giovedì 9 dicembre 2010

Première # Issue: EMPIRE STATE SOCIETY, NYC. [21/12/1939] primo tempo.







Una stella. 
Una  stella vividamente comincia a risplendere attraverso la striscia di sereno che lentamente si apre sopra il cielo plumbeo di New York Capital nella lunga notte del solstizio d'inverno. 
Le instancabili luci della città risplendono e lampeggiano laggiù sulla sterile terra disegnando fantasmi nelle nubi. 
Cinquecento metri sopra le frenetiche vite dei newyorkesi fluttua maestosa ed elegante la più grande aeronave mai costruita. 
LNA Atlantic. 
Lo scafo lungo quasi mezzo chilometro getta un'ombra sull'intera Manhattan mentre il suo dorso argentato dalle rifiniture blu brilla ai raggi di un'opaca luce lunare.
Le luci di posizionamento lampeggiano decise nell'oscurità mentre i cavi d'acciaio che imbrigliano l'Atlantic agli attracchi vibrano tesi per la corrente ascensionale che sibila e fischia sulla sommità dell'Empire State Building. 
Alla sua base, quattro figure avvolte in lunghi e pesanti soprabiti invernali osservano il traffico serale della città che non dorme mai sul marciapiede della Fifth Avenue. 
Bagagli in spalla, per  le mani stringono l'Almanacco dei Newyorkesi da cui spuntano i biglietti d'imbarco.
I loro sguardi si incrociano.
Un uomo alto sulla quarantina dall'aspetto trascurato,  viso slavato e non rasato.
Un giovane serio e pacato i cui sandali di legno spuntano da sotto il giaccone. Un distinto signore dalla carnagione olivastra e dalla folta barba curata.
Uno yankee in abito scuro e lucidi capelli neri inzuppati nella brillantina.
Non si sono mai incontrati prima d'ora, ma in qualche modo sanno di aver di fronte le persone giuste.
Una Ford Deluxe Tudor Sedan nera accosta di fronte ai quattro lasciando scendere dallo sportello posteriore un uomo dall'impeccabile completo firmato che odora di governativo da cima a fondo. "Alexander Bride, Kyo Ōshima, Howard Loughead ed il professor Bagrat Mirboleen. È corretto?"  l'occhio non coperto da una benda nera li squadra per un paio di secondi per poi aggiungere: "Presumo che abbiate ricevuto i biglietti d'imbarco allegati alla missiva. Mi chiamo Joseph Shepherd e sarò la vostra guida."
Howard accenna un gesto con la testa: "Piacere...".
Al si guarda attorno squadrando il piccolo gruppo formatosi e rimane in silenzio.
Bagrat pensa a cosa starà per succedere. Kyo non presta troppa attenzione alla conversazione, la sua mente e affollata da altri pensieri.
L'uomo d'innanzi a loro estrae dalla tasca del completo quattro biglietti da visita con scritto a caratteri dorati "EMPIRE STATE SOCIETY, NYC." e li porge con una gentilezza formale ai suoi ospiti: "Benvenuti nell'Empire State Society, da questo preciso istante ne siete soci." 
Howard sente voglia di accendersi un sigaro, è estremamente annoiato: (Perche diavolo sono venuto? E pensare che avevo ricevuto richieste anche per un paio di voli...)
Alexander osserva la scritta senza dire una parola: (ma chi ce lo ha fatto fare...? Potevamo restare in prigione...) (Piantala...)
Bagrat rigira tra le sue mani il biglietto e lo infila nell'almanacco.  
Sicuramente l'uomo che ha davanti a sé almeno all'apparenza segue le regole.
Kyo si ricompone immediatamente e prende il biglietto che gli viene gentilmente offerto. 
“Se volete seguirmi, il tempo a nostra disposizione non è generoso...” Shepherd varca le pesanti porte a vetro dell'ingresso accertandosi di essere seguito. 
I passeggeri in attesa di essere imbarcati a bordo affollano la gelida hall del grattacielo più alto del mondo, realizzata come il resto dell'edificio in una raffinata Art Déco. 
Le hostess della White Star Line fanno defluire la folla verso l'ascensore della compagnia mentre un paio di agenti di polizia vigilano sulla scena.
Shepherd a passo deciso si avvia verso gli elevatori liberi ed uno di essi con un sibilo raggiunge il piano terra aprendosi con uno scatto a due passi dall'uomo. 
Una volta saliti  al suo interno e premuto il tasto “86°” le porte si chiudono e comincia la veloce corsa verso l'alto.  
D'un tratto, Shepherd schiaccia il pulsante di emergenza e l'ascensore subisce una brusca frenata; con una voce priva di qualsiasi accento o sentimento è libero di parlare ai suoi quattro ospiti: "Signori, ognuno di voi vale cinquanta milioni di dollari, fanno duecento milioni netti: questa è la quotazione della Società a Wall Street; questo è il valore delle vostre vite." "Ne sono consapevole. Meglio non farsi male se è quello che intende..." dice Bagrat, sorridendo quasi automaticamente. 
