venerdì 16 gennaio 2015

ATMOSPHAERA Capitolo V: Menzogne.


Un altro giorno è passato sugli altipiani di Hesperia. Il sole emana gli ultimi raggi oltre le maestose vette delle montagne che formano una barriera naturale e un passaggio obbligato dalle ventose coste ovest alla piana di Valdeixo, cuore agricolo di queste regioni dell'Impero. La ripida strada si inerpica velocemente tra le rocce mentre piccole postazioni di guardia punteggiano il percorso dei pellegrini e delle lucertole da soma che incedono nella tiepida notte di Atmosphaera. Quando il sole torna a sorgere dalla parte opposta del loro percorso, là nella distesa delle nuvole perenni, la faticosa notte si conclude. 
La raggiante luce mattutina colora di rossastro i marmi e le chiare pietre del Santuario del Grande Giorno che si svela come una sacra visione ai loro occhi oltre un lungo ponte che collega il crinale al complesso religioso sorpassando un ampio e profondo crepaccio, unico accesso al luogo di pellegrinaggio. Lo stile esuberante e barocco della struttura tradisce fin da subito l'origine recente e lo scopo celebrativo dell'opera, vero e proprio monumento alla Cultura Aviz dalla sua lunga e travagliata storia. Le ampie cupole proteggono i tomi provenienti da ogni angolo della Direttrice Nord-Ovest e formano la più vasta e completa raccolta del Sapere mai tentata fino ad oggi. Ogni Imperatore, fin dalla fondazione di Hesperia, si è fatto carico di ampliare ad abbellire il Santuario e lo sforzo congiunto di centinaia di scultori, pittori e mestieranti si nota dall'eccesso di dettagli che bombardano i pellegrini: ori, statue, quadri e altre opere d'arte adornano gli interni degli edifici; il più grande di essi, corrispondente alla cupola centrale, è l'unico accessibile ai pellegrini ed offre l'occasione di consultare i volumi contenuti nel Santuario. A rendere questo posto così spettacolare è sicuramente il complesso di statue raffiguranti gli eventi della Reconquista, vero e proprio libro di pietra che si dipana a più livelli creando una cornice suggestiva e mistica. 
Giunti all'ingresso, presidiato da alcuni aviatori imperiali, fatto non inconsueto per i luoghi sacri di maggior affluenza, la prima cosa a colpire i quattro è il peculiare abbigliamento dei chierici che vi sfilano all'interno: coloro che prendono il voto di servire il Santuario debbono rinunciare al dono della parola libera e al dono della libera a scrittura, giuramento simboleggiato dalla catena che portano al collo e al polso della mano maestra. Per i documenti e per i testi conservati nel cuore della montagna infatti, richiede la massima segretezza che solo un sacrificio simile è in grado di tutelare. Testi come il Codice delle Leggi Comuni, l'Historia Universalis e gli scritti sacri dei Santi della Chiesa di Eixo sono affidati alle cure di tali studiosi. 

Sulla scalinata del sacro luogo, tra la folla di pellegrini risalta un Aviz vestito con abiti nobiliari, piumaggio di un verde scuro e sguardo vispo: appena incrociato lo sguardo con i quattro pellegrini in incognito, subito alza un braccio in segno di saluto. Visto da vicino, risalta subito una linea di piume bianche al collo dell'individuo che spezzano la monotonia delle tonalità altrimenti cupe. Con tono accogliente e vivace, l'Aviz si rivolge a loro: "Speravo proprio che arrivaste sani e salvi! Non avete idea, gli ultimi due giorni sono stati a dir poco eccitanti!" Poi li osserva meglio: "Mi hanno riferito di cinque pellegrini... Dov'è il quinto?"
Seamus fa spallucce: "Non si è presentato all'appuntamento in città."
Marlin: "Probabilmente è morto."
Whydah, con sguardo rassegnato: "Spiumato e mangiato..."
L'Aviz fa le spallucce a sua volta: "Mi spiace sentirlo, ma sono imprevisti del nostro mestiere, immagino." Subito prosegue, passandosi una mano sul capo per lisciarsi le piume leggermente scomposte: "Mallart, mi chiamo Diogenes Mallart. Immagino che ve lo siate chiesti."
