giovedì 14 marzo 2013

Atlas Tales Premiére # Issue: Welcome to Paradise


Mi sembra più che giusto postare la prima sessione di Atlas Tales in cui compaiono tutti i protagonisti assieme.
Finalmente la campagna vera e propria è iniziata, benvenuti in Paradiso!


Pioggia battente sulla grigia pista di decollo dell'aeroporto di Dublino.
Nere nuvole oscurano il tramonto della capitale d'Irlanda nell'ultimo giorno dell'anno.
Non un sorriso, non un un gesto umano.
In lontananza si possono scorgere i cargo militari dell'esercito allineati e pronti al decollo.
Dopo l'ennesimo controllo al metal detector e ispezione da parte della polizia militare aeroportuale di quella che è ormai una nazione in trincea, finalmente i passeggeri del volo della Bahamasair diretto ad Atlas possono imbarcarsi.
Nessuno dei due cugini O'Shean proferisce parola, ma per ragioni differenti.
Finalmente, decollato l'aeromobile, possono lasciarsi sotto di loro il grigiore che ha mangiato il verde dell'Isola di Smeraldo.
La guerra non è mai stata così vicina.

Atlas Tales
Premiére # Issue
Welcome to Paradise

Aeroporto internazionale di Atlas City, mattina.
Sono tre ore emmezza che Kay Shaw è seduto sotto quella palma.
I suoi pochi effetti personali che si è portato da San Francisco sono contenuti in uno zaino.
Non ha voluto portare nulla, come per paura di poter rovinare quel poco di buono che possiede in un posto tanto differente da casa.
Il giovane osserva i passeggieri degli altri voli muoversi freneticamente nell'hub Bahamasair del Franklin Delano Roosevelt International Airport.
I pavimenti a motivi geometrici di onde bianche e nere hanno un effetto quasi ipnotico.
L'aria condizionata, al massimo del consentito e della sopportazione umana sta letteralmente congelando i suoi piedi. 
Finalmente, dallo schermo sopra alla sua testa, il tanto aspettato annuncio.
Il volo proveniente da Dublino è atterrato.
Brendan O'Shean è qui.

Dal ponte della Al-Gawar, nave portacontainer battente bandiera degli Emirati Arabi Uniti, si può vedere, in questa magnifica giornata più che estiva per gli standard ai quali è stato abituato da bambino, tutta la baia artificiale di Atlas. 
Il suo sfavillante skyline ultramoderno, dove le lussuose navi da crociera provenienti da ogni parte del mondo sono schierate a formare una muraglia galleggiante, scintilla sotto il sole abbagliante dell'arcipelago tropicale.
L'irlandese che di porti ne ha visti innumerevoli in vita sua non può che rimanere ammaliato comunque di fronte a questo spettacolo.
Dall'enorme ed arrugginita nave cargo, l'equipaggio di egiziani e marocchini è intento a completare le operazioni di scarico dei container: la nave ripartirà oggi stesso.
Sono ormai cinque giorni che Finian e il suo misterioso amico Aidan sono arrivati ad Atlas.
Il loro piano?
A quanto pare Aidan fa di cognome "Flanaghann".
Un suo lontano parente, uno di cui si possa fidare almeno, vive in città.
Non volendo nessuno dei due avventurarsi senza una meta nella metropoli, sono quattro giorni che Aidan prova a contattarlo da quella lurida cabina telefonica sul molo, inutilmente.
Deciso a tentare un'ultima volta, il giovane membro dell'IRA è sceso con le solite monete unte per cercare di contattare questo suo famigerato "zio".
Finian segue con lo sguardo le gru con i loro lunghi bracci sollevare quelle tonnellate di metallo, quanto da terra un punto gli fa cenno con la mano: forse è il loro giorno fortunato.