Kyo non apre bocca, le parole appena pronunciate dalla sconosciuto non lo toccano minimamente: per lui non è mai stata una questione di denaro, non comincerà ad esserlo questa sera. 
“Interessante...” mormora Howard senza mostrare reale interesse. 
Alexander si appoggia alla parete, tira fuori dalla tasca quello che sembra un quadernetto e comincia a leggerlo distrattamente, sfogliando velocemente tra le pagine: "Mi sento sopravvalutato..." (Già...io non darei più di cinque dollari per te...) (La vuoi piantare?!) (Strana squadra... potremmo riuscirci veramente...) pensa Bagrat osservando attentamente le reazioni dei suoi nuovi compagni. Shepherd, vagamente infastidito dalle reazioni dei presenti: "Non ho molto tempo da perdere: professor Mirboleen, illustri il motivo per cui esiste la nostra Società." 
"Posso accendermi un sigaro nel frattempo?" domanda Howard come se nulla fosse. Shepherd: "È vietato fumare in ascensore, lo sanno tutti."
"Signori..." dice Bagrat con aria grave rivolgendosi agli altri tre: “La missione è  di vitale importanza, per questo siete stati convocati assieme al sottoscritto. Il nostro compito sarà quello di trovare una persona sospettata di essere infetta con un nuovo ceppo del virus, il “paziente zero”. La responsabilità è tutta nostra..." poi, guardando Howard: "Questo nuovo ceppo potrebbe significare la morte di tutta l'umanità." 
Howard sbuffa contrariato dal divieto più che dalla notizia. 
Alexander: (Lo dice come se fosse una cosa brutta...) 
Kyo, con occhi torvi  non smette di fissare Mirboleen il quale a sua volta lancia un'occhiata al loro accompagnatore: "Signor Shepherd.... Nonostante tutto, questa è la squadra." Howard, passandosi una mano tra i capelli: "Fatemi capire: una volta trovato questo tizio cosa dovremmo fare? Farlo fuori?"
Alexander smette di leggere ed alza la testa fissando il professore.
Bagrat: "La nostra missione è trovarlo. E basta. Su questo voglio essere chiaro.""Una cosa alla volta, signori."
Shepherd taglia corto: "Sul volo dell'Atlantic delle 21.30 per Parigi sta per imbarcarsi un uomo. E' un nemico del genere umano, possiede informazioni legate al paziente Zero. Catturate quell'uomo, penserete successivamente ad interrogarlo. Quello che mi preme è averlo sotto la nostra custodia al più presto possibile. Avete un'ora di tempo dall'inizio del volo per catturarlo dopo di che sarete troppo lontani dalla costa per ritornare indietro con le vostre forze."
Kyo fa scontrare il suo sandalo contro una parete dell'ascensore producendo un suono secco: "Perché avete reclutato così tanti uomini per un lavoro così semplice?"
"Ottima osservazione, signor Ōshima. Quell'uomo è scortato da uomini della CIA, l'intelligence della Società delle Nazioni. È impossibile per  un membro dell'agenzia per cui lavoro anche solo avvicinarsi. Per questo mi servite voi." Shepherd si aggiusta il colletto della camicia.
Kyo: "Agenti della CIA... un nuovo ceppo del virus... capisco."
Alexander: "Suppone che ci sia il rischio di un combattimento a fuoco, per catturare quest'uomo...?"
Shepherd: “Non lo escudo affatto.”
Bagrat:"Perché non fermare l'aeronave in partenza dunque?"
Shepherd: "È  vitale che voi prima saliate su quel volo e poi catturiate il soggetto. Se lo fermassimo a terra saremmo sotto la giurisdizione diretta di New York Capital, vale a dire della Società delle Nazioni stessa. Ed è proprio quello che non vogliamo. Lasciato il suo spazio aereo sull'Oceano al contrario sarete liberi di agire indisturbati. Ma attenzione, allontanarsi troppo potrebbe essere problematico. Non mi importa se dovrete affondare l'intera aeronave, voglio quell'uomo vivo, questo è l'obbiettivo imprescindibile."
Howard: "A questo punto faremmo prima a prendere il controllo dell'aeronave... ci troveremmo l'Aviazione Unificata alle calcagna se qualcosa dovesse andare storto, ma sarebbe un problema secondario..."
Bagrat:"Capito. Non sono bravo negli assalti frontali." (non sono mai stato bravo a combattere, men che meno su un aggeggio che vola)
Alexander: "Perfetto. Sappiamo almeno con quanta gentaglia avremo a che fare su quel volo?"
“La scorta privata assegnatagli dalla Società, presumo tre agenti massimo. Di certo non si aspettano un assalto sull'Atlantic. Questo gioca a nostro favore.” Shepherd estrae dal suo portafogli una fotografia a colori: “Lo riconoscete, vero? Lo avrete sicuramente visto alla televisione durante la cerimonia di apertura del World Fair: si tratta di Arthur Newman, il fisico più influente del XX secolo. Non è solo colui che ha pubblicato la teoria della relatività, è un uomo di punta della Società delle Nazioni, per questo è scortato dalla CIA."
