HIDDEN CREEK LOG #3: WOODEN NICKEL
Trenta Giugno 1977, mezzogiorno e dieci.
Il sole estivo picchia sull'asfalto di Maple Avenue e
l'umidità che proviene dalla foresta non fa che accentuare la calura.
Henry e John, usciti dal museo, si scambiano
un'occhiata rapida.
C'è solo una cosa da fare al momento: risolvere questo
casino il prima possibile.
Qualche turista passeggia, cappello da baseball calato
in testa, per strada mentre i tre mocciosi dei Miller passano con le loro
sgangherate biciclette facendo gestacci a chi gli capita a tiro.
Passa ancora qualche minuto e di Casey ancora nessuna
traccia.
Dove si sarà cacciato?
Senza di lui, stanare la gemella non sarà semplice...
John: "Chiediamo ai passanti, magari l'hanno
vista."
Henry guarda spazientito l'orologio: "Dove si
sarà caccacciato Casey?" Poi risponde a John: "Secondo me è inutile. Molti
sono turisti… aspettiamo ancora qualche minuto e poi cominciamo a
cercarla!"
I due si siedono all'ombra della siepe vicino al museo
e guardano con attenzione i passanti mentre le lancette dell'orologio continuano a spostarsi in avanti.
Scaduti i cinque minuti di attesa, e visto che Casey è
disperso, è il momento di darsi da fare.
In genere Casey è sempre puntuale, proprio oggi decide
di fare diversamente?
John: "Andiamo a vedere se è a casa. Chissà,
magari la sta cercando pure lui."
Henry: "Buona idea!"
La casa dei Turner è nello stesso quartiere di quella
dei Kincaid e dei Van Dreel, ovvero quello sud-est compreso tra la Town Hall e la
stazione di polizia.
Dieci minuti dopo, i due amici sono già nella stradina
che ben conoscono da quando erano poco più che bambini. L'abitazione dei
Turner, una villetta bianca molto graziosa, è dal lato sinistro del viale alberato.
In fondo alla strada, dalla parte opposta, una Dodge
Aspen verde scuro è parcheggiata vicino al marciapiede.
Quella macchina forse l'hanno vista prima...
John: "Ma quella non è la macchina che abbiamo
visto quella notte? Il modello è lo stesso..."
Henry: "Magari è di un turista che ha affittato
casa da queste parti. Su, bussiamo."
John si avvicina alla porta, osservando l'auto un po'
sospetto.
I due suonano alla porta aspettando che qualcuno apra.
Il dottor Benjamin Turner dovrebbe essere ancora nel suo studio
medico ma forse sua moglie è in casa.
O quantomeno Casey.
Aspettando davanti all'ingresso, i due vedono uscire dalla macchina parcheggiata un uomo decisamente robusto che con tutta
tranquillità chiude la portiera della vettura.
John suona di nuovo nervosamente il campanello.
Lo sconosciuto, sempre con calma, sembra dirigersi proprio
verso la residenza dei Turner.
Ad aprire la porta, un volto familiare: Diane.
La giovane, capelli castano chiaro e sguardo vispo e
intelligente, è la fotocopia al femminile di Casey. Con indosso degli short e
una maglietta verde dal logo sbiadito del Pinewood Sawmill Museum, con sguardo interrogativo accoglie i
due.
Diane, mezza addormentata: "Oh. Ragazzi..."
Henry: "Cercavamo proprio te, e tuo
fratello!"
John: "Ehilà, Diane. Possiamo entrare un
momento?" John addocchia l'uomo della macchina chiedendosi se potrebbe
essere l'Uomo del Wisco.
Ormai piuttosto vicino, l'uomo è chiaramente
distinguibile: sulla trentina, di origine nativa, capelli lunghi e corvini
raccolti in una treccia. E' vestito con un completo grigio scuro, decisamente
non adatto alla campagna.
Diane, ancora frastornata: "Sì... certo."
