venerdì 16 gennaio 2015

ATMOSPHAERA Capitolo VI: Verso Nord.


Nella cattedrale della Sacra Mayra, la capitale dell'Impero Hesperide, il fumo degli incensi e il brusio di sottofondo dei centinaia di chierici riuniti per un'occasione tanto solenne quanto grave, si mischiano nelle prime luci dell'alba, dopo una lunga notte di interminabili dibattiti in vista della decisione finale da presentare all'Imperatore stesso: Hesperia necessita di un nuovo inquisitore e quanto accaduto al Santuario del Grande Giorno non può restare impunito. Quali siano state le motivazioni dell'eretico Don Alivan Velazquez da Freil, inquisitore caduto ora in disgrazia, questo è un grave assalto alla stabilità dell'ordine pubblico e della Chiesa di Eixo. Tra gli antichi seggi di legno pregiato c'è chi mormora di un'alleanza del caduto con il Santo di Northe e la sua gente per espandere l'eresia venuta del freddo confine, chi invece sospetta il coinvolgimento della nobiltà di Freil, da sempre rivale della corte imperiale, date le origini di Velazquez. 
Alla venerabile Badessa dell'Ordine di Santa Almizra da Valdeixos, rannicchiata sulla nuda e antica pietra della cattedrale coperta solo del suo umile e logoro saio grigio, tutto questo non importa: l'intero concilio straordinario è solo politica, uno specchio per le allodole. Essa è già stata selezionata dall'Aviazione Imperiale per ricoprire quel ruolo: che i vecchi chierici si dilettino pure nelle loro disquisizioni teologiche tra i vari ordini... Ora serve agire, ora serve mostrare che la Parola dei Profeti di Eixo è ancora salda nelle mani della famiglia imperiale. 
Ormai la luce di un nuovo giorno illumina le statue ed i palazzi della capitale mentre le campane tutte suonano a festa. Il popolo mormora vedendo la fumata bianca: un nuovo inquisitore è stato investito per proteggerli dalle loro paure. Questa è la volontà di Eixo, questa è la volontà dell'Impero. 

Il bosco dei tassi getta una piacevole ombra nella pianura assolata dell'ultima terra a nord dell'arcipelago Hesperide prima della vastità dei cieli aperti: la fertile Tago, l'isola dei mulini a vento.
Giunti in gran segreto una ventina di giorni fa, tentando di non destare il minimo sospetto, il folkloristico gruppo di ricercati si è accampato in questo luogo remoto in attesa della prossima mossa. Il piano resta sempre il medesimo: giungere fino a Sevir, vendere le reliquie per procurarsi uno scafo adatto e far rotta verso Northe, ultima tappa prima del grande balzo verso un mondo nuovo.
Aspettando il ritorno di Shaw Feowl, l'unico tra loro a non essere ufficialmente ricercato, recatosi nuovamente a Porta Gharve per recuperare il resto del futuro equipaggio, i cinque Aviz hanno approfittato per conoscersi meglio tra loro, seppure l'impresa risulti ardua con Velazquez, particolarmente schivo e riservato, sebbene sempre educato e disponibile come il suo rango gli impone. 
Nel quieto pomeriggio di una giornata serena, Seamus ronfa sotto un tasso, come al solito apparentemente in pace con l'universo, mentre Whydah fuma un'erba misteriosa tra le volute di vapore, rilassandosi: "Non sono ancora abituato a questo posto, troppo bucolico per i miei gusti. Forse è tutto questo verde!"
Accanto a loro, il Santo e l'Inquisitore caduto sono impegnati in una partita a Fierge, le cui pedine sono state ricavate con dei sassolini.
"Ora quale sarà la prossima mossa dell'Impero? Inquisitore?" chiede Northeburg, con aria assorta0.