Kyo: "Quindi non avremo problemi ad identificare il bersaglio con tutto quel movimento.... un fatica in meno."
Howard guarda distrattamente la fotografia, non gli dice nulla di particolare, giusto qualche volta l'aveva visto sul giornale.
Alexander fissa la foto per qualche lungo istante: (Mai visto...) (siamo stati così a lungo lontani, ovvio.)
Bagrat invece conosce molto bene il lavoro di Newman, ma mai creduto ai troppi meriti che la Società ha attribuito a quell'uomo. 
Il fatto che si trovi su quella foto  non è che la conferma dei suoi sospetti. 
L'ascensore raggiunge l'ottantaseiesimo piano dell'Empire State Building, la terrazza panoramica. 
Un forte vento stropiccia i loro soprabiti mentre la notte stellata ha strappato la corazza di nubi ed avvolge come una cappa la città che non dorme mai. 
Lo spettacolo è da capogiro, sotto di loro tutta la magnificenza del cuore del mondo risplende illuminata a festa.
Si può scorgere Le Méditerranée e la sua torre, il Ponte di Brooklyn, la monumentale sede della Società delle Nazioni, i cantieri della Liberty Tower e tutte le strade ed edifici brulicanti di vita.
Ma è sopra di loro che staziona la meta.
La sagoma nera del dirigibile è illuminata a spazzi dalle luci di posizionamento, l'immensa aeronave è attraccata sulla cima della guglia di ancoraggio e gli ormeggi metallici stridono per la tensione. 
Shepherd indica i loro "bagagli a mano": "Avete portato tutto ciò che vi occorre? Perfetto." L'uomo fissa l'Atlantic: "adesso non vi resta che arrampicarvi. Non vorrete farvi perquisire, immagino."
Alexander mentre estrae come gli altri dalla sua sacca delle imbragature per affrontare la scalata cerca di non pensare a che altezza si trovano.
Bagrat: "Rien ne va plus. Arrivederla Shepherd, ci auguri buona fortuna."
Shepherd fissa Mirboleen: "un'ora massimo, professore, non lo dimentichi." poi si piazza difronte ad Howard: "Signor Loughead, le affido la quadra."
Bagrat: "Un'ora può bastare...forse."
"Se ci rivedremo spero che vorrà raccontarci la verità, su tutto intendo." Kyo accenna ad un sorriso.
Howard: "Questa manica di strambi? Certi lavori preferisco farli in solitaria... comunque... forza! Saliamo: non ho certo voglia di farmi frugare addosso dai miei ex colleghi..."
Alexander una volta terminato di prepararsi si rivolge a Shepherd "Mandi Nox affanculo da parte mia... lo sa che soffro di vertigini."
Shepherd: “Le auguro possa farlo lei stesso.”
Bagrat: “Penso di aver elaborato un piano...” 
Howard: "Lasci a dopo le idee e pensi a salire, signor professore..."
Imbragati come se dovessero scalare le Alpi svizzere, i quattro cominciano la lenta risalita attaccati al cavo d'ormeggio in acciaio del dirigibile, talmente spesso da rivaleggiare con il tronco di una sequoia. 
Il vento gelido riga le loro facce, mentre risalendo si scorgono i passeggeri regolari imbarcarsi dal punto di attracco che si innesta nella gondola dell'aeronave.
Nessuno sembra averli notati, per adesso.
Ormai lo scafo dell'Atlantic è ad un palmo di mano, Howard aiuta a salire a bordo il professore mentre gli altri due sono più che in grado di cavarsela da soli.
Appena chiuso il portellone de compartimento stagno, l'argano comincia a riavvolgere il cavo, la nave si sgancia dai suoi ormeggi. 
Partenza. 
All'interno del grande ventre pieno di idrogeno dell'Atlantic l'involucro di alluminio dell'aeronave è rischiarato solamente da sparute luci rosse posizionate ad una certa distanza le une dalle altre.
"Siamo nella stiva?" chiede Bagrat guardandosi attorno.
"Seguitemi, più o meno questi affari li conosco..." Howard si muove velocemente lungo le passerelle di ispezione fino a raggiungere lo stretto corridoio che percorre per quasi mezzo chilometro il dirigibile.
Posate le loro sacche e soprabiti una volta tolte le imbragature, il gruppo si ferma all'intersezione col camminamento. 
Sotto di esso le cuccette dei centotrenta passeggeri del volo transoceanico.
(Come immaginavo...la zona è troppo ristretta. Non posso usare il fucile.) Al dalla sua sacca estrae Thamasa, la katana tachi dell'altro sé stesso e Bardiel la posiziona al fianco di Alexander: (Non preoccuparti, userò questa. Da adesso me ne occupo io.)
Howard poggiato il suo bagaglio si sistema a tracolla il suo fidato Thompson: "Ehi professore, qual'era la sua idea?"