La ragazza fa cenno ai due, decisamente sospettosa, di
entrare in casa.
Henry entra, più preoccupato dei soldi che per il
tizio.
John entra e osserva i movimenti dell'uomo da una
finestra.
Diane si rivolge ai due visitatori inaspettati, vedendo che non
biascicano parola: "Beh?"
Dalla finestra, John osserva l'uomo fermarsi a pochi
metri dall'abitazione, come assorto nei propri pensieri.
John: "Diane, hai mai visto quel tizio?"
Henry: "Casey dov'è?"
Diane si avvicina a John mentre risponde a Henry:
"Non l'ho visto stamattina. Non era con voi al vostro rifugio?
Comunque..." dice sbirciando dalla finestra: "No, chi dovrebbe
essere?"
Henry: "E i 500 dollari?"
John: "Un tizio che forse una volta ci ha seguito
di notte, con quell'auto. A proposito, i soldi ci servono."
Diane non cambia espressione del volto, ancora
intorpidito dal sonno: "Woah, frenate! Quali soldi?"
Henry guarda John un po' preoccupato.
John la guarda negli occhi "Eddai Diane, lo sai
che hai fatto una cosa sbagliata. Quei soldi servono, dai una mano anche tu e
alla fine si divide tutto, su..."
La ragazza rotea leggermente gli occhi, poi: "Jo,
sei tornato per fare lo stronzo? Ragazzi, di cosa state parlando, si può
sapere?"
John sbuffa e guarda fuori dalla finestra. "Non
sei passata oggi al museo? La madre di Henry dice che ti ha visto lì... A meno
che..."
Henry: "Oh Casey......."
John sbuffa: "Che fastidio."
La ragazza fissa con una certa dose di sodddisfazione
i due: "Siete due cretini."
John alza le spalle: "A nostra discolpa, noi non
c'eravamo."
Qualcuno suona alla porta.
Diane guarda i due e con sarcasmo: "E' il vostro
pedinatore?"
John le fa cenno di parlare piano e sbircia dallo
spioncino.
La giovane si avvicina alla porta e guarda dallo
spioncino.
E' il loro uomo, dritto davanti alla porta.
Diane, sussurrando: "Che volete che faccia?"
Henry: "Non aprire... Avete un uscita sul retro
se ricordo bene."
John: "No aspetta. Io dico, facciamolo entrare.
Non sta cercando noi, come avrebbe fatto a sapere che eravamo qui? Chiedigli
che vuole."
L'uomo suona nuovamente.
Diane respira profondamente e sussurando: "Ok...
allora, uh, chiedo chi è..."
John si mette di lato rispetto alla porta per non essere
visto.
Diane, a voce alta: "Questa è casa Turner, che
cosa vuole?"
Da dietro la porta, una voce profonda ma misurata, con
un accento del Wisconsin come il loro, risponde: "DEA. Sono l'Agente
Speciale William Prince. Sto cercando Casey Turner."
John sussurra "Chiedi un distintivo!"
A quella presentazione, Diane non sa che rispondere,
poi, preso coraggio: "M-mi mostri il suo distintivo."
Henry: "DEA? Cosa vogliono da tuo fratello?"
Dallo spioncino l'uomo mostra il distintivo.
Sembra tutto dannatamente vero.
Diane, a Henry: "Non lo so... non lo so!"
Henry: "Fallo entrare."
John: "Non è te che vuole. Puoi dirgli che non è
in casa. Noi usciamo dal retro."
L'uomo all'esterno: "Vorrei farle qualche
domanda, apra per favore."
Diane prende istintivamente la mano di Henry: "Non
lasciatemi..."
John ci pensa un attimo. "Va bene hai ragione.
Facciamolo entrare. È l'ora di vederci chiaro con questa storia."
Diane con la mano libera apre lentamente la porta : "Buon g-giorno. Sono Diane Turner. Se vuole accomodarsi..."