Ormai abituatisi a vederlo vestito in abiti civili, i tre fuggitivi di Tariq tuttavia non si sono ancora abituati al tono di voce di quell'Aviz che, qualsiasi discorso intavoli, anche il più triviale, sembra un predicatore: "Chierico Northeburg, credo proprio che la prossima mossa sarà quella di eleggere un nuovo Inquisitore di Hesperia, visto che ho, come dire, lasciato il posto vacante, e con molta probabilità di mandarcelo contro: vorranno dare una lezione esemplare a coloro che hanno distrutto parte delle loro menzogne..." Velazquez non sembra minimamente preoccupato, come se tutto questo sia ancora parte di quanto da lui previsto.
Seamus torna per un attimo dal mondo dei sogni: "...Quanto costa diventare Inquisitore?"
Whydah: "In termini di popolarità?"
Velazquez, in un tono che sembra scherzoso: "...Troppo poco."
Marlin, muovendo un sassolino bianco: "Dipende da quanto vuole spendere chi ha interessi ad investirlo in quella carica. In questo caso specifico, sceglieranno di comunque accordo un guerriero, per difendersi dalla minaccia dell'Inquisitore eretico."
Seamus intreccia le dita dietro il capo sbadigliando: "A casa mia, che siamo civilizzati, non esiste la politica: i più ricchi si comprano il potere, tutto più facile." 
Velazquez: "Se in tempo di pace l'Inquisizione è un apparato inutile, in momenti come questi  assume un ruolo cruciale: l'Inquisitore di Hesperia diviene di fatto la mano destra dell'Imperatore per evitare che il suo potere venga messo in discussione."
Marlin: "Probabilmente lo hanno già deciso, e i suoi agenti sono già alle nostre calcagna: le elezioni richiedo tempo solo a parole, i giochi che contano sono fatti prima."
Gally: "Alla fine l'unica democrazia è la pirateria! Più o meno..."
Bran: "Demo-che?!"
Marlin: "Inquisitore, ci servono alleati."
Whydah: "...E soldi. E armi. E tanto, tanto guano."
Marlin: "Armi? Quelle sono inutili quando hai l'intera Aviazione Imperiale contro: un acciarino in più o meno non fa la differenza contro una fregata di Hesperia o un'intera compagnia di Freil... Serve gente disposta a nasconderci e a farci passare in sicurezza per territori ostili."
Diogenes Mallart, il loro meteorologo di fiducia, che in questi giorni ha passato la maggior parte del tempo chiuso in tenda tra i suoi scarabocchi e quei polverosi diari di viaggio, finalmente ne esce e, visibilmente provato ma soddisfatto, sventola un suo libretto  pieno di appunti: "Gentlemen, ci sono!"
Whydah: "Domani piove?"
Bran: "Sei riuscito a uscire dalla tenda?"
L'eccentrico Aviz verde scuro, dal caratteristico piumaggio bianco attorno al collo, fa un'espressione buffa, fingendosi offeso per qualche istante: "No, idioti. Abbiamo una rotta concreta da Northe fino alla nostra destinazione..." Dopo di che fa una pausa per vedere se tutti lo ascoltano.
Whydah: "Ti ascolto... fammi indovinare: "una rotta sicura, rapida eccetera"?"
Mallart, tutto impettito nonostante sia trasandato data la sua volontaria reclusione di questi giorni: "No no... una rotta!" Dice con tono smargiasso: "Vedete, c'era qualcosa che non mi tornava guardando questi vecchi diari di viaggio: ogni volta, una rotta di versa. Ho cominciato a sovrapporre i percorsi e la mappa provvisoria di quel tratto di cielo che ne è risultata non ha senso..." il meteorologo si siede nel prato all'ombra dei tassi invitando gli altri a fare lo stesso. Dispiega poi una carta disegnata a mano e scarabocchiata all'inverosimile: "È come se ogni volta la disposizione delle isole sia cambiata nell'arco all'incirca di tre secoli dalle coordinate che ho estrapolato. Come sapete nessuna isola è perfettamente immobile e la linea di fluttuazione in qualche modo è mossa da delle correnti che noi non vediamo ma che sappiamo esserci. Questo fenomeno in genere è talmente impercettibile e lento che non viene considerato nemmeno... Ma se questa non fosse una costante ovunque? In pratica: le isole che si trovano oltre Northe, lassù nei ghiacci, si muovono ad una velocità percettibile, forse quanto una nostra nave. E questo ci porta al nostro grande problema: gli scafi sono di roccia, quindi sono soggetti alle stesse forze esercitate dalla linea di fluttuazione. Sono giunto alla conclusione che in quel tratto di cielo non si possa navigare a vela, ma si debba lasciarsi trasportare dalle correnti."
