giovedì 16 dicembre 2010

Première # Issue: EMPIRE STATE SOCIETY, NYC. [21/12/1939] secondo tempo.

LNA Atlantic.
Il nero oceano si agita sotto di esso mentre le nebulose luci di Long Beach si fanno sempre più lontane nella notte.
Scesa la scaletta di servizio fino ad accedere alla gondola dell'aeronave, Howard fa segno Bardiel di fermarsi: "Uhm... “B”, giusto? Dobbiamo trovare il modo di entrare dentro la cabina di pilotaggio proprio sotto di noi."
Bardiel stringe la mano di Alexander attorno all'impugnatura della katana: “che facciamo... dei piloti?"
Howard: "Li tramortiamo. E basta. Intesi? Un conto è far secco qualche governativo, un altro conto è uccidere a sangue freddo dei civili."
L'ex poliziotto fissa l'ex marine con sguardo più che eloquente: gli erano rimaste poche regole da quando aveva cambiato vita, ma l'istinto del poliziotto non si era affievolito.
Un criminale è un criminale, un innocente è un innocente.
Bardiel, dopo qualche interminabile secondo si limita ad annuire.
L'unica cabina-suite del dirigibile si trova a prua.
Il professor Arthur Newman e la sua scorta devono essere al suo interno.
Oshima poggia l'orecchio sul freddo alluminio, dell'interno della stanza si sentono voci indistinte ed una melodia, probabilmente è la radio: "Professore che dice, questo condotto e troppo stretto per trascinarci un altra persona?"
Bagrat, seduto accanto al giovane esattamente sopra alla suite: "Kyo... posso chiamarti così? Io entrerò, lo distrarrò e lo avvelenerò. Poi entrerai in azione tu: dopo che sarà entrato nel bagno, Newman sarà distratto ed un facile bersaglio. Lo tramortirai e lo trascinerai su per il condotto."
Kyo: "Come farai ad andartene, professore?"
Bagrat, fingendo una sicurezza che in quel momento di certo non prova: “fidati, troverò un modo.”
Avanzando verso la sala di comando Bardiel e Howard percorrono la stiva bagagli e la stiva delle cucine.
Gli scomparti frigoriferi delle vivande sono allineati lungo un angusto passaggio senza oblò o aperture sull'esterno.
Lughead da una veloce occhiata all'orologio.
Le dieci e qualcosa, più di mezz'ora è già trascorsa dall'inizio del volo: (Ma che cazzo sto facendo? Ah, già: alla mafia non spiacerebbe sapermi in fondo al fiume Hudson. Maledetta Kathe, lei e le sue informazioni: ora non sarei qui...)
Bardiel nota appena in tempo l'ombra della Hostess della White Star Line e lo scricchiolio delle ruote del carrello con la cena.
Kyo silenziosamente rimuove un panello del soffitto sul corridoio centrale del ponte passeggeri.
Dopo aver aspettato che una coppia di passeggeri sia rientrata nella propria cabina si lascia cadere delicatamente sull'elegante moquette sottostante.
Aiutato a scendere Mirboleen si avvicina alla tendina che divide il corridoio dall'ultimo tratto che arriva alla suite.
Fatto cenno al professore di tenersi ad una certa distanza, infilando una lama appena sotto la tendina edc usandola come uno specchietto gli basta uno sguardo veloce per inquadrare due uomini in completo bianco armati di Thompson seduti ai lati della portaa a piantonare la stanza.
Al braccio portano una fascia con la stella bianca e blu, simbolo della Società delle Nazioni.
Kyo ritorna da Bagrat: "Non sarà così facile come pensavamo."
Un passeggero evidentemente fuori posto fa un cenno di saluto alla hostess della White Star Line.
“Signorina, cercavo qualcosa da bere, potrebbe per caso aiutarmi?” improvvisa la Howard continuando a fare cenni alla hostess.