L'agente DEA William Prince, in tutta la sua presenza
intimidatoria è sull'uscio della porta,
ma le sue parole sono cordiali: "Grazie. Con permesso." dice varcando
l'uscio.
L'agente, dopo aver squadrato i due ragazzi, li saluta
con un gesto della testa.
Henry: "Perché sta cercando il nostro
amico?"
John fa un cenno "Buongiorno agente, che ha fatto
Casey?"
L'uomo: "Una cosa alla volta." poi, rivolto
a Diane: "Non ci vorrà molto, ha dove sedersi?" Diane accompagna i
tre in cucina per farli sedere al tavolo.
L'uomo, tolta la giacca del completo e rimasto nella
sua camicia bianca con cravatta rossa, inizia ad esporre la situazione hai
presenti: "il vostro amico è nei guai, temo."
L'agente speciale Prince fa poi un cenno a Diane: "Ha mica un
lattina di Coca-Cola? Sono assetato."
Poi, l'agente continua: "Sospetto che il signor
Casey Turner sia coinvolto nel traffico di una sostanza stupefacente altamente
tossica e che si sia messo nei guai con chi gliela fornisce."
Henry: “Chi? Casey? Non è il tipo!"
John, che nel frattempo stava pensando al pacchetto di
tabacco che ha in tasca si riprende "Casey!? Ma no, impossibile..."
Henry: “Si mette a frignare per qualunque cosa e di
certo non ha né l'aspetto né l'atteggiamento da spacciatore."
Con mano tremante, Diane porge una lattina tirata
fuori dal frigo all'agente: "ne è sicuro? Forse si confonde con
qualcun'altro..."
L'agente con tutta calma apre la lattina:
"Quand'è l'ultima volta che lo avete visto?"
Henry: “L'abbiamo visto stamattina, dopo che... beh,
una vecchia casa diroccata che usavamo come ritrovo, è crollata. C'eravamo dati
appuntamento davanti al Museo a mezzogiorno, ma lui non è venuto e siamo andati
a cercarlo a casa sua."
Diane: "Ieri pomeriggio. E' stato con i ragazzi
da allora."
John: "Dovevamo organizzare l'impianto audio
della Summer Fest..." sembra un po' una cosa triviale davanti a un'accusa
simile.
L'agente sorseggia la Coca con gusto: "Vedete, adoro questo sapore, anche se crea assuefazione in effetti..." poi, prosegue: "Il
signor Turner è nei guai seri. Non posso divulgare i dettagli di un'operazione
in corso, ma la sostanza che ha aiutato a spacciare ha già causato delle
vittime altrove."
John: "Di che sostanza si tratta, si può sapere?
Io non gli ho mai visto usare nulla, non mi è mai sembrato diverso dal solito,
di certo non un drogato..."
Prince: "Solo gli spacciatori stupidi usano ciò che
spacciano." l'uomo si mette una mano in tasca e tira fuori
una bustina di plastica.
Con cura, la apre e ne tira fuori un dischetto piatto
con sopra stampata l'immagine stilizzata di una testa d'Indiano: "Lo
chiamano "Wooden Nickel": sapete, come quelle monetine di
legno."
L'uomo fa in modo che i tre osservino bene il
dischetto: "Avete mai visto uno di questi?"
Diane scuote la testa: "No..."
John: "No... che cos'è?" John cerca di
mostrare un interesse il più possibile scientifico.
Henry: “Mai!"
L'uomo fa girare tra le dita il piccolo dischetto come
fosse un prestigiatore.
Prince: "Quello che posso dire è poco. E' fatto
per essere sbriciolato, bruciato ed inalato. Pare che provochi un trip talmente potente da
essere letale. Sono morte già quattro persone. Di quello se ne sta occupando
un'altra agenzia governativa. La DEA si occupa dell'aspetto legato alla sua
circolazione."
