisbigliando.
Seamus, in tono scettico: "Come mai scusa? E da quando poi? Ti riferisci all'aggressione che avete subito?"
Marlin: "Esatto. E la cosa migliore sarebbe comunicare l'accaduto all'Inquisitore Velazquez al più presto."
Shaw Feowl: "Abbiamo bisogno di uno scafo veloce e facilmente manovrabile per sfuggire ai galeoni dell'Aviazione Imperiale... quelli sono delle vere e proprie fortezze galleggianti. E soprattutto dovremo apportare delle modifiche radicali: propongo di occuparci della nave direttamente a Northe, cosa dite? Non c'è posto migliore di quello per quanto riguarda gli aeroscafi dei cieli glaciali. Io non ho nulla in contrario  a reagire con energia se si dovessero presentare i servitori dell'Impero..." dice imitando un acciarino con le mani: "Ma non avere cose che appesantiscano la nave ci darà sicuramente un vantaggio: quindi conto anche sul minimo indispensabile di arsenale.”
Bran: "Una nave veloce e facilmente manovrabile, Eh? Beh, io so che quella compagnia ogni tanto partecipava a quelle cose che in questi paesi flagellati dalle tasse e dalle dogane chiamano contrabbando. Noi a Sevir lo chiamiamo libero mercato... Sfogliando i registri, ho segnato alcuni nomi di vascelli che hanno usato ultimamente. Qualcuno sembra fare al caso nostro, stando a quello che dici. Navi piccole, leggere e manovrabili, con qualcosina per difendersi e guadagnarsi tempo per scappare."
Northeburg: "Io dico di non essere avventati, e aspettare istruzioni prima di procurarci uno scafo."
Proprio in quell'istante, qualcuno bussa alla porta della celletta.
"Si?" dice Shaw allontanandosi dalla porta e preparandosi al peggio.
Dall'altra parte, il mercenario riconosce la gentile voce della chierica della scorsa sera: "S-scusate. Ho portato dei vestiti..."
Shaw nasconde il pugnale nella manica, pronto comunque ad usarlo in caso di necessità. Con un gesto suggerisce al Santo di aprire.
Marlin apre la porta, abbastanza infastidito dalla paranoia del suo compagno.
La giovane chierica fissa con i grandi occhi color miele il suo idolo mentre tiene tra le braccia un cestone di abiti da popolano: "Ecco. Qualcosa preso dalle donazioni per i bisognosi..." poi, sussurra, sempre al Santo: "Se volete partire, vi consiglio di farlo a breve, la carovana per la Sacra Capitale lascerà Porta Gharve con i primi raggi del sole." poi, lascia scivolare nel cestone dei vestiti un piccolo foglietto di carta: "Vi auguro una buona giornata, confratelli."
Whydah fa l'occhiolino anche a questa: "grazie sorella"
La giovane chierica abbassa il capo, imbarazzata.
Northeburg: "Grazie sorella, che Eixo la benedica."
Seamus fa un cenno di saluto: "Grazie!"
Marlin prende il cesto, china il capo in segno di riconoscenza e chiude la porta. Poi, legge il contenuto del messaggio, tenendolo basso, in modo che anche i suoi compagni possano sporgersi a leggerlo.
Il biglietto, del formato che si usa in genere per i piccioni viaggiatori, scritto in una grafia impeccabile, recita: "Arrivati presto il Santuario del Grande Giorno, abbandonate la carovana per Mayra senza indugio: sarò lì ad aspettarvi."
Shaw indossa degli abiti poco vistosi, calando la tunica sopra di essi.
Il santo fa lo stesso, aiutando poi Shaw a sistemare i particolari per farlo sembrare un vero chierico.
"Grazie confratello." dice Shaw con una certa ironia.
Seamus afferra qualche vestito, poi prepara il suo sacco da pellegrino: "Comunque, adesso parte dell'equipaggio lo abbiamo, magari l'inquisitore potrebbe aiutarci almeno per la nave."
Northeburg osserva i compagni: "Ora mi sovviene il dubbio: non manca qualcuno?"
Why si infila alla meno peggio la tunica e dice: "Il capitano!!"
Bran: "Sai che fine ha fatto?"
Feowl: "A sto punto non credo tornerà. E mi chiedo, non sarà lui che ci ha venduti?"
Bran: "Venduti? Ti riferisci all'agguato?"
Feowl: "Secondo te quattro soldati attaccano un chierico che passa cosi a caso?"
Gally è infastidito dall'insinuazione del mercenario: "È più probabile che qualcuno ci abbia scoperti. Il capitano non gioca sporco!"
Seamus sospira: "Beh allora speriamo che la nostra copertura duri abbastanza per farci lasciare la città. Magari il capitano è stato catturato e ha raccontato tutto."
Northeburg: "Che facciamo? La carovana parte tra poco: lo lasciamo indietro?"
Feowl: "Tu sai più come muoverti: informa la tua spasimante che se dovesse tornare faremo sapere la nostra posizione al più presto."
Seamus fa spallucce: "A Sevir diciamo "chi tardi arriva, muore in miseria"."
Whydah Gally: "Noi pirati diciamo: chi non aiuta il capitano, è un'infame.".”
Marlin Northeburg: "Allora usciamo e lasciamo questa avvertenza all'uscita. Vedila così, se il capitano sparisce, è il vice che diventa capitano."
Whydah sospira: "Giusto, ma preferirei non doverlo diventare in questo modo."
Shaw lo prende sotto il braccio: "Non possiamo mandare all'aria la missione per investigare. Sicuramente presto ne avremo notizie, ora dobbiamo avanzare."
Marlin: "Anche perché se non saremo puntuali potrebbe farci di nuovo sbattere in cella, o peggio, mandarci al patibolo."
Whydah: "in ogni caso, andiamo."
Shaw Feowl: "Cosi si parla ragazzo."
Seamus osserva rispettosamente questo momento sentimentale prima di avviarsi tranquillamente all'uscita.
Prima di uscire Marlin si raccomanda alla giovane chierica di riferire al loro compagno, nel caso si faccia vivo, di raggiungerli alla carovana.
Il gruppetto, dopo essersi fatto dare le indicazioni necessarie, uscito dalla Commenda si incammina lungo la ripida scalinata che tortuosa si inerpica nella roccia verso la superficie. Il cielo comincia a colorarsi di una gentile tonalità rossastra mentre le stelle notturne si spengono ad ogni gradino. 