L'esile ragazza dalla divisa azzurra per una frazione di secondo fa una smorfia, poi con il sorriso obbligatorio della compagnia aerea si avvicina al fastidioso passeggero: “Gentile signore, non può stare quaggiù, è riservato al personale.”
Howard fingendo malamente imbarazzo: “che sbadato che sono!”
Una sagoma sbucata da dentro uno scomparto dei carrelli si porta dietro alla sfortunata hostess  immobilizzandola e tappandole la bocca con la sua grande e callosa mano.    E adesso?” Bardiel con un sospiro continua a tenere nella sua morsa la ragazza.E adesso ho un'idea!” sorride Howard asciugandosi il sudore dalla fronte: (per fortuna che avevo il Thompson in spalla e non l'ha visto!)
Spostata la tendina Bagrat si ritrova due mitra spianati contro.
Mantenendo il sangue freddo nonostante tutto, il georgiano con un sorriso stentato sventola la sua carta d'identità in faccia ad uno dei due agenti della CIA: "Buona sera, questa è la cabina di Arthur Newman? Io sono il professor Bagrat Mirboleen, un collega ed estimatore del professor Newman. I signori potrebbero cortesemente chiedere se posso essere ricevuto? Ho delle questioni urgenti di cui discutere col professore."
L'uomo alto quasi due metri e dall'aspetto ben poco amichevole, con il Thompson ben stretto tra le mani fa cenno al collega di aprire la porta e di andare a domandare: "Aspetti, il professor Newman è una persona molto impegnata."
Non appena la porta si richiude Kyo sposta la tendina e si avventa contro l'agente rimasto di guardia.
Oshima sferra un colpo al plesso solare dell'uomo e prima che questi possa aprire bocca con un movimento secco gli spezzo l'osso del collo.
Bagrat impressionato dalla scena riesce comunque a non far cadere a terra l'agente governativo aiutando Kyo a sorreggerlo.Perché diavolo...?!” sibila il georgiano: “Non serviva!”Sì invece.” taglia corto il giovane ancora accaldato per lo sforzo: “il tempo sta scadendo!”
Kyo trascina il corpo fino a metà corridoio dentro il bagno degli uomini entrandovi pochi istanti prima che la porta della suite si riapra.
"Il professor Newman è lieto di..." L'agente della CIA si interrompe cercando il compagno.
"Il suo collega è andato al bagno." dice Bagrat con fare innocente.
Da dentro si ode una voce suadente e gentile: "Harry, fai accomodare il signore: mi annoio."
E' Newman.
La cabina di pilotaggio è un compartimento stagno isolato per la sicurezza del volo e collegato al resto dell'aeronave tramite un'unico accesso.
Howard fa con la testa un cenno alla porta: "Gli altri due saranno già entrati in azione, ora tocca a noi: pronto?"
Bardiel "Prontissimo."
Howard: “E tu dolcezza hai capito cosa devi fare?”
La hostess annuisce intimorita da Bardiel che la tiene fermamente per un braccio, con la mano tremante preme il campanello accanto alla porta: “S-sono Michelle, vi ho portato la cena.”
Dall'interno della cabina di pilotaggio si sente una voce: "Adesso ti apro, un secondo."Grazie...” risponde la ragazza poco prima di essere messa a dormire da un colpo deciso ma non troppo forte dell'ex marine.
Dalla cabina di pilotaggio si apre uno spiraglio.
Howard infila un piede e da uno spintone alla porta per fare irruzione nella cabina.
"Buona sera professor Newman. Mi chiamo Bagrat Mirboleen e sono un biologo." 
A colpire il georgiano è la grandezza della suite che farebbe dimenticare a chiunque di essere a bordo di un dirigibile.
La stanza è arredata in maniera spartana ma impeccabile, un lusso ispirato al "De Stijl", corrente europea modernista o qualche baggianata simile che tanto piace a quello zero virgola qualcosa della popolazione che può permettersi ancora di sprecare denaro. 