Ore 11.30: l'imbarazzo, o come non riuscire a rompere il ghiaccio.
Il portoricano pesantemente in sovrappeso alla guida del taxi fa avanzare la sua scassata carcassa che chiama auto tra la coda quotidiana che si forma all'uscita dell'aeroporto.
L'area della byland non è mai riuscita a gestire il traffico e le strette strade della città, costantemente congestionate, non hanno mai aiutato in tal senso.
Seduto da una parte, Kay; seduto dall'altra, Kenneth.
In mezzo: Brendan O'Shean con entrambe le braccia allungate ad occupare quasi tutto lo spazio dell'angusto abitacolo.
Non è stato l'inizio migliore: nessuna spiegazione all'aeroporto, solo una veloce stretta di mano e via,  di corsa verso la downtown.
Il sole picchia perpendicolare alla strada, illuminando tutto di una luce abbagliante mentre l'asfalto non fa che aumentare il calore nel taxi senza aria condizionata.
Kay e Kenneth si spiano di striscio lanciandosi qualche occhiata veloce ogni tanto.
Cosa potrebbero dire oltretutto per spezzare il silenzio imbarazzato?
E' sempre più chiaro che Brendan O'Shean ho qualcosa in mente e quel qualcosa suona sempre più come un presagio poco rassicurante.

Ore 12.35: l'arrivo, o come il caso muova i fili del destino.
La risposta finalmente è arrivata, quella risposta che hanno atteso da giorni.
Avendo raccattato i loro quattro stracci e salutato quel farabutto di un arabo mangiasoldi che occasionalmente è anche il capitano della nave, finalmente i due irlandesi hanno avuto la notizia migliore da quando sono scappati in fretta e furia da Tripoli: lo zio di Aidan è disposto ad ospitarli, ameno per qualche giorno.
Magari potrebbero cercare di tornare in Irlanda o chissà che altro.
Oggi le possibilità sembrano infinite dopo mesi di sconforto in mare aperto.
Presa la monorotaia che percorre in lungo tutta la città, e dividendo la spesa con quella manciata di dollari che possiedono, i due arrivano finalmente a destinazione.
Il caldo finalmente sembra svanire all'improvviso: la refrigerante ombra degli alberi al Donnelly Memorial Park, nel cuore della città, sono un'oasi scavata nell'asfalto di Atlas.
Città della Natura?
Come sempre quei dannati dépliant mentono spudoratamente.
Atlas è una foresta di cemento e vetro, affollata fino alla follia e caotica come una New York durante il periodo Natalizio.
Ripiegata la guida, Kenneth nota che il taxi si  sta fermando davanti all'ingresso di quello che dovrebbe essere il parco Donnelly.
Il taxista sudaticcio si volta verso i tre passeggeri aprendo il divisorio in plexiglass e aspettandosi pure una mancia per il pessimo servizio svolto. 
Liquidato senza troppi ringraziamenti, il portoricano riparte a manetta sollevando una nube dal tubo di scappamento.
La loro destinazione è qui vicino, forse: il quartiere storico della città, dove il loro porto sicuro Miles Flanaghann, l'uomo che li ospiterà, vive e lavora.
Brendan O'Shean, che per tutto il viaggio non ha fatto che fare caldo ai due cugini, si guarda intorno, divertito dal posto.
Kay: "E' qui il posto?"
Kenneth si lamenta del servizio taxi: "No, non direi: quel maledetto grassone ispanico ci ha scaricati nel parco quando gli avevo espressamente chiesto di portarci nel quartiere storico... ora come diavolo ci arriviamo a quel pub?"
Brendan abbassa lo sguardo verso i due "nuovi cugini": "Bé, sei tu il mio tutore, no?"
Kay si siede dove può e si gode il fresco: "Quando vi decidete ditelo."
Come turisti in cerca di una qualche attrazione non resta che chiedere informazioni e due giovani dall'aspetto trasandato, sacchi in spalla, sembrano il tipo di persone che potrebbero sapere come si gira in questo labirinto urbano.
Kenneth: "Almeno sembrano americani."
Finian e Aidan, fermatisi per cercare qualche cartello che li possa guidare, vedono due turisti avvicinarsi a loro.
Forse loro sapranno dove possono trovare il pub del vecchio Miles Flanaghann, lo zio di Aidan.
(Turisti... Avrò anch'io l'aria così spaesata?) pensa Finian. 
Aidan: "Credi che sappiano dove possiamo trovarlo? Si chiama..." si fruga in tasca ed estrae un bigliettino: "uh, "The Ancient Mariner" o qualcosa di simile..."
Esiste qualcosa chiamato destino a questo mondo, anche se è più rassicurante credere che sia il caso a governare la vita di tutti.