Velazquez annuisce soddisfatto: "Ve l'ho detto che era dotato, no?"
Gally è stupefatto: "Incredibile! E perfetto per covi e nascondigli: isole vaganti... Diogenes, sei riuscito a tracciare una rotta vera per la nostra destinazione?"
Mallart: “Qui viene il difficile: ho creato un modello ipotetico di come potrebbero essere disposte le isole al momento, ma è difficile esserne certi senza un'osservazione diretta...”
Marlin: "E se usassimo un pallone aerostatico con una propulsione diversa, per esempio un sistema di eliche mosse dalla forza motrice di persone che le fanno muovere? In questo modo potremmo non essere soggetti alle correnti.” 
Seamus: “Oppure, affidandoci proprio a quelle correnti e sfruttandole potrebbe essere possibile forse arrivare a destinazione ancora prima che a vela... Quale velocità si potrebbe raggiungere così?"
Mallart: "Un pallone aerostatico mosso da eliche, eh? È interessante..." il meteorologo ci rimugina sopra mentre risponde a Bran: "Teoricamente, non c'è limite alla velocità raggiungibile che io sappia, dipenderebbe dall'impetuosità delle correnti della Linea di Fluttuazione. E, se la disposizione delle isole che ho ipotizzato fosse corretta, un viaggio che a vela ci durerebbe credo anche sei mesi, potrebbe ridursi anche a uno solo: cento giorni invece che seicento... non male!"
Seamus: "Se potessimo disegnare uno scafo in grado di resistere e sfruttare queste correnti... potrebbe fruttare una fortuna. Oltre che aiutarci a raggiungere il nostro obiettivo, ovviamente."
A Mallart si illuminano gli occhi: "E se usassimo un sistema ibrido? Un pallone trainato da una roccia?"
Northeburg: "A questo punto sarebbe anche possibile parlare di un'intera roccia usata a mo di nave, con altre due nave come rimorchiatori per portarla la dove le correnti non sono così impetuose."
Seamus annuisce: "Un pallone potrebbe essere anche mosso in assenza di correnti... quando le correnti svaniscono la pietra potrebbe essere messa da parte, scaricata o usata come ancora."
Gally: "Non male come idea! Bisognerebbe però anche pensare a delle mappe che segnino tutte le correnti e le future posizioni delle isole."
Mallart scrocchia le dita: “Vedo che siamo sulla stessa linea d'onda. Avete ragione, tutti voi. E io credo di poter costruire questo nuovo tipo di velivolo, se avessi i mezzi necessari per svilupparlo.”
Northeburg: "Sì riconferma il suo genio, señor Mallart, ma questo richiederà molti più fondi del previsto."
Whydah lancia un'occhiata a Diogenes: "Immagino tu l'abbia già pensato anche a questo."
Mallart guarda con curiosità il Santo con espressione sorniona: "Lei si interessa di meccanica, lo ammetta..."
Marlin: "Ho approfondito anche i miei studi in meccanica, per creare macchine che aumentassero la resa agricola dei campi di Northe, quando ero ancora un giovane prelato idealista e convinto del sistema. Con scarsi risultati, purtroppo."
Seamus: "Forse conosco qualcuno che potrebbe aiutarci, a Sevir. C'è un ingegnere che conosco, un vero e proprio genio della meccanica.. Sfortunatamente, non è mai stato bravo a gestire i propri soldi e si è indebitato fino al collo con debiti di gioco... Va da sé che a quei tempi in qualche modo diverse case da gioco della città afferivano a me e quindi il debito lo ha nei miei confronti."