Seduto ad un tavolino di legno laccato di nero l'uomo di scienza che inestimabili scoperte ha donato all'occidente sorseggia un drink.
Sulla trentina, castano e di lineamenti affilati il professor Newman non si potrebbe definire di bell'aspetto, ma qualcosa in lui lo rende comunque piacevole e distinto: "prego, signor Mirboleen, non sia così formale e si accomodi. In effetti, no ho voglia di ascoltare la radio questa sera e la noia cominciava ad assalirmi."
Ma ciò che attira la sua attenzione maggiormente è la presenza di un'altra figura decisamente inconsueta nella stanza. 
Un uomo vestito con un completo bianco simile a quello dei due agenti della CIA ma decisamente più costoso è ritto dietro a Newman, immobile e muto.
La sua testa di cui si intravede una parte del volto è celata da una sorta di casco aderente. 
Due cerchi lucidi e neri fissano come occhi Mirboleen il quale con una certa inquietudine si siede: "Non trasmettono mai niente di buono, di questi tempi. Anch'io mi annoiavo, per questo sono venuto a farle visita, spero di non averla disturbata con la mia piccola intrusione. Ho seguito attraverso le poche riviste che leggo di solito le sue pubblicazioni. Energia dell'Atomo... molto affascinante... conoscerà di persona i fratelli Fermi."
Newan: "sono miei cari amici, non posso dire lo stesso di talune personalità alla Piccola Casa Bianca purtroppo."
Bagrat comincia a tossire forte: "Scusi... potrebbe offrirmi un bicchiere d'acqua?” 
Newman osserva con uno strano sorriso il georgiano mentre con un cenno della mano fa servire all'ospite un bicchiere di Perrier dalla figura alle sue spalle.
Nel mentre facendo finta di tirare fuori un fazzoletto Bagrat rovista nelle tasche mettendo a portata di mano la siringa approfittando della distrazione di quell'uomo in bianco.
Newman non berrà mai in sua presenza, è troppo sospettoso. 
La dose intera è anche un ottimo farmaco contro l'ipertensione. 
Lo farà svenire in fretta.
Bagrat: "Interessante il suo “servizio in camera”... è frutto dei suoi studi?"
Newman: "È frutto della mia collaborazione col professor Tesla, grande mente. E grande uomo ovviamente..."  
Bagrat "Ho sentito qualcosa del professor Tesla, non molto comunque: so che è uno studioso piuttosto riservato. Sono curioso: non è un automa, vero? Allora, di cosa si tratta?"
Il secondo agente si avvia verso i bagni insospettito dall'assenza del collega.
Oshima appostato fuori dal bagno degli uomini sente dei passi pesanti avvicinarsi dal corridoio: (dannazione professore, ti devi muovere!)
Estraendo dal suo kimono nero le lame nascoste il famigliare freddo del metallo lo rassicura dandogli conforto.
La sua mente è concentrata, il corpo teso in attesa di scattare.
Howard tira un poderoso calcio alla porta stagna e col mitra spianato fa irruzione nella cabina di pilotaggio.
L'uomo dell'equipaggio dietro cade all'indietro sul duro pavimento della plancia.
I due piloti e un paio di ufficiali assieme al capitano si voltano verso l'uomo dall'accento newyorkese: "Fossi in voi farei silenzio e starei tranquillo." dice Howard con voce tranquilla continuando a puntare il mitra.
Una pallottola fischia a pochi centimetri dalla testa di Howard. 
Uno dei due piloti stringe in mano la pistola di emergenza e si appresta a sparare nuovamente.
Come aveva fatto a non pensarci!
Howard istintivamente spara un cinque-sei colpi con il Thompson cercando di non colpire l'attrezzatura di bordo.
Bardiel con  uno scatto fulmineo entra nella cabina assestando un colpo al volto del capitano con l'impugnatura per poi sfoderare la sua lunga katana tachi.