Gally: "Piacere, io sono Why."
Mallart: "Piacere, Why."
Northeburg: "Meglio non parlare qua fuori. Siamo qui per incontrare la persona che ti manda."
Shaw squadra l'Aviz: "Il señor Mallart, Eh? L'Inquisitore mi ha accennato..." vorrebbe aggiungere altro, ma il commento del Santo è sensato.
Mallart: "Senior Feowl, il nostro amico comune vorrebbe che si assicurasse di avere sotto controllo l'accesso al Santuario..."
"Non dica altro, ho capito." il giovane mercenario si rivolge ai tre compagni: "Vi raggiungerò non appena avrò fatto una perlustrazione della zona." Aggiustatosi il cappuccio della tonaca, l'ex aviere fa un cenno secco con la mano e si avvia verso il ponte dal quale sono arrivati.
Mallart, sempre con tono vivace: "seguitemi, seguitemi! Abbiamo molto di cui parlare!"
Northeburg: "Sì, abbiamo pure un dono per lui."
"Ok." Whydah si guarda indietro e poi segue l'Aviz assieme ai due compagni.

L'Aviz dalla parlantina rapida conduce il trio nei meandri del Santuario, nella penombra perenne degli alti e polverosi scaffali carichi di pergamene antiche e recenti. Dopo aver salito qualche piano, il gruppetto si ritrova in una piccola stanza la cui finestra circolare si affaccia all'interno della cupola centrale proprio sopra la statua del Trionfo sull'Apocrita, composizione marmorea di notevole impatto raffigurante, con vivace naturalezza, quello che dovrebbe essere uno dei mortali nemici dell'Impero nell'atto di essere infilzato da una lancia. A guardare fuori dalla finestra, L'Inquisitore Velazquez, con la sua solita tonaca nera e rossa: "Grazie a Eixo siete giunti fin qui. Ho temuto per il peggio, devo essere onesto."
Gally mormora: "Qualcuno in effetti l'abbiamo perso..."
"E abbiamo un regalo da parte di qualche suo amico" Marlin gli porge la piccola scatola, con il messaggio reinserito all'interno.
L'Inquisitore la apre leggermente e, appena l'aroma fuoriesce, capisce. Letto rapidamente il biglietto, richiude la scatola: "Quando avete ricevuto questo "regalo"?"
Bran: "Ci è stato dato dopo essere scesi dalla carovana, a quanto pare un soldato a un posto di blocco lo ha dato al suo capitano mentre eravamo fermi."
Marlin aggiunge: "E prima di arrivare alla commenda io e il señor Feowl abbiamo subito un'aggressione da persone che sapevano chi fossimo e che avevano in dotazione un equipaggiamento molto simile a quello degli avieri imperiali."
Lo sguardo dell'Inquisitore non tradisce alcun turbamento a questa rivelazione: "Era una possibilità concreta che accadesse."
La porta della stanza si riapre e Shaw ritorna dalla perlustrazione: "Sembra tutto tranquillo fuori. Almeno per ora..."
L'Inquisitore saluta il mercenario: "Señor Feowl, è un piacere rivederla."
Shaw: "Anche per me., Inquisitore. Anche se credo di avere delle spiacevoli notizie."
Whydah: "Mi sembra più sveglio di prima, señor Shaw..." 
Northeburg: "Stavo appunto riferendo all'Inquisitore il nostro spiacevole incontro..."
Shaw Feowl: "Erano avieri imperiali, non ho dubbi su questo."
Marlin: "E dunque chi è il cacciatore che ci  bracca con i potenti mezzi dell'Aviazione Imperiale?"
Shaw: "Io avrei sicuramente qualche nome alla lista, ma il nostro Inquisitore forse sa di più."
Velazquez: "Credo che si possa trattare di Baltasar De Monteixo, un ufficiale dell'Avizione Imperiale, in realtà un vero e proprio cacciatore di teste al servizio della Corona Imperiale usando la legittimità del suo titolo per compiere lavori sporchi per la Corte di Mayra. Ma non è egli a preoccuparmi, è da chi è stato assoldato che ci dobbiamo guardare: Sua Altezza la Principessa Imperiale Ávila, consorte dell'erede al trono e prossima imperatrice."