Ormai arrivati in cima, la grande distesa verde dell'altipiano Hesperide si presenta davanti a loro in tutta la sua vastità. l'alone rossastro segna in cielo per qualche istante l'arco sacro che cinge Atmosphaera, spoglie fossili di un'antica divinità. Nello spiazzo alla fine della scalinata sono raggruppate attorno alle alte colonne di pietra che si stagliano irregolari, resti di un antico edificio ormai perduto, diverse carovane che vengono caricate delle merci del porto tramite il sistema di bracci che  trasporta fino in superficie i carichi.
Ognuna delle consunte colonne reca sulla sua sommità lo stemma di una città differente di Hesperia, corrispondente ad una precisa destinazione di viaggio. Attorno alla colonna con le regali insegne di Mayra è raggruppata la carovana più numerosa, come ovvio. I possenti varani da traino, con la loro coriacea e ruvida pelle grigiastra, quieti attendono il segnale di partenza.
Gally li guarda intimorito: "Odio quei rettili..."
Marlin: "Seamus, vai a trattare per il trasporto fino al Santuario del Grande Giorno."
Seamus sospira: "Eh? Pensavo i chierici non dovessero pagare!"
Marlin: "Appunto: io non devo pagare. Voi altri non fate gli avidi e non private un onesto mercante e la sua lucertola del loro pane."
Seamus alza gli occhi al cielo: "Nel caso non te ne fossi accorto anch'io sono un pio pellegrino che vuole andare in quel posto lì... come si chiama? Il Santuario. E poi non esistono mercanti onesti..."
Whydah: "Io se posso, non pago..."
Shaw si limita ad annuire.
Northeburg alza le spalle: "Ah, siete impossibili!"
Seamus si dirige verso la colonna di Mayra: "A casa mia, “avido” è un complimento..." 
Marlin scuote il capo e lo segue assieme agli altri.
Il capitano della carovana da l'ordine a tutti i passeggeri di ultimare i preparativi e di salire nei vari rimorchi, la maggior parte di essi poco più che carri merci riadattati a veicoli passeggeri. Un folto gruppo di pellegrini dalle più diverse tonache che tradiscono le più disparate provenienze da ogni parte dell'Impero, è radunato in tre rimorchi uniti assieme in una fila e trainati da quattro varani che, alzatisi sbuffando, si apprestano a partire.
Shaw: "Credo dovremo salire."
Whydah monta a bordo borbottando: “So già che soffrirò il mal di terra...”
Seamus segue i due: "Se qualcuno mi chiede qualcosa di religioso, ho fatto voto di silenzio..."
Anche Marlin sale sul carro, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo tra la folla cercando di scorgere il compagno ancora mancante.
I quattro, si schiacciano in fondo al rimorchio, il cui tetto è poco più che un telo  su un'impalcatura di legno dal quale non è neppure possibile ammirare il paesaggio. Nella loro panca si siede, a rendere il viaggio ancora meno comodo, un voluminoso chierico, grasso come un tacchino e dallo stesso piumaggio scuro, che con espressione gioiosa chiede loro: "Qualcuno sa delle canzoni adatte al viaggio? Cinque giorni per raggiunge la Sacra Capitale sono parecchi!"
Shaw si pente subito di ciò che sta per fare, e si gira verso Marlin guardandolo.
Il Santo, con sincerità: "Potremmo intonare quello inno ad Eixo, per avere un po' di benedizione lungo il cammino!"
Whydah batte le mani come un pulcino: "Bell'idea!"
Il corpulento chierico annuisce soddisfatto: "Ben detto fratello di Santa Almizra, questo è lo spirito giusto!" replica prima di attaccare bottone: "Lei è di Northe, vero? Lo presumo dall'accento così tipico. Io sono di Agrevia, ha presente? L'arcipelago dei templi e delle rovine della Prima Colonizzazione? Lo sa che cosa si dice...? Mai viaggiare a stomaco vuoto!" 
Quando il chierico estrae un piccolo contenitore al cui interno si scorgono diversi Vermi del Riposo, è chiaro a tutti che il viaggio sarà molto, molto lungo.
Seamus sospira per l'ennesima volta e si fa avanti un po' riluttante: "Nella mia città, Sevir, c'è un canto che alcuni commercianti cantano prima di partire per un lungo viaggio e per attirare la benedizione di Eixo su di se' prima di partire. La maggior parte degli abitanti di quella città la vede come una superstizione..." l'Aviz lancia un'occhiata eloquente al Santo: "... ma si tratta di una delle poche cose religiose che sopravvive li'."