D'istinto si appresta a colpire con tutta la sua forza i membri dell'equipaggio: (No, Bardiel!) (dannazione!) ma si blocca poco prima di tagliare la testa ad un ufficiale di navigazione.
Col fodero della katana mette fuori gioco gli altri due ufficiali che si accasciano sul pavimento doloranti.
I colpi di Howard hanno forato il vetro rinforzato e l'aria compressa del dirigibile con un sibilo fuoriesce all'esterno.
Howard col calcio del Thompson colpisce duramente il pilota armato che lascia cadere la pistola prima che possa sparare a caso di nuovo: (perché cazzo c'è sempre qualcuno pronto a fare l'eroe?)
Il sibilo si fa più intenso, Howard faticosamente si getta sulla porta stagna richiudendola dietro di sé per stabilizzare la pressione.
Le maschere d'ossigeno escono dai propri alloggiamenti sbatacchiando a mezz'aria.  
Howard dando un'occhiata alla strumentazione si accorge della distanza a cui si è portato l'Atlantic: silenzioso come una foglia l'immenso dirigibile è ormai lontano dalla costa:(Merda! Abbiamo perso troppo tempo!)”B, dobbiamo scendere di quota ed invertire la rotta!”
"E mi dica, professore, quale motivo la porta verso il vecchio continente?"
Bagrat fissa in modo torvo lo scienziato davanti a lui, deve avvelenarlo e subito: "un viaggio di studi, signor Newman: sono laureato in biologia, e mi interessa studiare l'habitat di alcuni animali della macchia mediterranea. E lei? Anche lei si interessa di biologia?"
Newman: "Diciamo che mi sto prendendo un periodo di riflessione. Nella Capitale mi sono inimicato diverse persone sedute al Consiglio delle Nazioni per via dei miei studi."
L'agente della CIA entra nel bagno degli uomini, ormai è chiaro che al suo collega deve essere capitato qualcosa.
Appena il suo piede poggia sulla piastrella bianca del pavimento una lama lucida e splendente punta direttamente alla sua testa.
La piccola spada di Oshima, anzi, il lungo coltello si pianta nel braccio dell'uomo che tenta di proteggersi.
Il suo sangue macchia il vestito lacero e gli specchi del bagno, mentre il Thompson cade a terra facendo partire accidentalmente una raffica di colpi.
L'agente con un gemito di dolore scivola sul suo  stesso sangue e mentre tenta di estrarre il suo revolver dalla fondina.
Kyo estraendo la sua seconda lama si avventa come una tigre sulla preda piantandola con tutta la sua forza nel ventre dell'uomo che con un rantolo smette di dimenarsi.
(E due...) pensa Oshima mentre velocemente ripulisce le sue lame: (il professore mi aspetta!)
Nella suite l'Uomo in Bianco si rizza sull'attenti.
È il momento.
Bagrat si alza di scatto, anche lui ha sentito gli spari e sa cosa significano. 
Con un gesto deciso pianta la siringa nella carotide dell'Uomo in Bianco ma l'ago si piega al suo contatto.
L'Uomo in Bianco con un'unica mossa mette a terra Bagrat senza fargli alcun male. 
Newman, ancora confuso per la velocità dellì'azione, si gira verso Bagrat, ancora a terra: "Ha ragione, signor Mirboleen, non è un automa. E non è nemmeno un semplice soldato. No, è molto di più: è il simbolo del Mondo del Domani."
Howard: "Saremo a quattromila metri di quota... dobbiamo scendere immediatamente se non vogliamo mancare per mancanza di ossigeno" esclama Howard infilandosi la mascherina dell'ossigeno e sedendosi su uno dei sedili dei piloti prendendo in mano i comandi.
Bardiel senza mascherina si siede accanto ad Howard allacciandosi le cinture: "Sai, preferirei evitare di cadere in mare... dimmi cosa devo fare."