Velazquez: "Ottimo. E con i soldi che speriamo di ottenere dalla vendita dei manufatti, vediamo di tirare su abbastanza da coprire tutte le spese. Questa sera, se il señor Feowl è stato preciso nel suo incarico, dovremmo essere pronti per la partenza. Ora, se volete scusarmi, ho qualche missiva da preparare prima di lasciare quest'isola." dice allontanandosi verso la sua tenda lasciando la partita di Fierge a metà.
Il meteorologo nel frattempo recupera le sue scartoffie: "Non vedo l'ora di vedere con i miei occhi queste correnti straordinarie... I cieli sono così piedi di meraviglie." Dice con la testa tra le nuvole prima di riprendersi e rivolgersi ai tre, quasi bisbigliando: "Volete che vi racconti una storiella? È interessante..."
Seamus: "A Sevir diciamo: "interessante è solo ciò che reca profitto". Quanto mi dai per ascoltare?"
Whydah: "Noi pirati diciamo invece: " le informazioni sono un profitto"... E le storie sono informazioni."
Mallart: "esatto, amico pirata, parole sacre!"
Seamus sospira in modo teatrale: "E sia, mi sacrificherò... Racconta, forza!"
Marlin guarda le pedine ancora a terra: "...Anche perché non abbiamo niente di meglio da fare."
Mallart si frega le affusolate mani tutto soddisfatto: "Oggi, voglio raccontarvi qualcosa di più sulla nostra destinazione, oltre la barriera dei ghiacci, il luogo che i vertici più alti dell'Aviazione Imperiale chiamano il “Governatorato di Espada”, una terra mistica e lussureggiante reclamata a colonia dopo che la Reconquista permise di potersi concentrare sull'esplorazione... Bene, quella solitaria colonia nell'altro emisfero non è che la rifondazione di una realtà molto più antica: il Feudo delle Spade, Claidheamh-mòr, fondato dai primi abitanti del Nord, quando ancora il loro regno raggiungeva Sevir e rivaleggiava con Freil ed Hesperia, più di mille anni fa! Uno dei diari di viaggio che ho recuperato racconta di come in quella terra lontana i primi esploratori del Regno del Nord avessero combattuto una leggendaria guerra contro i demoni per il controllo di quelle terre così fertili ma così selvagge: il condottieri del nord riuscirono a strappare, con un alto prezzo di sangue, quelle terre alle nemesi degli Aviz, esseri mostruosi e dalle fattezze ripugnanti, per donare le risorse a questo nostro emisfero. Tanti furono i morti  tra i valorosi Aviz del Nord che le loro spade, ora monumenti funebri, ricoprirono i campi dell'intero feudo... Queste cose non le insegnano in seminario, eh signor Santo?"
Marlin scrolla la testa: "Leggende! Il Regno del Nord non ebbe mai una grande tradizione commerciale, ed ecco perché decadde velocemente a confronto del prolifico Sud."
Mallart alza le spalle: "Forse ha ragione lei, Northeburg. Però, mi piace pensare che Atmosphaera sia molto più di questa sottile linea sospesa che chiamiamo “Impero”..."
Bran: "Per una volta, condivido il tuo entusiasmo: nuove terre ci attendono con le loro ricchezze! Non siamo fatti per fermarci alle nostre piccole città, in un mondo così vasto ci sono sempre opportunità nuove."
Why: "Allora siamo in tre a condividere questo entusiasmo! La vita del pirata è proprio questo, avventura!"
Marlin: "Ammettiamo pure che sia così: Eixo ci ha donato Terra Preta e tutte le altre isole di Atmosphaera, dunque se questi altri territori esistono sono nostro per diritto divino."
Seamus scuote la testa: "Sono nostri perché abbiamo l'ingegno e l'abilità di reclamarle, chi non li ha non li merita. Lo ricordi, Santo."