Kenneth, seguito da Brendan, si ferma davanti ai due giovani che immagina essere vagabondi o qualcosa di simile, tipo hippie: "Scusate, sapete come raggiungere il quartiere storico e il Pub di Miles Flanaghann?"
Finian: (non ci credo... destino beffardo) "No, mi spiace. Pensa che lo cercavamo pure noi..."
Kay, osservando la scena da una panchina, scoppia in una sonora risata.
Aidan squadra il loro interlocutore dall'accento newyorkese: troppo ben vestito per essere un vacanziero occasionale.
In viaggio di affari?
Un agente del fisco?!
Aidan si porta una mano dietro la nuca: "Uh, non vi deve dei soldi, vero?"
Bredan, fissando i due marinai: "Oh, ecco che ci siamo... noi turisti, entiendes?"
Finian: (ma come parla?) "Guarda che siamo irlandesi..."
Gli occhi di Brendan si illuminano: "quell'accento! ...non lo avevo riconosciuto. Volete sbronzarvi eh? Fate bene, questo mondo è troppo grigio."
Kenneth: "Fantastico, il mio giorno fortunato. E pensare che potevo essere ad Aspen..."
Kay si rialza e si avvicina al gruppetto: "Allora ragazzi siamo sulla stessa barca. Perché non chiediamo in giro? Magari il centro storico è anche vicino." poi, mentre si guarda intorno alla ricerca di passanti: "Piacere, Kevin."
Aidan: "Io sono Aidan. Stiamo cercando il locale perché gestito da un mio parente. Siamo marinai in licenza e vorremo fargli visita."
Finian: "Piacere, Finian. Cerchiamo qualcuno con l'aspetto non da turista, e vediamo se ci sa dire dov'è il pub."
Kay: "Credo sia un ottima soluzione... meglio iniziare comunque a camminare e a guardarci intorno. Che ne dite?"
Kenneth, scocciato da questa perdita di tempo: "Scusate se mi intrometto, ma secondo  il dépliant, il quartiere storico è oltre il parco... molto probabilmente attraversandolo ci potremmo arrivare davanti."
Brendan: "Sei tu che hai studiato a memoria quel coso, mi fido."
Kay: "Perché non l'hai detto prima allora? Eh vabbè ragazzi credo sia il momento di muoversi." Il ragazzo prende la sacca e inizia a camminare.
Finian, rivolto ad Aidan:"Dai, abbiamo trovato la comitiva..."
Aidan: "Se per voi non è un problema..."
Kay si volta sfoggiando una faccia che dovrebbe essere interrogativa ma esce estremamente buffa. "Perché, non vi stavate già muovendo? Forza dai."
Kenneth rotea gli occhi: (Fantastico. Gli unici irlandesi in città su sette milioni di persone dovevano toccare a me...)
Aidan e Finian si aggregano a i tre cugini senza farselo ripetere.