Howard: "Intanto dovevamo ammarare, semplicemente acceleriamo un po' i tempi dell'operazione."
L'aeronave comincia ad inclinarsi fortemente in avanti: "Vedi quelle manopola rossa verso di te bloccata da quello spinotto nero? Togli lo spinotto e tirala dolcemente verso di te per 20 secondi: scarichiamo un po' di idrogeno.”
"Ok..." Bardiel fa come suggerito non sapendo assolutamente cosa volesse fare il suo compagno.
Gli scossoni all'aeronave fanno scivolare Newman contro il tavolino di cristallo.
Bagrat ne approfitta subito pensando ad un piano B: ha ancora un asso nella manica, il coltello che si porta sempre dietro. 
Di colpo lo infila in quello che secondo (alias mondo di domani) è il sistema di alimentazione dell'Uomo in Bianco, una rivestitura in metallo all'altezza dell'orecchio da cui spunta un'antenna.
C'è una scintilla percorre il coltello conficcato e l'Uomo in Bianco, colpito di sorpresa, fa un passo indietro portandosi tutte e due le mani alla testa.
Bagrat afferra per il colletto Newman: “spero il Mondo del Domani non sarà come se lo immagina lei quando sarò vecchio!" e gli pianta quel che resta dell'ago nel collo iniettandogli la soluzione.
"Immagino nel salone della cena quanto staranno imprecando!" urla a B Howard continuando velocemente la discesa.
Poi prende il microfono per comunicare con gli altoparlanti dell'aeronave: "Buona sera a tutti i passeggeri. Ci scusiamo per il disagio, ma siamo incappati in un'area di forte turbolenza. Comunque consiglio di affacciarvi all'oblò e godervi la magnifica scena della skyline di New York in lontananza verso ovest..."
Howard lentamente diminuisce la velocità di discesa: "B. fra 4 minuti ammareremo". (Si sta morendo di freddo qua dentro...)
Bardiel, slacciandosi le cinture: "Fammi indovinare... ora dobbiamo uscire e dirigerci alle scialuppe, vero?"
"E secondo te sto coso ammara da solo?" domanda Howard spazientito.
Bardiel: "Magari non bene...ma per ammarare ci sono molti modi..."
Howard: "Sì, anche schiantarsi in mare si può considerare un ammaraggio... solo che non ci esci vivo...".
Bagrat si sente afferrare alle spalle da una presa forte quasi da staccagli le ossa, l'Uomo in Bianco lo scaraventa contro la vetrata della suite: (Merda, è ancora vivo!)
Kyo sfonda la porta della suite, l'Uomo in Bianco si volta verso Kyo e lo fissa con quei due cerchi neri che si ritrova al posto degli occhi.
Newman cerca di strisciare lontano.
Oshima non ha il tempo di pensare: il suo corpo, frutto di lunghi anni di addestramento, si muove da solo...
L'uomo in bianco si mette in posizione di attacco, la mano rivolta tesa verso l'avversario.
Le due piccole spade scattano in avanti, il corpo di Kyo è proteso completamente verso quell'uomo, il suo kimono nero si arriccia leggermente all'indietro mentre 
i sandali di legno non producono alcun suono sulla moquette.
In tutta l'aeronave per sette secondi manca completamente la luce elettrica. 
Howard e Bardiel scorgono le stelle da fuori dei vetri. 
Nella suite, un lampo illumina la stanza. 
Kyo e Bagrat sentono il loro corpo pervaso da una scarica elettrica che li intorpidisce, i loro riflessi nel buio della stanza sono come rallentati, poi torna la luce. 
L'Uomo in bianco tiene i due coltelli in una mano e Kyo nell'altra.
Al Bride Finito col primo, si avvicina al secondo e ripete l'operazione.
Il giovane non riesce a capire che cosa e successo: (Una... scossa?!) il suo corpo è ancora rigido.