Why si gratta le piume sulla testa: “Ah, in pratica l'Imperatore ci vuole morto. Indirettamente almeno..."
Seamus sospira; "Spero che per questo ci spetti un compenso extra."
Northeburg: "Beh, non vedo come le nostre persone abbiano offeso sua grazia. O almeno, non la rimembro tra i potentati che ho insultato."
Gli occhi rubino dell'Inquisitore si posano sul Santo: "Non è la vostra testa che vuole, è la mia."
Northeburg: "Mi sembra onesto. Lo ricorderò ai prossimi sicari che incontreremo."
Feowl: "Beh, le ricordo che se è chi penso che sia ha un conto in sospeso soprattutto con me."
Northeburg: "Allora sarà mia ulteriore premura ricordargli anche questo."
Gally: "Diciamo che la mia testa la vogliono a prescindere..."
Bran, sarcasticamente: "Fantastico. Altre cose che non sappiamo che rischiano di farci finire uccisi?"
Velazquez: "In effetti, sì: siete evasi da Tariq."
Seamus è sconcertato: "Evasi?! Quindi siamo ricercati?"
Marlin sospira: "La grazia era un inganno dunque."
Velazquez: "Sì, era solo un inganno. Mi dispiace, ma era l'unico modo per attirare la vostra attenzione. Il crimine è il mio: ho falsificato i documenti necessari per farvi uscire. Non ho scuse per questo mio atto, ma ho una giustificazione. Señor Feowl, è il momento che i suoi compagni sappiano cosa lei ha visto."
Shaw: "Siamo tutti morti, solo che lo ignoriamo." L'Aviz si avvicina alla finestra scrutando la statua: "Quelli insetti schifosi si trovano nelle nostre terre, nascosti aspettando il momento giusto per attaccare."
Velazquez: "Grazie. Questa è la verità: sono già penetrati nell'Impero."
Feowl: "Hanno tanto cervello quanto ne abbiamo noi, forse anche di più... Approfondisca lei il discorso, essendo uomo di cultura, Inquisitore: gli dica come stanno realmente i fatti."
Velazquez annuisce: "Ciò che il señor Feowl ha veduto con i suoi occhi è un intero Alveare Apocrita celato all'interno del Monte Cruz, un'isola ben al dì la del nostro confine Sud. Sebbene personalmente creda che ciò che abbia incontrato Feowl sia una sorta di loro forma infantile, essi erano in un numero incalcolabile. La mia unica spiegazione è che ci sia stato in passato un accordo tra l'Impero e gli Apocriti di un qualche tipo e che questo ci porterà all'estinzione."
Seamus è sopreso da questa rivelazione: "Un accordo? Che tipo di accordo?"
Marlin Northeburg: "Dunque era come predicavo."
Velazquez: "è per questo che l'ho voluta con me."
Whydah Gally: "Siamo morti, da una parte e dall'altra... Fantastico"
"Senior Bran, credo che la Reconquista sia stata solo una montatura." Velazquez rigira la scatoletta tra le lunghe dita: "E vi ho portato qui per svelare questo inganno."
Bran: "Che interesse avrebbe l'Impero dal trattare con gli Apocriti...?"
Marlin: "Guadagnare tempo."
Velazquez annuisce soddisfatto: "Precisamente."
Marlin: "Ma la domanda più interessante è: come sono i termini di questo trattato?"
Feowl: "Io non credo che l'Impero sia responsabile, solo una ristretta parte dei suoi vertici. Non abbiamo mai avuto modo di parlarne per bene: cosa ne pensa, Inquisitore?"
Velazquez: "Credo che l'Imperatore non ne sia a conoscenza, ma dall'inimicizia che mi sono attirato credo che ci siamo andati molto vicino. La principessa Imperiale proviene dal mio stesso arcipelago, Freil. Conosco il tipo di dama e conosco la sua famiglia: essi sono i viceré di Freil dal tempo della Reconquista. È molto interessante constatare come Freil fornisca all'Impero la maggior parte degli ufficiali militari e che l'addestramento, le tecniche e lo spirito provengano tutti dalla mia terra natia."