Il parco è una bella passeggiata di almeno un'ora, ma all'ombra quantomeno.
Arrivati al limitare opposto, dopo aver passato il Museo di Storia Atlantidea e la statua del fondatore Donnelly, la piccola cominiva si ritrova nel quartiere storico, dove svettano sopra le palazzine le guglie della Saint Brigit of Kildare Cathedral e i grattacieli della downtown.
Grazie anche alla concentrazione nel quartiere dei pochi edifici storici rimasti in piedi, questa è la zona di Atlas più europea in assoluto.
Senza troppa fatica, finalmente i nostri trovano il tanto agognato pub.
Nella stradina pedonale, la grande insegna rappresentante un'imbarcazione di legno li accoglie.
La scritta oro sullo sfondo in verde scuro non lascia dubbi: il posto è quello giusto.
Guardando dentro le finestre del locale si nota un arredamento in legno dal gusto irlandese, potrebbe essere elegante se non fosse pacchiano data la latitudine.
Finian, rivolto ad Aidan: "Andiamo a trovare tuo zio. Sai riconoscerlo, no?"
Aidan, reticente: "sì, dovrei. Non lo vedo da..."
Kay non si perde in convenevoli: appena vede l'insegna si getta dentro al locale.
Brendan: "...Entriamo, ho capito."
Finian e Aidan a questo punto entrano.
Kenneth è l'ultimo, riluttante.