"Che diavolo è successo?" si domanda Howard controllando gli strumenti di bordo per vedere se tutto risulta nei parametri.
Come ultimo tentativo Bagrat prende la bottiglia di Perrier caduta per terra e la spacca sulla testa dell'Uomo in Bianco che non reagisce, come se non avesse più energia. 
L'acqua frizza sopra al suo casco.
L'Atlantic sta per toccare il gelido oceano.
Bagrat va da Newman.
E' svenuto, deve aver preso una bella scarica.
Oshima si libera a fatica dalla presa dell'uomo che resta ferma immobile.
"Kyo, andiamo!" dice mentre Bagrat si carica Newman in spalla.
"Si pregano i gentili passeggeri di reggersi forte all'appiglio più vicino, ci scusiamo per il disagio, ma causa avarie siamo costretti ad effettuare un piccolo e momentaneo ammaraggio." gracchia la voce di Loughead dagli altoparlanti di tutta la nave.
Bagrat stacca con uno strattone secco il coltello donatogli dal padre ancora conficcato nella calotta di quell'uomo.
L'Atlantic sfiora il pelo dell'oceano mosso dal vento gelido dell'alto mare.
(Quest'aeronave sarà costata milioni e io l'ho danneggiata non poco... se mai la compagnia che l'assicurava mi becca sono fottuto veramente... altro che mafia europea...)pensa Howard staccandosi le cinture.
Bardiel con tutta calma segue Howard fuori dalla cabina di pilotaggio.
Dal corridoio si sentono le voci spaventate degli altri passeggeri, tutto quel trambusto non è passato di certo inosservato.
Kyo: "lo porterò io, faremo più in fretta."
Mirboleen: "Va bene. Dove dobbiamo andare?"
"Non preoccuparti, so dove andare." Kyo ha studiato la mappa e si ricorda la pianta del dirigibile: "Ci sarà movimento fuori... corri veloce!"
Bagrat: "agli ordini!"
I quattro si ritrovano sul fondo della nave, dove decine e decine di persone tentano di salire sulle lance di emergenza sganciate in mare. 
In mezzo a tutto quel fermento, nessuno fa caso a loro mentre le luci di segnalazione brillano attorno all'immenso dirigibile illuminando l'oceano.
Saliti su una scialuppa e conviti con il Thompson gli altri passeggeri aq non seguirli, i quattro cominciano a remare verso quello che dovrebbe essere l'est.
Bagrat: "Ce l'abbiamo fatta... almeno per ora."
Howard accenna un sorriso che è più un ghigno: "Incredibile, professore. Però ora non trastulliamoci: siamo un po' troppo lontani dalla costa..."
La lancia d'emergenza si allontana dall'LNA Atlantic scomparendo nell'oscurità dell'oceano atlantico.

22 Dicembre 1939, l'alba sull'oceano sorge di colpo, netta come se fosse stampata su un giornale. 
Solo una scialuppa non è stata recuperata dalla guardia costiera.
Lontano, un dirigibile viene agganciato dai rimorchi e trascinato verso la costa. 
E mentre un idrovolante recupera i quattro membri della squadra e Newman, Shepherd, stretto nel suo giaccone, osservando con unico occhio verde smeraldo rimastogli i suoi nuovi colleghi ritira fuori il biglietto da visita: "EMPIRE STATE SOCIETY, NYC. Di nuovo, benvenuti..."

3 commenti:

  1. Finalmente la seconda parte!
    Però, sempre qualche bega...
    Come visualizzate il testo?
    Fatemi sapere.
    Perchè non riesco proprio a trovare un soluzione al problema.
    Comunque invio una mail con tutta la sessione, così, per completezza.

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  2. in effetti il blog taglia il testo...
    boh...sembra strano...

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  3. E' strano sì, se non riesco a risolvere il problema migriamo su WordPress piuttosto.
    Oh, pazienza, riposterò tutto là, adesso vedo cosa fare.

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