Whydah: "Quindi siamo davanti ad un'intera isola che governa, o quasi: loro sono l'Aviazione Imperiale."
Northeburg: "Una casta ristretta dentro la corte imperiale, legata da un complotto che dura da un cinquantennio. La rottura di una tregua con gli Apocriti li danneggerebbe in maggior misura, dato che sono i più esposti."
Velazquez: "E se invece il concetto stesso di Impero fosse messo in discussione? Io temo che le sue fondamenta, costruite su questo inganno, sia destinate a cedere."
Feowl: "Penso che ora dobbiamo essere più precisi sugli obiettivi della nostra missione, Inquisitore."
Velazquez annuisce: "Prima però, voglio porvi una domanda: rivelatovi tutto questo, ho messo la mia stessa vita e quelle di innumerevoli altri Aviz nelle vostre mani. Se qualcuno di voi volesse tirarsi indietro, ora è ancora libero di farlo. Vi ho lasciati soli a Porta Gharve non a caso: avreste potuto benissimo fuggire senza che io avessi potuto fare nulla per impedirlo. Non lo avete fatto. Vorrei che confidaste ancora in me, non come Inquisitore, ma come Aviz vostro pari. Siete ancora disposti a farlo?"
Shaw annuisce lievemente: "Questo riguarda tutti noi, non possiamo esitare."
Northeburg: "Il disfacimento dell'Impero sarebbe la fine della nostra stirpe. È cosa di fronte al quale non posso distogliere lo sguardo."
Whydah ripensa al suo mentore: "Mi conti. Non ho altro da dire."
Seamus fa spallucce: "Per me non è una novità pestare un paio di piedi, che siano quelli di un imperatore o di un grosso concorrente non fa nessuna differenza: non sono certo uno che si tira indietro dal gioco. Vorrei però essere sicuro che in mezzo a tutte le menzogne una cosa sarà vera: da questa storia voglio uscire con molto di più in tasca di quello con cui sono entrato."
"Quella, Senior Bran, è forse l'unica cosa di cui sono certo..."  Velazquez poggia sul tavolo un cilindro in argento, finemente lavorato alle cui due estremità sovrastano scolpite  ad arte due teste d'Aviz, e commenta acidamente: "Questa è la Reliquia del fondatore dell'Ordine dell'Inquisizione, San Avidan da Mayra: parte delle sue ceneri sono contenute qui dentro. Señor Bran, voglio che lei la rivenda: sarà parte del finanziamento della nostra impresa. Forse sarà la prima vera grande impresa dell'Inquisizione..."
Marlin è sconcertato: "Non può vendere quelle sacre reliquie!"
Gally: "Per il bene di tutti, si può fare anche questo."
Seamus afferra l'oggetto e lo scruta da ogni lato, annuendo: "Affascinante. Conosco persone che ucciderebbero per una reliquia del genere, penso che potrei trovare un buon acquirente." Poi si volta verso il santo, sorridendo: "Ecco, visto? Vuoi fare un'offerta? Per me questo cilindro varrebbe solo l'argento di cui è fatto, ma ci sono persone che la pensano come te... Più o meno."
Whydah, per vantarsi: "Se è per questo, ho venduto anche trafficato qualche reliquia tempo fa!"
Velazquez: "Sacro è ciò che difende la nostra vita dal Male, chierico Northeburg, non chi patteggia con gli Aprocriti."
Marlin: "Ma il valore che hanno e ciò che rappresentano, è questo che conta!"
Feowl: "Santo, decida. O il suo oggetto o l'Impero. Cosa è più importante?"
Marlin: "Il valore che il popolo attribuisce a questi oggetti, la carica positiva che possono infondere. Non si può svendere il potere della Chiesa di Eixo!"
Shaw "Se gli Apocriti sono nelle nostre terre, presto non resteranno fedeli a riempirle quelle chiese!"
Velazquez si rivolge per la prima volta colloquialmente al Santo: "Allora, Marlin, sapendo ciò che veramente rappresentano, senti ancora di difendere questa menzogna?"
Marlin alla fine cede: "E sia, vendetela, se la posta in gioco è così alta."