Prince guarda a sua volta l'immagine del dischetto:
"perché la testa d'Indiano? Si dice che faccia parte di qualche tradizione
non meglio specificata, ma si tratta solo di un modo per renderlo ancora più
appetibile agli Hippie."
Prince rimette via il dischetto: "Avete idea di
dove possa trovarsi il vostro amico? Se sapete qualcosa dovreste dirmelo, lo
dico per la sua sicurezza. Credo che possa essere in grave pericolo."
John: "Perché dovrebbe essere in pericolo?
Qualcun altro gli sta dando la caccia?"
Prince: "Temo di sì. Se chi mette in circolo
questi dischetti ha scoperto che il vostro amico è ricercato dalla DEA, potrebbero
non farsi scrupoli nell'eliminare ogni traccia che possa ricondurli a
loro."
L'uomo finisce
la lattina: "Sinceramente, non sono interessato al vostro amico: dal mio
punto di vista è solo un tassello di un quadro molto più ampio. Se collaborasse
avrebbe la nostra protezione. E farebbe la differenza in un processo."
Henry: “Non sappiamo dov’è adesso, come le ho detto,
lo stavamo cercando qui."
John: "Proveremo a cercarlo! Io ancora non ci
posso credere, anche solo per parlargli."
L'uomo tira fuori tre biglietti, recano sopra il logo
del Northwoods Lodge & Suite: "al momento alloggio su al Northwoods,
potrete trovarmi lì questa sera. Chiamatemi pure se
scoprite qualsiasi indizio che possa essere utile all'indagine. Continuerò a cercare il
vostro amico nel frattempo. Inoltre, devo chiedervi di essere
discreti su questa conversazione."
John: "Sì, ovviamente..." John appare scosso, davvero non ci può credere.
John: "Sì, ovviamente..." John appare scosso, davvero non ci può credere.
Henry: “Mio padre sa che siete qui?"
Prince: "Suo padre?" dice rivolto a Henry.
Ci pensa un secondo: "Lei è il figlio del Capo Kincaid, giusto? Il capo è
stato informato della mia presenza qui in città una settimana fa al mio
arrivo."
John: "Ma avete prove a suo carico?"
John: "Ma avete prove a suo carico?"
Prince: "La prova a suo carica l'avete vista: Ho
trovato nella casa abbandonata che avete occupato un sacchetto di Wooden
Nickel."
John: "Cosa!? Ma quando? Ma questo vuole mica
dire che sospetta anche di noi!? Come fa a essere sicuro che sia stato
lui?"
Prince: "Attualmente no. Credo che siate sinceri
quando dite di non essere a conoscenza delle attività del signor Turner. Ho finto interesse nell'acquistare uno
di questi dischetti e lui me ne ha fornito uno. Perquisire il
vostro rifugio è stato il passo successivo."
John: "Ha comprato un dischetto da lui? Da
Casey!? Ma davvero? È assurdo..." John si lascia cadere su una sedia.
John: "Ma gliel'ha fornito di persona?"
Diane, sconvolta, è rimasta senza parole: "Non... perché avrebbe fatto una cosa simile?"
Henry: “Ma ci deve essere un errore… probabilmente lui
non sapeva cosa stava vendendo... non è il tipo..."
L'agente annuisce rispondendo affermativamente poi
aggiunge: "Se quello che dice è vero, lo verificheremo una volta
rintracciato il vostro amico."
Prince si alza e ringrazia per la lattina offerta.
John: "Una cosa, ma quanto tempo fa è successo
questo?"
Prince: "Tre giorni fa. Una volta trovato il riscontro al
laboratorio di Chicago, sono tornato oggi. Sono passato al vostro rifugio solo
per trovarlo distrutto..."
John: "Come a fatto a capire che era Casey che
vendeva questa droga qui? Voglio dire, sembra incredibile che l'ultimo
ritrovato in fatto di droga si venda a Hidden Creek... Secondo me non aveva
idea, come potrebbe una cosa simile finire qui?"