All'imbrunire, finito di smontare il piccolo accampamento, la compagnia è pronta a rimettersi in viaggio sotto le prime stelle della notte. Cinque piccole lucertole da soma, dalla sguardo festoso nonostante il peso dei bagagli, seguono il gruppo che procede nella brezza fresca della campagna pianeggiante di Tago mentre i mulini a vento, ora fermi, si stagliano in lontananza come silenziosi giganti. Ritrovatisi al crocevia di una strada tra i campi di grano, il gruppo si ferma mentre altre figure, guidate da una flebile luce e seguite anch'esse da lucertole da soma, si avvicinano nella loro direzione. Shaw Feowl, ormai riconoscibile, fa un cenno con la mano libera dalla piccola lanterna che reca con sé: "Compadres!"
Seamus: "Ehilà, Shaw! Abbiamo giusto avuto un paio di idee geniali che dobbiamo raccontarti..."
Gally: "Si parla di roba che galleggia!"
Il mercenario mette la mano avanti: "Calmi, calmi! Inquisitore, ho recuperato i nostri nuovi compagni di viaggio..." dice facendo luce dietro di lui con la lanterna.
Passando velocemente, la fiamma illumina per primo un Aviz color ruggine dall'aspetto malandato e rintontito: si tratta del dottor Rufous Bristle, medicastro reclutato da Bran e Whydah a Porta Gharve, seguito dall'altra acquisizione, il "cuoco" Vasa Qamari, un individuo grande, grosso e poco rassicurante, più simile ad un pirata che altro.
"Ah, Rufous!" Bran esclama: "Come stai? Non ti ho mai visto così lontano da una taverna..."
Il dottor Bristle, con voce roca: "Ho smesso, Bran: ho chiuso col bere! L'oppio che mi sono prescritto è fantastico per smettere con l'alcol."
Marlin non è impressionato dal “genio” del dottore: "Oppio, eh? Da una dipendenza ad un'altra.”
Seamus annuisce: "Io l'ho sempre detto che sei un genio della medicina!"
Per ultimo la luce illumina il piumaggio delicato e la figura esile di Zariñena, la giovane chierica della Commenda di Gharve ed agente di Velazquez: "B-buona sera, señores."
Marlin bisbiglia scettico a Velazquez: "Lei perché è stata portata qui?"
Velazquez, senza sussurrare: "Perché, nonostante le apparenze, sorella Zariñena è il migliore orecchio che posseggo, nonché mia aiutante."
La giovane si inchina cerimoniosamente cercando di attirare l'attenzione del Santo.
Marlin: “Questa non è impresa adatta ad una señorita e chierica di Eixo... Senza offesa."
Seamus: "Ah, un po' di sano sessismo clericale ci voleva! Noi prendiamo a bordo chiunque purché sappia farsi valere. Direi che finora ha già fatto più che abbastanza!"
Velazquez è più che soddisfatto delle parole del seviriano e si rivolge a Feowl: “Che notizie ci porti da Hesperia? Ti è giunta qualche voce riguardo alla possibile elezione di un nuovo Inquisitore?”
Shaw: “Sì, abbiamo anche un nome: si tratta della Badessa Cantabria dell'Ordine di Santa Almizra da Valdeixos. È lei la nuova Inquisitrice di Hesperia."
Why guarda il Santo, non essendo ferrato in materia: "Immagino sia un male, conoscendo la nostra sfortuna cronica..."
Northeburg: "Un male? Quella non è un'Aviz, è un sauro con la bava alla bocca... La sua fama di repressione dell'eresia arriva fino nelle terre del freddo. Ora che ha potere, sarà anche peggio."
Lo sguardo di Velazquez non è poi così sicuro come al solito: "Northeburg ed io la conosciamo di fama: non ci darà tregua, lo so. La caccia è aperta..."
Seamus fa spallucce: "Tanto siamo già condannati a morte, guardate il lato positivo: peggio di così non può andare."
Whydah: "Potrebbe farci soffrire prima..."
Bran: "Aspetta di assaggiare la specialità di Qamari e rimpiangerai l'Inquisitrice."
Il silenzioso e massiccio cuoco si limita ad annuire.
Velazquez: "Potremmo non concludere questo viaggio. E questo è peggio della morte in senso stretto."