Seamus intasca la reliquia: "Certo che se dobbiamo svendere queste cose siamo messi proprio maluccio a liquidità. Giusto una cosa: quanto è "caldo" questo oggetto? Per sapere quanto sia pericoloso cercare di venderlo, non è che di recente è misteriosamente sparito per caso da qualche monastero o chiesa?"
Velzquez: "La reliquia è molto, uh, "calda". Ovviamente, aggiungo. Ma non ha mai fermato nessun devoto troppo zelante dal volere oggetti simili. Perdoni il mio pragmatismo,  Chierico Northeburg: forse, non siamo poi così differenti... qualcuno potrebbe dire che io sia "eretico". Ma le dispute teologiche a me non interessano: per me c'è solo chi tenta di salvaguardare gli Aviz e chi vuole annientarli, il resto sono solo dettagli."
Seamus: "Ho già un paio di nomi in mente, dovremmo riuscire a disfarcene abbastanza in fretta. Comunque, “Santo”, vedrai come si svende bene la carica positiva di questo coso: ti saprò dire quanto vale il "potere della Chiesa"... in termini numerici."
L'Inquisitore alza la mano verso Bran come a suggerirgli di non eccedere con le bestemmie, poi continua: "Ma non vi ho portato al Santuario per un giro turistico: sono venuto qui per mostrarvi qualcosa di importante." L'Inquisitore lancia un'occhiata a Mallart che fino a questo momento si è tenuto in disparte dalla conversazione. 
L'Aviz comincia nuovamente con la sua parlantina rapida: "Lasciate che vi guidi in questa vostra impresa, perché avete di fronte il miglior meteorologo di tutto l'Impero... E oltre!"
Velazquez: "Il señor Mallart qui presente, malgrado la sua eccentricità, è un uomo di studi e di mondo, e solo un Aviz delle sue indubbie qualità è in grado di guidarci oltre i ghiacci eterni."
Northeburg: "E cosa troveremo oltre i ghiacci? Se avete dei chicchi presumo che abbiate già visitato quelle terre che ci avete descritto."
Mallart: "Non io, sua Santità, non io... ma loro sì!" Il meteorologo fruga rapidamente nella sua sacca e poggia sul tavolo una serie di diari di viaggio scritti a mano, dai più variegati stati di conservazione: alcuni sembrano recenti, altri molto antichi: "È da prima dell'Impero stesso che il passaggio tra i ghiacci a Nord Ovest è stato valicato fino all'altro emisfero di Atmosphaera. Si tratta di una conoscenza antica che è stata eliminata da ogni altra fonte... Eccetto queste."
Whydah, scettico: "Sono solo leggende che si tramandano tra gli avieri..."
Mallart: "No, dovrai cominciare a credere alle leggende: vedete, il Santuario del Grande Giorno non conserva gli scritti, li modifica! Modifica la nostra storia, il nostro passato..."
Velazquez: "...E sostiene le menzogne della Reconquista."
Il volto di Marlin si fa cupo: "E oltre alla Reconquista, in che altro modo sono state modificate le storie dei nostri antenati?"
Seamus prende uno dei diari meglio conservati ed inizia a sfogliarlo distrattamente.
Velazquez: "dopo cinquant'anni di meticolosa riscrittura, è difficile dirlo. Ma credo che in questo luogo sia stata modificata addirittura l'Historia Universalis, rimuovendo ogni menzione del passaggio tra ghiacci e di ciò che vi si trova oltre..."
Shaw: "Dovremo recarci a Northe, per modificare una nave per l'impresa."
Mallart: "Non vedo altra soluzione, signor mercenario."
All'interno del diario di viaggio, uno dei più recenti, Seamus scorge la descrizione di una colonia imperiale nell'altra parte del mondo e, contento di aver trovato finalmente qualcosa di pratico al di là di tutto quel chiacchiericcio, si immerge nella lettura.
Velazquez, con voce più secca del solito: "Prima di andarmene, voglio che questo posto vada distrutto. Señor Feowl, riesce ad organizzare un incendio con i fiocchi?"
Shaw: "Parla di questo luogo?"
Velazquez: "Esatto."
Shaw: "Credo di poterlo fare."