Prince taglia corto su questo dettaglio:
"Quest'informazione è riservata essendoci un'indagine ancora in corso.
Quello che posso dire è che a Hidden Creek c'è qualcosa di profondamente
corrotto. Conosco bene questa zona, sapete? Ho vissuto in questa contea quando ero bambino. Allora la città era ancora abbandonata..."
L'uomo rivolge poi parole di conforto a Diane:
"Signorina Turner, vedrà che questa brutta faccenda si risolverà per il
meglio."
Poi, guardando nuovamente i due, si avvia alla porta.
John cede la sedia a Diane. Esclama "Non ci posso
credere. È finito in un guaio, per forza."
Diane: "Jo, dovete trovarlo al più presto!"
John: "Sì, direi che andiamo subito. Tu stai
bene? Spero non abbia preso i soldi per scappare il più lontano possibile.
Anche se potrebbe essere... la vostra macchina è ancora qui?"
Diane: "Sì, è ancora nel garage."
Henry: “Merda, è una pessima situazione!"
Diane: "Io lo aspetterò a casa, in caso tornasse
qui..."
John: "Con quei soldi potrebbe addirittura aver
comprato un'auto, forse... sicuramente un passaggio l'ha trovato. Diamoci da
fare e troviamolo. Diane, hai qualche idea di dove potrebbe essersi
nascosto?"
Diane cerca di concentrarsi.
Dopo qualche istante di silenzio: "Vi ricordate
quella volta in cui siamo andati tutti insieme nelle grotte? Utilizzando il
pozzo."
John: "Questa è una buona idea! È assente da solo
stamattina e magari non è andato via strada se è braccato dalla polizia... le
strade saranno sorvegliate."
Diane: "Ma allora i soldi?"
John: "Ci stavo pensando... non è che ne ha
bisogno per qualcosa? Forse per le persone che gli stanno dando la caccia? O
forse vuole lasciare la città dalle caverne per poi andare via strada..."
Henry: “O magari gli deve dei soldi… se vi ricordate
l'idea di chiedere un anticipo è stata sua."
John: "Potrebbe essere... ma allora vorrebbe mica
dire... che sa cosa sta facendo? Io non ci posso credere. Penso ancora che
pensasse fosse qualcos altro"
Diane si porta una mano alla testa: "Casey che
cazzo stai facendo...?" poi, ai due: "Spero allora che non lo abbiano
trovato già loro."
Diane accompagna i due alla porta: "Mi
raccomando..."
"Lo troveremo, Diane, non temere." John è
piuttosto abbattuto "E mi spiace un sacco per averti chiesto dei
soldi."
La ragazza bacia sulla guancia entrambi:
"Non potevate saperlo..." poi apre la porta.
Henry: “Alle grotte dunque."
I due Vecchi Gentiluomini, ognuno assorto nei propri
pensieri, si avvia a passi svelti verso la River Mine.
Quando erano ragazzi i quattro avevano scoperto che
dal vecchio pozzo, che dovrebbe essere sigilillato ma che in realtà è
parzialmente scoperto, è possibile entrare nella miniera senza passare per
l'ingresso turistico.
Una bravata pericolosa che, con il giudizio di oggi,
avrebbero dovuto non fare assolutamente. Eppure un tempo, prima che il club
fosse smantellato, sarebbero potuti andare avunque, loro quattro.
Il sole del primo pomeriggio è mitigato dall'ombra
degli alti alberi.
Fatta attenzione a non essere visti dal casotto dei
biglietti e delle guide all'ingresso della River Mine, passato un gruppo di
turisti, i due proseguono nel bosco.
Più un buco nel terreno che altro, parzialmente
occultato dalla vegetazione, eccolo lì, il pozzo.
La sua copertura, più che altro una lamiera di metallo
bloccata da pesanti pietre, è parzialmente spostata lasciando scoperto
l'accesso.
John guarda nel buco e prova a chiamare "Casey?