Dentro, il locale è deserto e le luci sono spente. 
In fondo alla stanza, c'è un corridoio illuminato con una porta che probabilmente appartiene alla dispensa o ai bagni.
Ne esce un uomo sulla settantina, tarchiato.
Capelli grigi e volto rossiccio contornato da una barba ispida, l'anziano si volta verso il gruppetto esclamando: "Se non è questa una cazzo di coincidenza. Quando si dice che le disgrazie non vengono mai sole..."
Miles Flanaghann: se l'Irlanda fosse una persona, lui sarebbe comunque più irlandese di lei.
Il vecchio Miles ad Aidan: "Allora, tu che cazzo ci fai qui ad Atlas? Avevi solo un cazzo di lavoro da svolgere in Libia e invece sei venuto a pregarmi di nasconderti?!"
Aidan, intimorito: "Non è andato tutto come previsto..."
Finian: (ho un brutto presentimento...)
Kay si avvicina: "E tu dovresti essere quel vecchio amico di mio padre."
L'uomo osserva attentamente Kay: "Ragazzino, no. Un momento... sei il figlio di Liam?"
Kay: "In carne e ossa."
Kenneth ha un brutto presentimento quando sente "Liam".
Si avvicina a Brendan e gli sussurra: "Cosa significa la storia di suo padre? Pensavo che fosse un tuo amico, non il figlio di... quell'uomo."
Brendan: "...c'è una spiegazione razionale per tutto questo... ma prima..." a voce alta: "Flanaghann, pezzo di cazzo, quindi voi pazzi terroristi continuate a fare casino pure qui? E' questo che mi dite? Portaci qualcosa da bere e calmati per amor di Dio."
Il vecchio alza le spalle e si mette al lavoro.
Kenneth ha un terribile presentimento: sente odore di guai alla Brendan...
Brendan, a Finian: "E tu, testa rasata? Sei uno di quelli che si diverte a far saltare in aria gli scuolabus come questi?"
Finian, impietrito:"Nossignore. Sono un povero marinaio!"
Kay: "Ehi cugino, dovresti calmarti."
Aidan, visibilmente rosso in volto: "La nostra nostra è una guerra, yankee. Non puoi capire."
Kenneth, posando una mano sulla spalla di Brendan: "Infatti, non sono problemi nostri... ricordati di quello che ti ha detto Zio Ross."
Brendan si tocca la guancia dove la ferita fresca dalla scazzottata di un paio di giorni fa brucia ancora e sorride alzando le mani: "si faceva per conversare con i nostri due amici irlandesi della loro splendida Pietra Verde."
Aidan ancora più rosso: (è “Isola di Smeraldo”, idiota!)
Il vecchio Flanaghann torna con un vassoio stracolmo di boccali di fresca Beamish: "Questa la offre la casa. E tutti a sedervi, per Dio."
Finian sta sudando freddo: "Grazie, ci voleva."
Kay tira un attimo Brendan in disparte, poi gli sussurra: "Mi spieghi perché al nome di Liam prima sono rimasti tutti di stucco?"
Brendan: "Uh... è una questione che la nostra famiglia non ha elaborato nonostante siano passati vent'anni..."
Kenneth prende un boccale e ringrazia, ma è titubante a trangugiare tutto quell'alcol di pomeriggio e a stomaco vuoto.
Brendan afferra due boccali di birra e ne passa uno a Aidan: "Dai terrorista, bevi."
Aidan sbuffa e accetta.
Kay prende la coppa e nel frattempo osserva il vecchio che ricambia con un'occhiataccia.
Kenneth chiede a Miles:"Potremmo avere anche qualcosa da mangiare, se non è di disturbo? Siamo appena arrivati e non abbiamo ancora avuto il piacere di assaggiare la cucina locale."
L'uomo annuisce e poi con tutta l'aria che ha nei polmoni grida: "Ashlin', muovi quel culo secco e vieni a preparare qualcosa per i nostri ospiti!"
Dal piano di sopra con una scopa qualcuno batte forte sul pavimento/soffitto come a dire di aver capito.
Finian: (scappo dall'Irlanda e mi ritrovo in Irlanda, ma dall'altra parte del mondo...)
Brendan: "...mentirei se dicessi che questo posto non è un cesso."
Finian:"Secondo me se lo ripeti ci uccide."
Kenneth a Brendan: "Se il locale non è di tuo gradimento caro cugino, forse troverai la strada più confacente alle tue necessità."
Brendan con lo sguardo scorre i presenti: "Mi guardo attorno e chi vedo? Brutte facce da irlandesi: gente come me... e come te, Kenny, anche se non ti piace ammetterlo. Mi piace. E sapete perché?" bisbigliando: "dai, chiedetemelo."
Kenneth: "Sarebbe meglio di no... di solito le tue battute tendono a degenerare in scazzottate."
Brendan: "Non si conosce veramente un uomo se non si è mai fatto a botte con lui... così si dice, no?"
Aidan: (Questa la voglio proprio sentire...) "Perché?"
Finian: (noooooo!)
Brendan: "Bravo il mio piccolo terrorista. E' semplice: ci vedo scritto “opportunità” sulle vostre fronti. Vedete, io ho un dono, semplice ma importante: so riconoscere le persone giuste quando le incontro. E voi lo siete."