Mirboleen:  "Potrei, diciamo....avvelenarlo. Sono sicuramente quello dall'aspetto più “innocuo” tra di noi ed in più penso di poter parlare con lui: conosco sufficientemente bene i suoi studi."
Kyo nel mentre comincia a sistemare le sue lame nelle larghe pieghe kimono.
Bardiel: "Bell'idea... anche se non ci voleva un genio.”
Howard: "Aggiudicato, allora lei proverà ad avvicinarsi a Newman, io e gli altri tenteremo di prendere il controllo dell'aeronave in modo da poter avere una via di fuga sfruttando le lance di salvataggio di cui l'aeronave è dotata... oppure preferisce avere una spalla?"
Bagrat "No, nessuna spalla...posso farcela da solo. Posso farlo svenire o sentir male, ma a quel punto bisognerà recuperarlo al bagno. Propongo la seconda opzione: al bagno non ci va con le guardie."
Kyo, con lo sguardo incuriosito dei compagni addosso per l'inconsueto vestito: "Ma aspetteranno fuori."
Bardiel: "Già... ma possiamo sfruttare i condotti dell'aerazione."
Bagrat: "Mi sembra fattibile..."
"Io direi che se ne potrebbe occupare il ragazzo allora", Howard accenna in direzione di Ōshima.
Kyo: "Va bene, ma mi servirà una cartina della nave per potermi muovere liberamente."
Bagrat: "Loughead... lei conosce ben questo dirigibile?"
"Abbastanza" Howard fruga tra la sua roba alla ricerca di una penna e di un pezzo di carta.
Sotto di loro, si sente il movimento dei passeggeri nelle proprie cabine, l'Atlantic è una sorta di hotel volante, fiore all'occhiello della tecnologia occidentale presentato quest'anno al World Fair e fin da subito messo in servizio.
"Trovato, se aspettate un attimo vi faccio uno schizzo veloce degli interni dell'aeronave stando a quanto pubblicato dalle riviste del settore..." Howard disegna velocemente alcune bozze.
Kyo segue con lo sguardo le linee tracciate dal compagno memorizzandone i tratti: "Sistemi di allarme ?"
Howard: "Non ho letto niente a proposito del genere, ovviamente però ci sono le luci di allarme che segnalano l'apertura di portelli verso l'esterno, ma d'altronde se prendiamo il controllo dell'aeronave non saranno un problema."
"Devo preparare il composto. Sarà un diuretico molto potente: agirà in un quarto d'ora circa.” Bagrat dalla sua di sacca tira fuori dei piccoli contenitori e mescola acido etacrinico e furosemide: “Dovrebbero essere abbastanza insapori, in ogni caso ha portato anche una siringa. Ma come faremo a sapere quando potremo agire?”
Howard: "Lanceremo noi un messaggio in codice del tipo: “il tempo è magnifico stasera signori, prego guardare alla vostra destra la skyline della grande mela!”. Domande?" 
Kyo: "Solo una: quanto dista il piano delle cuccette dalle lance di salvataggio?"
Bagrat: "Bella domanda... signor Loughead?"Howard: "Le scialuppe si trovano al livello più basso dell'aeronave, servono in caso di ammaraggio, quindi due ponti sotto.
Kyo: “È  un bel po di strada... ma non sarà un problema."
Bagrat: "Come facciamo con Newman?"
"Quello è compito vostro! Dopo 15 minuti dal messaggio l'aeronave comincerà a scendere... in quel momento cercate di essere già diretti verso le scialuppe... ci metteremo 4 minuti a toccare l'acqua. Newman cercate un modo di portarvelo via, quello è un problema vostro. Tutto chiaro? Tra 5 minuti io e Bride saremo in cabina. Vedete di essere già pronti ad entrare in azione per allora." Howard è piuttosto nervoso, l'avesse saputo si sarebbe messo almeno d'accordo per farsi venire a ripescare con il suo idrovolante.
Bagrat mettendo il tappo alla provetta col diuretico: “Agli ordini.” 
“Adesso muoviamoci, non abbiamo molto tempo! Ah, dimenticavo... chiamatemi pure Howard." dice Loughead mentre toglie la sicura al suo Thompson: "Alexander vero? Seguimi, non toccare nulla e coprimi le spalle!"
Bardiel: “Ti seguo, Howard, ma tu...chiamami B." 
Kyo si alza in piedi: "Io seguirò il professore allora, non sappiamo esattamente dove si trovi questo Newman e possiamo permetterci di sbagliare."
Bagrat: "Howard, da dove accedo alle cabine?" (non sarà un problema trovare newman...è la cabina con le guardie.) 
Howard: "Proseguite ancora infondo al camminamento, immagino che gli abbiano riservato la cabina-suite nell'estrema prua della nave, ma potrei sbagliarmi. Ed ora andate!" 
La squadra è pronta ad agire.
Sollevata una grata, Howard e Bardiel scendono fino al ponte dei passeggeri mentre il dottore e Kyo proseguono ancora nei meandri dell'Atlantic.
Il tempo, inesorabilmente, continua a scorrere.  