Siamo noi! Sei là sotto?"
La voce di John rimbomba nella cavità.
Lì sotto regna la più profonda oscurità, i raggi del
sole sopra di loro riescono solo ad illuminare fino ad un certo punto il
pertugio che conduce fino alla grotta.
Nessuna risposta.
John: "Beh, sembra che l'unica sia scendere...
Secondo me quel poliziotto ci starà già seguendo o potrebbe essere qui a
momenti."
Henry: “Allora muoviamoci prima che ci vedano. Prima
tu."
John inizia la discesa nel buio aggrappandosi ai precari pioli metallici che formano una rudimentale e grezza scaletta.
Henry lo segue.
I due amici cominciano una lenta discesa mentre la
luce del sole si fa via via più flebile là sotto. L'aria è quasi fredda sottoterra. Finalmente, arrivano a posare i piedi sull'umido suolo della
grotta. Al contrario del resto della Miniera l'acqua piovana, filtrando dal pozzo, rende l'ambiente sotteraneo ancora meno ospitale.
L'unica luce proviene dall'apertura sopra di loro.
L'unica luce proviene dall'apertura sopra di loro.
Perché diavolo scesero qui sotto anni fa?
Non che abbia importanza adesso.
Fortunatamente, John non esce mai di casa senza
fiammiferi. Si guarda intorno per vedere se c'è qualcosa che si può bruciare.
Henry si rende conto del madorenale errore di andare
senza niente per illuminare.
John nota, al limite
dell'oscurità, qualcosa: sembra essere una sacca o uno zaino.
"Guarda!" John si avvicina
e accende un fiammifero per vedere meglio.
John ha per un attimo un brivido: è lo zaino di Casey.
Henry corre verso di lui per guardare meglio....
John: "Avevamo ragione..." John afferra lo
zaino e ispeziona i contenuti.
Aprendolo, di tutto ciò che avrebbero voluto trovare,
forse quella era la cosa che meno speravano, adesso: i 500 dollari tra alcuni
effetti personali del loro amico.
John: "Ha lasciato qui i soldi? Com'è possibile?
A meno che... chi lo cercava non l'abbia preso."
Henry: “Era qui, e qualcuno lo ha preso, non c'è altra
spiegazione. Forse è il caso di dirlo all'agente."
John: "Dobbiamo andare avanti, non può essere
passato troppo tempo!" John guarda se c'è qualcosa per fare luce. Inizia a
pensare di bruciare i soldi.
Henry immagina l'intenzione dell'amico: “No, bruciare i soldi è reato, e poi ci
servono!"
Henry gli strappa di mano il malloppo.
Henry gli strappa di mano il malloppo.
Dentro allo zaino c'è una maglietta di Casey.
John: "Questa maglietta è perfetta, possiamo
cercare di darci fuoco e usarla come torcia." si guarda intorno per
cercare qualcosa intorno a cui avvolgerla. Non è il momento di pensare ai
soldi, Henry, che cavolo!"
Henry mette in tasca il malloppo e cerca qualcosa tipo una sbarra o simile.
Henry mette in tasca il malloppo e cerca qualcosa tipo una sbarra o simile.
C'è un piolo improvvisato che si è staccato dalla
parete poco lontano da loro.
Henrylo raccoglie e lo porge a John.
John afferra il piolo. Ci avvolge intorno la torcia.
Estrae da una tasca del suo giaccone un flacone di un liquore misterioso e lo
versa sulla maglietta.
John: "Ok, ora basta che non mi dia fuoco...
allontanati Henry e pronto a spegnermi nel caso!"
Henry: "Nascondi più cose misteriose te in
quella giacca che Batman nella sua cintura."
John: "Eh, da certe cose non ci si separa
mai..."
John dà fuoco al piolo.
Henrysi allontana.
La torcia improvvisata prende subito fuoco producendo
calore e illuminando la grotta. La scorsa volta furono abbastanza accorti da
portarsi delle torce elettriche.