Finian: (meno male che mi riconosce come persona giusta...)
Kay:"E mio padre? Lui com'era secondo te?"
Brendan comincia a gesticolare: "Questa è una buona domanda, Kevin. Molto buona. Tuo padre era come noi: uno spirito libero. E' questo che ci accomuna. Io credo che esista una forza superiore chiamata "destino". E quello di oggi non è stato un caso, è stato un segno."
Kenneth sa dove sta per andare a parare:"Sei impazzito? Tuo padre ci ucciderebbe tutti piuttosto che farti diventare come Zio Liam."
Kay guarda male il cugino: "Kenneth stai parlando di mio padre..."
Brendan: "Al nostro tavolo vedo: un brillante avvocato che so che potrebbe essere il fottuto Presidente se solo lasciasse andare quella zavorra che si porta addosso; il mio cuginetto, figlio dell'unico O'Shean che ha saputo lottare per ciò in cui credeva; vedo pel di carota qui, che nonostante sia un terrorista credo che abbia un buon cuore sotto quella corazza... e vedo questo nostro misterioso ospite... come hai detto di chiamarti, testa rasata? Tu mi sembri il più irlandese di tutti qui. Sei come un piccolo San Brandano cazzo, lo sento." sorride: "io vedo un dream team qui, ecco cosa vedo."
Finian, sottovoce:"Finian... Finian O'Shean."
Kenneth: "E cosa vorresti realizzare con questo 'dream team' qui riunito?"
Brendan: "Grazie Kenny, è la domanda giusta. E' semplice: conquistarci la Libertà. Siamo come dei compagni di cella, compagni che cercano di evadere... dobbiamo cercare di stare uniti. Sento che ognuno di voi ha un sogno... e se vi dicessi che potete realizzarlo se solo lo voleste?" poi si gira verso Finian: "scusa marinaio, non ho afferrato il tuo cognome."
Finian, con un colpo di tosse: "O'Shean."
Brendan quasi si cappotta della sedia.
Kay: "Finian O'Shean?! Sei un altro cugino?"
Kenneth divertito: "Altro cugino di cui non sapevo nulla?"
Brendan sgrana gli occhi, quasi gli manca il respiro, poi beve un sorso di birra: "D-E-S-T-I-N-O. Destino! Chi cazzo lo ha mai visto questo?!"
Finian: "Sono scappato dall'Irlanda... tempo fa."
Brendan: "Saranno più di sessant'anni che la la nostra famiglia non ha contatti con l'Irlanda... certo... potresti essere un O'Shean a caso, ma il nostro cognome è la variante più rara di Shea! Come... cioè..." si calma: "...visto? Destino."
Aidan: (che dannazione dicono questi?)
Kay: "Ehi aspetta fermi una attimo... Noi arriviamo qui e a 'caso' troviamo un altro membro della famiglia? Mi stai prendendo per il culo?"
Brendan: " Coso O'Shean, ci siamo mai visti noi?"
Finian: "No, non credo..."
Kay: "Ok, ok... ho capito. Torniamo a noi... finisci di parlare."
Kenneth: "Ammettiamo che tutti noi vogliamo cambiare vita. Come ti prefiggi di modificare il nostro fato, cugino? In buona sostanza... cosa dovremmo fare?"
Brendan, serio come non lo è mai stato in vita sua: "dovete fidarvi di me."
poi, torna ad avere la sua solita espressione smargiassa: "...e vi spiego perché. Vedete, nella mia famiglia ho sempre svolto il ruolo di scout, fin da bambino. Conoscere gente, recuperare informazioni, arruolare nuove leve per la gang. Insomma, benché mio padre non si fidi di me come figlio, ha sempre rispettato il lavoro che svolgo per i Killarnians" fissando Kenneth: "altrimenti non saremmo qui oggi." Poi continua: "Vedete, ho invocato il destino non a caso: ho ricevuto una soffiata strettamente confidenziale da un membro della CIA. Quel bontempone di Reagan ha in mente di fare un annuncio clamoroso il prossimo anno... ma nei corridoi del pentagono e della CIA si rumoreggia già di qualcosa. Qualcosa che il governo sta sviluppando qui alle Bahamas."
Sicuro di aver l'attenzione di tutti, Brendan prosegue: "La droga è per perdenti. E io non voglio rovinare la vita del nostro quartiere importando quella merda nelle nostre strade più di quanto non ci sia già a causa di negri e italiani. Voglio dare qualcosa di positivo alla nostra gente. Quindi" si alza in piedi dritto davanti a loro: "Ho intenzione di impossessarmi di quella cosa che il governo sta preparando per combattere i commie. E poi, la useremo noi."
Kay fa un applauso ironico: "Bravo. Ora spiega cos'è e cosa fa sta 'cosa'."
Brendan adocchia Ashling, la nipote diciannovenne del vecchio Flanaghann, avvicinarsi al tavolo con due vassoio pieni di frutti di mare, gamberetti e chele di granchio.