Northeburg: "Sarà meglio ponderare gli spostamenti con la massima cautela da questo momento in avanti. Inquisitore, avrete pure una rete di conoscenze ed alleati che può rendere sicuro il nostro viaggio!"
Velazquez, riacquistata la sua espressione sicura: " In effetti, aspettavo di avervi tutti qui per rivelarvi la prossima mossa: abbiamo rimediato un passaggio diretto per Sevir, compadres: dovremo ringraziare un mio caro amico e armatore che è riuscito a procurarci un posto nella Flotta Commerciale del Vicereame di Agrevia, vero vanto di quell'arcipelago e forse il più grande dispiegamento civile di scafi dell'Impero..."
Seamus, anche se non lo mostra platealmente, è sollevato: "Ottimo! Allora informerò chi di dovere che stiamo arrivando. Dovremmo essere in grado di rintracciare quello sbandato di cui vi dicevo. Che poi, tra l'altro, potremmo anche guarirlo dai suoi problemi col gioco grazie alla miracolosa cura del doc."
Marlin: "Seamus, forse è meglio non avvisare chi può vendere la propria lealtà per denaro: non vorrei che fossimo noi a essere la parte che offre di meno."
Velazquez: "Meglio non rivelare il nostro arrivo a nessuno, concordo."
Seamus scuote la testa: "Sto parlando della persona a cui ho affidato tutti i miei affari a Sevir: ho assoluta fiducia, ed è raro che io lo dica. Una volta arrivati dovremmo poterci muovere agilmente. Non sono in città da diversi mesi ormai e potrebbero essere cambiate molte cose."
Whydah: "Uhm non sono convinto. Mi fido di chi ti fidi, ma non si sa mai."
Velazquez: "Señor Bran, non possiamo correre neppure il rischio che la missiva venga intercettata. Mi fido di lei, ma non mi fido dell'Impero."
Bran: "D'accordo, cercherò di contattarlo una volta lì, sperando che non moriremo tutti appena messo piede a terra."
La chierica riflette: "Señor Bran, potrebbe avvisare il suo contatto quando saremo a qualche giorno di distanza da Sevir, quantomeno potremmo ridurre il rischio. La Flotta Commerciale del Vicereame di Agrevia possiede il proprio seguito di Fantasmi, è possibile utilizzarli per inviare una missiva già in viaggio. Le sembra un compromesso accettabile?"
Gally: "Buona idea. Sarebbe ancora più bello se la lettera per avvisarlo fosse in codice."
Seamus sospira: "Ovviamente il messaggio è in codice! È indecifrabile, aggiungerei. Non vi ho detto che sono un crittografo? No? È utile per gli affari... E lasciatevelo dire, la roba che usa l'Aviazione Imperiale fa ridere in confronto a quella delle grandi compagnie."
Shaw guarda storto Bran ma si tiene per sé il commento.
Northeburg: "Abbiamo una linea di azione dunque, quindi procediamo."
Finalmente riuniti, gli Aviz di Alivan Velazquez si allontanano insieme sotto le brillanti lune di Atmosphaera, consci che il viaggio che stanno per intraprendere potrebbe essere l'ultimo delle loro vite.

Tra le mura del Vicariato nella grande capitale, un'Aviz osserva la tonaca nera e rossa, usata solo per l'investitura, piegata all'interno dell'intarsiato armadio. Scalza, e ancora con i suoi stracci addosso, la nuova Inquisitrice di Hesperia si limita a sostituire la cordicella usurata del saio con una fascia rossa: la superbia è un peccato grave, e distoglie da ciò che è vero, dalla sua missione.

L'ordine tornerà in tutto l'Impero Hesperide, dovesse bruciare l'intera Northe.

FINE DELLA SESSIONE

1 commento:

  1. Ed ecco anche il sesto capitolo della nostra campagna. Ho dovuto lavorarci un po' di più per aggiustare la parte riguardante Shaw oltre allo solite correzione dei dialoghi ma il risultato è convincente.

    RispondiElimina