Dopo diverse ore di caldo asfissiante all'interno del rimorchio, la carovana sembra fermarsi, finalmente.
Nessuno di loro è sicuro di dove siano al momento.
"Dove siamo adesso, fratello?" Chiede Marlin al confratello grasso.
Whydah è visibilmente stremato dal mal di terra:"Oh, adoro viaggiare sul suolo!"
Il grosso chierico, che cerca di osservare fuori alzando il telone di copertura esclama, ansimando per il caldo: "sembra che siamo fermati nei pressi di un posto di blocco, non c'è nulla qui fuori se non i campi di girasoli e la strada."
Bran: "Quanto dista al santuario del grande giorno?"
Il chierico: "dovremmo arrivare nel tardo pomeriggio, tra due ore massimo." 
Whydah Gally: "Spero che siano davvero due ore di viaggio. Mi rimangio la mia frase di prima: odio la terra!"
All'esterno si odono, sui lastroni della via. i pesanti passi di lucertole corazzate percorrere in lunghezza la carovana da entrambi i lati.
Shaw mantiene la calma.
I rettili bardati con corazze argentate sfilano a pochi passi dai tre rimorchi dei chierici, le loro ombre si intravedono oltre il sottile telone. Poi, passando oltre, completano in lunghezza la carovana dirigendosi nuovamente verso Porta Gharve, la direzione nella quale sono venuti.
Dopo quella che sembra un'eternità, la carovana riparte. 
Il chierico sospira: "Sempre queste formalità... l'Aviazione Imperiale ci tiene a fare sapere a tutti che ci osservano..."
Marlin: "La sorveglianza deve essere stretta: con ciò che sta accadendo nel Nord dell'Impero c'è poco da stare rilassati."
Shaw si affaccia di poco per controllare che la via sia quella. "In che direzione si trova il santuario?"
Il rotondo chierico risponde: "Nella direzione nella quale ci stiamo dirigendo." sollevando il più possibile il telone: "Vede, fratello, quei monti? Inerpicato lì sopra si trova il Santuario del Grande Giorno... sapete, no? Il giorno nel quale gli Aviz sono divenuti un popolo solo. Lì, protetta dalle difese naturali, s trova la libreria imperiale dove confluiscono tutte le copie dei volumi sparsi nei vecchi regni..." sospira pesantemente: "Volete qualche verme? Me ne avanzano!"
Seamus, che non rifiuta mai cibo gratis; "Perché no? Grazie."
"No grazie" dice Why sorridendo.
Marlin ne prende un po': "Se non le dispiace, dato che ho un certo appetito." .
A Shaw la situazione non torna e continua a rimanere in tensione, preparato nel caso ci fossero ulteriori interruzioni del tragitto in vista.
Con sorpresa del mercenario, il viaggio continua senza ulteriori emozioni e persino la compagnia di quel chierico diviene piacevole. 