Velazquez: "Ottimo, cominci i preparativi."
Northeburg: "Ci saranno delle vittime."
Velazquez: "Questo è un rischio che sono disposto a correre."
Il mercenario si avvia alla porta: "Inizierò dal tetto, così crollerà più in fretta facendo espandere più velocemente il danno. Ci vediamo fuori."
Il chierico di Northe si limita a scuotere il capo ma non aggiunge altro.
Seamus emerge dalla lettura: "Inquisitore, suggerisco di portare con noi qualche tomo di valore già che ci siamo: potrei riuscire a vendere anche quelli."
Velazquez: "Si faccia aiutare dal chierico Northeburg e prendete ciò che reputate più di valore, qualche fondo extra non potrà che aiutarci."
Why: "In questo genere di attività ho occhio, lasciate che vi dia una mano!"
Marlin: "Velazquez, ci servirà una via di fuga e un trasporto sicuro per arrivare a Northe."
L'Inquisitore: "Ho pensato anche a questo, chierico Northeburg, ma nel frattempo, vediamo di andarcene da questo luogo."

Tra i deserti e polverosi corridoi della parte interna del Santuario, si nascondono tesori di inestimabile valore: piccoli volumi finemente miniati sporgono dagli alti scaffali mentre fermalibri d'oro e d'argento scintillano alla luce del sole che penetra da finestrelle rotonde sul soffitto.
Why ha parenti tra le gazze ladre e arraffa ogni oggetto che brilla mentre Marlin si concentra nella raccolta dei volumi pregiati: "Questo mi ricorda qualche anno fa, quando all'inizio delle sommosse del Nord guidavo il popolo nel saccheggio dei ricchi monasteri. Lascia perdere l'oro: troppo ingombrate e da troppo nell'occhio. I libri sono discreti e si possono piazzare bene ai collezionisti."
Seamus aiuta il chierico: "Questi libri, dopo che la biblioteca sarà andata in fumo, varranno una fortuna: li userò come pezzi di apertura dell'asta per la reliquia. Non vogliamo dare troppo nell'occhio però e appena saremo più a Nord nessuno comprerà questa roba intellettuale, quindi qualche pezzo di arredamento ci servirà."
Marlin decide di tenere per sé un paio di testi, come memento: il pregiato Constellatio Vitae o la Divinazione Alchemica.
Evitando furtivamente il contatto con i chierici del santuario, Shaw si dirige nelle stanze superiori. Qui, dopo aver accatastato pile di libri in vari punti strategici, in modo che il fumo non si faccia strada rapidamente, cosparge le cataste e le travi con l'inchiostro trovato. Il tempo di una scintilla e L'Aviz torna a farsi strada nei meandri della biblioteca fino ai suoi compagni: "Addio, cumulo di menzogne." 

Fiamme. 
La cupola centrale del Santuario del Grande Giorno viene avvolta dal fuoco e l'alto fumo mette in fuga i fedeli mentre i chierici del santuario, con le loro false promesse attaccate ai propri colli ed ai propri polsi, tentano di salvare il salvabile, inutilmente. Ormai l'intero complesso, pieno di materiali infiammabili, comincia una veloce e spettacolare agonia. Oltre il fumo e le fiamme, oltre le guglie e le cupole, oltre la cime delle montagne, una sagoma svetta nel cielo sopra Hesperia: il grande pallone aerostatico dell'Accademia di Meteorologia di Mayra si allontana, trasportato dalle correnti, sempre più  rapidamente nella vastità degli orizzonti di Atmosphaera.
Velazquez, sporto dal parapetto, osserva l'incendio in lontananza, ormai una linea luminosa tra le montagne: "La notizia della distruzione del Santuario farà scalpore. Ma è quello che in fondo volevo." il nero Aviz si sfila la tonaca di dosso mostrando sotto di essa abiti nobiliari degni del suo rango. Gettata dall'aerostato, le vesti da Inquisitore scompaiono in un lampo trasportate delle correnti "Devo correggermi, Marlin: non sono uguale a te... Sono uguale a tutti voi."

Un vento nuovo ha cominciato a spirare.

FINE DELLA PRIMA PARTE

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