martedì 6 ottobre 2015

Venti di guerra: Sevir tra l'Inqusizione e le Quattro Corone.


Cari compadres, in preparazione alle nuove sessioni, è opportuno ripassare assieme la complessa situazione politica di Sevir, nucleo economico dell'Impero Hesperide, alla vigilia di quella che potrebbe essere la prima guerra civile moderna della Civiltà Aviz.

La città-stato di Sevir fin dai tempi più remoti, antecedenti all'Impero Hesperide, ha rappresentato uno snodo fondamentale per i commerci tra le fredde e selvagge regioni verso i confini del mondo conosciuto, ricche di materie prime nascoste nel cuore roccioso delle isole del Nord, e le fertili regioni che si estendono fino ai margini della dominazione Apocrita, arcipelaghi culla di quella che sarebbe poi divenuta la cultura dominante del popolo Aviz. Fondata dall'antico Regno del Nord, entità politica arcaica prosperata all'incirca mille anni prima della Santa Reconquista e caduta durante le guerre contro i regni del Sud duecento anni fa, una volta divenuta indipendente Sevir ha adottato un assetto politico peculiare: quello della città-stato sorretta da un Maggior Consiglio composto dalle famiglie di vocazione mercantile più influenti dell'arcipelago. Alla nascita dell'Impero Hesperide, Sevir ne diventa uno dei cardini pur mantenendo il suo assetto pre-Reconquista entrando di fatto in un'epoca d'oro dei commerci terminata bruscamente nel'Anno Mayrano 46 con la tragicamente nota Settimana della Pioggia: il tracollo completo dell'economia cittadina ad opera del fuggitivo Seamus Bran che ha rischiato di trascinare nel baratro con un effetto a catena anche il resto degli arcipelaghi. 

A risollevare le sorti della città-stato è intervenuta la Compagnia delle Quattro Corone di Northe, compagnia commerciale figlia dall'alleanza economica tra i quattro Principati dell'arcipelago di Northe, territorio vasto e complesso a ridosso del limite dei ghiacci perenni un tempo cuore del Regno del Nord la cui cultura autoctona, profondamente differente da quella degli antichi stati del Sud, venne violentemente osteggiata dalla Chiesa di Eixo nei secoli passati fino a cancellarla in larga misura. In realtà, la Compagnia delle Quattro Corone altro non è che la copertura per l'esercito privato del Principe Kevan III di Northefolk, giovane rampante dalla smisurata ambizione che, spinto dall'ammirazione per il movimento di riforma spirituale del chierico Marlin Northeburg e da un culto quasi maniacale per l'antica gloria del Regno del Nord, ha deciso di ripercorrere la rotta tracciata dai suoi antenati per riunificare gli arcipelaghi dell'Impero un tempo sotto il loro gelido dominio. Con le ingenti ricchezze dei quattro principati combinati, il Signore di Northefolk ha potuto far credito direttamente al Ministro del Tesoro Imperiale e, di fatto, ottenere le chiavi di Sevir consegnandole a Lord Johann Van Riebeek, nobile mercante del piccolo ma fiorente arcipelago di Furen, suo fidato braccio destro scaltro e calcoratore.

Nascondendosi dietro i Sigilli Sacri di Eixo, la Corona Imperiale è intenzionata a porre fine alle aspirazioni separatiste dei Principi del Nord fomentate dall'eresia del Santo di Northe e dei suoi emuli sfruttando proprio la componente teologica come legittimazione per l'intervento dell'austera neoeletta Inquisitrice di Hesperia Cantabria, sorella della Principessa Avila di Freil, consorte dell'erede al trono dell'Impero. La Santa Flotta dell'Inquisizione, combinata con un contingente dell'Aviazione Imperiale, dopo la fuga del chierico Northeburg, organizzata dal precedente Inquisitore di Hesperia, è salpata alla volta di Northe, pronta a far tappa nell'occupata Sevir, una polveriera pronta ad esplodere. L'eresia del Santo, che invoca una nuova Reconquista per ritornare all'ancestrale Terra Preta ricollegandosi direttamente ai teologi esodisti dei primi secoli dell'Invasione Apocrita, rischia di distruggere le fondamenta della Nuova Alleanza, l'occulto patto col nemico di sempre sul quale è stato edificato il castello di menzogne chiamato Impero Hesperide. Per la Chiesa di Eixo, fonte di legittimazione del potere temporale della Corona Imperiale in rapporto simbiotico con essa, annientare le aspirazioni indipendestiste dei Principi di Northe è diventata una priorità assoluta, anche a costo di scatenare una Santa Reconquista del Nord.

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