Brendan: "il pasto è sacro." e si risiede.
La giovane, occhi azzurri e capelli castano chiari a contornare un bel viso pieno di lentiggini, sorride a Kay: "alla fine sei arrivato, mister registratore."
Kay:"Avevo voglia di rivederti occhio fino..."
Ashling: "occhio a mio nonno piuttosto."
Kay: "Sì, lo so. Appena ha saputo di chi sono figlio è rimasto di sasso" il ragazzo sa di essere osservato ma lo dice ad alta voce e fa finta di niente.
Aidan guarda in modo troppo compiaciuto la parente.
Kenneth, a Kay: "Conosci la signorina?"
Finian, con una punta di invidia: "a quanto pare..."
Brendan affera un enorme gamberone: "Se questa roba è buona la metà di quanto dice la pubblicità di Supah Shrimp Seafood potrò ritenermi più che soddisfatto! Avete presente la pubblicità, no? Quella col gambero vestito da supereroe."
Per un secondo tutti lo guardano con biasimo.
Brendan: "Bé, buon appetito."
Finian, mangiando come un porco: "...'tito."
Kenneth prende una porzione di chele di granchio e chiede a Brandon: "Non ci hai ancora detto cosa sarebbe questa nuova arma di Regan..."
Kay si gira verso il vecchio Miles con il bicchiere vuoto. "Posso chiederti un'altra pinta?"
Il vecchio con una smorfia prepara la birra.
Kay: "Sto aspettando che mi dici perché non ti va a genio la mia faccia vecchio."
Brendan, col volto sporco di salsa, sorride: "E chi ha detto che è un'arma?"
Kenneth: "Hai detto che la stavano sviluppando...ho pensato a qualcosa di meccanico...."
Brendan, dopo aver svuotato la chela: "Certo, il potenziale lo vedo... ma non sono sicuro di potermi fidare di voi. Vi propongo questo:  datemi tre giorni, lavorate per me. Vi farò guadagnare più di quanto abbiate mai visto fino ad adesso. Finiti quei tre giorni, se avremo lavorato bene assieme, vi rivelerò di che si tratta... altrimenti amici come prima e ognuno per la sua strada."
Kenneth: "Facile così, ma ti ricordo che dei due quello che ci perde di più sono io se non torniamo a NY con un nulla di fatto."
Ashling, andata a prendere la birra dal nonno, si rivolge a Kay: "Non ci pensare, lui odia tutti allo stesso modo."
Kay: "Simpatico..." Dice questo facendo una faccia ironica al vecchio.
Brendan picchietta le dita sul tavolo di legno: "Io e mio cugino siamo qui per la droga" si ferma: "non scandalizzo nessuno, vero? Bé: avremo quell'accordo coi Colombiani, ma voglio anche i soldi di quei rifiuti umani. E li avremo. O tutto o niente, non esiste una via di mezzo."
Kay: "Io ho un patto con te e sono già in lista."
Aidan guarda storto Brendan: "droga? che cazzo sei, uno spacciatore?"
Brendan: "No. E detto da un terrorista suona buffo."
Aidan alza le mani: "me la sono cercata."
Kenneth:"Se possibile anche io starei lontano da quella roba... in più non ha senso sfidare gli italiani al loro stesso Business, ma restando qui io e te rischiamo di diventare un obbiettivo."
Brendan: "Non succederà, non se avremo il giusto aggancio. Ho già un piano, ma di questo avremo modo di parlarne..." 
Kenneth solleva il boccale di birra e ne beve un sorso e poi dice: Bé cugino, io sono come San Tommaso: vedere per credere. Non mi puoi chiedere di aver fiducia senza mettere niente sul piatto... ma d'altra parte non posso nemmeno tornare a NY senza di te, quindi stiamo a vedere cosa combini."
Brendan: "tre giorni... tre giorni e cambierai idea su di me, KENNETH" poi si rivolge al nuovo parente acquisito e al Flanaghann dai capelli rossi: "Allora, misterioso O'Shean e signor terrorista, sarete dei nostri?"
Finian: "Andata...tanto a me basta scappare..."
Aidan invece si alza: "Sapete cosa vi dico? Che è un'idea del cazzo. Io... me ne tiro allegramente fuori. Ho ancora uno scopo nella vita, e quello scopo non è farsi ammazzare ad Atlas" il giovane si allontana: "grazie per la compagnia. Vedrò di partire domani stesso per Dublino. Ma lasciate che vi dica una cosa: i sogni sono sogni proprio perché rimangono tali. Solo gli ideali contano in questo mondo."
Brendan sbuffa, lasciandolo andare: "...e il mio appetito è svanito" poi si rivolge ai tre O'Shean rimasti: "Riposatevi, lavatevi e vestitevi a modo: questa sera festeggeremo il capodanno in grande stile... e vi voglio carichi: il lavoro comincia proprio stanotte."

Capodanno 1985, sarà un evento che ricorderanno per sempre...

1 commento:

  1. Riveduta e corretta.
    Almeno la prima sessione vera e propria non poteva mancare!

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