5 commenti:

  1. Vittoria!
    Stavo impazzendo dietro a questo post, ma finalmente sono riuscito a sistemare il testo.
    La seconda parte arriverà a breve.

    Vorrei riuscire prima che finisca il 2010 a fare un'altra sessione di gioco se riusciamo ad organizzarla...
    Vi faccio sapere!

    RispondiElimina
  2. :)
    Bello il post!
    col testo sistemato è ancora più bello :)

    RispondiElimina
  3. UAH! Stavo facendo una cosa simile, ma molto più spartana...io non ho aggiunto nulla...ma devo ammettere che così è molto meglio.

    RispondiElimina
  4. Diciamo che ho optato per un "abbellimento" della sessione senza essere troppo invasivo.
    Nello scorso gdr avevo anche sperimentato la riscrittura completa delle prime cinque sessioni fatte: il gdr serviva come base per un racconto vero e proprio.
    Accantonai poi l'idea in quanto fare una cosa simile per quasi trecento sessioni era impensabile.
    In questo caso mi limiterò ad aggiungere qualche particolare per non rendere le scene troppo statiche ed unire i dialoghi di una riga in frasi più ariticolare tagliuzzando qua e là.

    Riguardo alla prossima sessione ci sentiamo io progongo domenica 19 per poi riprendere a gennaio.
    Particolarità di questo gdr ve ne accorgerete sarà il "tempo quasi-reale" nel senso che i mesi del gdr corrispondo ai nostri.
    Quindi come vedete abbiamo cominciato a dicembre e nel gdr è dicembre e così via...
    E' un'idea che trovo interessante!

    RispondiElimina
  5. Ottimo lavoro! Peccato solo per i problemi di visualizzazione, più della metà del testa mi finisce su una seconda colonna e diventa praticamente illeggibile finendo sullo sfondo...

    RispondiElimina