La luce risplende delineando subito l'ambiente.
Il cunicolo sotterranea in cui si trovano gli è in
qualche modo familiare.
A che stupida prova di coraggio si erano sottoposti da
ragazzi.
E proprio in quel momento ad entrambi torna in mente,
come un ricordo accantonato da tempo, l'immagine della scatola di metallo che
avevano piazzato lì sotto.
Da entrambe le parti del cunicolo in cui si trovano,
oltre la rassicurante luce, solo buio e silenzio.
Henry: “Avanziamo ancora un po'."
John guarda il pavimento cercando qualche traccia e
avanza.
Avanzando nel cunicolo, e allontanadosi dall'apertura
del pozzo, i due, continuando far rieccheggiare le loro voci alla ricerca
di Casey, arrivano ad un punto morto, ed è lì che la ritrovano: una vecchia
scatola arrugginita, ancora legata con lo spago. E' in un anfratto della
galleria, proprio dove l'avevano lasciata.
Henry prende la scatola e la osserva con attenzione.
Magari Casey ha lasciato qualche indizio.
Tolto lo spago, che legava la vecchia scatola da
sigari di Kincaid senior, Henry ha una lieve sensazione di nostalgia che subito
svanisce non appena ne appura il contenuto: come tante fiches di un gioco
mortale, diversi dischetti Wooden Nickel riempono la scatola sigillata sette
anni prima.
John afferra uno dei dischetti, incredulo, tenendolo
lontano dalla torcia. Lo osserva attentamente cercando di capire se davvero
potrebbe trattarsi di una droga letale. Scuote la testa "Ancora non posso
crederci."
Henry: “Dovremmo dirlo all'agente... è l'unico che può
aiutarci a salvare Casey."
Casey è colpevole.
Com'è potuto succedere?
Il loro amico, il compagno con cui sono cresciuti
assieme...
Perché nascondere un segreto simile?
Henry scuote leggermente la testa, forse per biasimo,
forse per compassione.
Mentre rigira tra la mani la spago con cui era legata
la scatola, ha una rivelazione...
John osserva il volto dell'amico farsi lievemente
pallido.
Il logoro spago è ancora lo stesso che usarono sette anni fa: la scatola era sigillata.
Il logoro spago è ancora lo stesso che usarono sette anni fa: la scatola era sigillata.
Questa storia si addentra nel profondo delle loro
stesse vite.
Forse, è arrivato il momento di pensare anche alla
propria salvezza.
FINE DELLA SESSIONE
Come al solito, un piccolo commento musicale.
Siccome si parla di droghe psichedeliche, vorrei ricordare i bei tempi in cui i Pink Floyd erano psichedelici davvero. Anno 1970, uova fritte e cereali per tutti.
Siccome si parla di droghe psichedeliche, vorrei ricordare i bei tempi in cui i Pink Floyd erano psichedelici davvero. Anno 1970, uova fritte e cereali per tutti.
Grazie per aver ripulito e postato il log!
RispondiEliminaRileggendo la sessione, traspare una buona dose di tensione, spero che anche in game l'abbiate percepita (anche perché come avrete capito il gdr si basa, almeno per adesso su questo).
Resta da vedere cosa faranno i nostri due protagonisti per aiutare l'amico.
Le loro decisioni riusciranno a tirare fuori Casey dai guai prima che sia troppo tardi?
La sessione è stata ottima, non sono riuscito a smettere di pensarci in questi giorni >.<
RispondiEliminaIo continuo a postare i log sbozzati, se poi hai voglia di scriverli in forma "letteraria", fai pure!
L'idea è sempre quella!
RispondiEliminaHo corretto qui sul blog due o tre frasi che suonavano male nel log rileggendolo ma prima di aggiungere o tagliare qualcosa vorrei aspettare di finire l'avventura: solo allora potremo avere un quadro completo della storia che secondo me è importante per poter rimaneggiare i Log.