All'imbrunire, la carovana giunge ai piedi della catena montuosa sulla quale si trova il Santuario del Grande Giorno, presso una stazione di posta all'inizio della ripida strada che si inerpica verso i picchi. Subito un via vai si forma attorno ai rimorchi ed i chierici in pellegrinaggio si apprestano ad intraprendere l'ultimo tratto del loro viaggio mentre i mercanti sistemano i carichi destinati al santuario sul dorso di alcune lucertole da soma. Il grasso chierico, ancora a bordo del rimorchio, saluta il gruppetto, già in strada, col suo tono festoso: "Questa è la vostra fermata. Islebia, Islebia Sibeno: così mi chiamo. È stato un piacere, fratelli."
Seamus: "Piacere, fratello Islebia. E buon viaggio!"
Whydah Gally: "Arrivederci!"
Feowl: "Islebia: lo ricorderò."
Northeburg: "Faccia buon viaggio e che la Benedizione di Eixo scenda su di lei."
Mentre si apprestano ad incamminarsi seguendo gli altri chierici, il capitano della carovana, sceso dal suo traino, si avvicina rapidamente a loro sventolando la mano: "Scusate!"
Il mercenario copre le mani con le maniche del saio prendendo il pugnale nascosto e lanciando una veloce occhiata a Marlin.
Northeburg non si scompone: "Dica pure."
Il carovaniere, immaginando che Marlin sia la guida tra di loro: "Mi scusi, Chierico, uno degli Avieri Imperiali del posto di blocco mi ha detto di consegnare ai pellegrini di Santa Almizra sul terzo rimorchio questa scatoletta." dice porgendo un piccolo contenitore di legno: "Scusi ancora per il disturbo e buon pellegrinaggio."
Marlin prende la scatoletta e ringrazia: "Eixo la benedica, e faccia in modo che i suoi viaggi siano sempre sicuri e fruttuosi."
Il capitano della carovana si congeda gentilmente per tornare nuovamente alla testa del convoglio.
Whydah osserva con apprensione la scatoletta: "Io non l'aprirei... Facciamolo fare da qualcun altro!"
Shaw fa cenno al Santo di passargli la piccola scatola e la rigira tra le mani: "Non vorrei che avessimo trovato il nostro compagno..."
Fatto un respiro profondo, il mercenario solleva leggermente la parte superiore del contenitore per osservare cosa vi si trovi all'interno: con sua sorpresa, la scatoletta è ricolma di chicchi rotondi e marrone scuro, di una pianta a lui sconosciuta, che emanano una gradevole fragranza. Shaw la richiude subito.
Seamus, come sempre curioso: "Che c'è lì dentro?"
Shaw porge al compagno il contenitore: "Non lo so..."
Seamus ritrova all'interno di quel contenitore dei chicchi identici a quelli mostrati loro dall'Inquisitore in prigione. Stessa fragranza, stessa forma, una quantità molto maggiore. Il seviriano pensa a cosa possa esserci di tanto interessante in quei chicchi e che, da qualche parte nell'Impero, qualcuno sarebbe sicuramente disposto a pagare oro per averli.
 A vedere meglio nella scatola, spunta qualcosa di bianco, forse un bigliettino.
Marlin lo afferra e nota che la calligrafia è differente rispetto a quella vista la mattina stessa. Il breve e lapidario messaggio recita: "Un regalo per l'Inquisitore, vista la sua passione per il gusto del proibito."
Northeburg: "Un messaggio intimidatorio a quanto sembra. Di sicuro questa notizia non rallegrerà Velazquez.."
Shaw, pensieroso: "In tal caso, dobbiamo muoverci: l'Inquisitore potrebbe essere in pericolo."
Whydah mormora a becco stretto: "Francamente, io vorrei sapere dov'è il capitano..."

Porta Gharve, ormai notte fonda.
Giunti alle scuderie dell'Aviazione Imperiale, lasciate le lucertole corazzate al meritato riposo, gli Aviz dell'ufficiale dal becco d'argento corrono rapidamente a fare rapporto: la consegna è stata ultimata. Nell'alloggio che si affaccia sul porto dove i tanti scafi sono lucciole nell'oscurità più intensa del cuore delle rocce, l'ufficiale dalla vistosa protesi sul becco congeda rapidamente i suoi uomini: il fallimento della cattura dei nuovi giocattoli dell'Inquisitore è stato un successo, non resta che inventare una scusa ragionevole per i suoi superiori, come sempre. Finalmente solo, lo sfregiato Aviz è libero di togliersi quella così fastidiosa maschera per tornare ad essere semplicemente se stesso. Sul suo tavolo, ordinatamente posizionati, un acciarino, un coltello ed una tonaca grigia.

Il sangue ormai è rappreso.

FINE DELLA SESSIONE

1 commento:

  1. Un aggiornamento? Cosa?!

    Ho dovuto modificare abbastanza i dialoghi in alcune parti perché rileggendoli non filavano ma sono soddisfatto del risultato.

    RispondiElimina