venerdì 21 febbraio 2014

Historia Universalis: l'Era degli Aves, Antichità Continentale.

In questo terzo appuntamento inizieremo a ripercorrere lo sviluppo dell'Antichità Aviz attraverso le sue fasi.


Idealizzazione e periodizzazione dell'Era degli Aves:

Con la periodizzazione utilizzata correntemente, si intende con Era degli Aves il periodo storico che succede la Preistoria e termina con l'Invasione Aprocrita: questo arco di tempo  incorpora lo sviluppo ascendente delle città stato che per circa quattro millenni hanno plasmato la Storia dell'emisfero. Risulta compresibile per l'animo Aviz, dopo gli orrori dell'Invasione e l'umiliazione dell'Esilio, idealizzare il periodo come un'Età dell'Oro, ma la tendenza di taluna storiografia a semplificare un'era di fioritura culturale ed economica non dovrebbe mai omettere le guerre sanguinose fra sottospecie ed etnie per il controllo del continente e delle prospere direttive che hanno costantemente accompagnato il cammino della civiltà. Per compiere uno studio accurato, risulta dunque necessario suddividere l'Era degli Aves in tre periodi distinti: Antichità Continentale (6000 - 3000 E.A.), Antichità Classica (3000 - 500 E.A.), Antichità Tarda (500 - 0 E.A.). E grazie a una semplice divisione scopriamo allora che l'idea di Antichità come comunemente la si definisce fa riferimento quasi esclusivamente al periodo classico, meno della metà dell'intera Era degli Aves, coincidentalmente il periodo di massima espansione e ricchezza (economica ma anche culturale) di città stato e colonie. Vedremo come, per motivi differenti, sia l'Antichità Continentale che l'Antichità Tarda siano state ai margini della storiografia per molti secoli e di come, in un'epoca di rinascita culturale, siano state rivalutate come oggetto di studio.

L'Antichità Continentale:

L'antichità Continentale, corrispondente nella narrazione di San Avilius ai libri V - VIII, purtroppo andati persi, risulta di arduo inquadramento data l'impossibilità materiale di compiere studi a Terra Preta. Siamo a conoscenza, tramite rielaborazioni e riassunti successivi, del contenuto  mancante di questa sezione di Historia Universalis: continuando dall'origine mitica delle otto città stato originali ne veniva seguita l'espansione e i primi scontri tra di esse per il dominio della regione di Uredh (vocabolo significante "crescita", da intendersi come "prosperità") che comprende le due fertili pianure nelle punte nord-ovest e nord-est del continente a formare quella "V" ritenuta la culla della civiltà. Nulla sappiamo dello sviluppo delle restanti parti di Terra Preta e pochi dovettero essere gli accenni alle altre sottospecie oltre a quella Ave (a cui il santo apparteneva), presumibilmente originaria delle foreste centrali e per prima migrata nelle piane di Uredh. Malgrado la narrazione dell'Historia Universalis, ai dotti dell'Antichità Classica non pervenuta prova concreta dell'esistenza delle otto città stato originarie e d'altronde i nomi delle stesse, come ad esempio Aleq, la cui etimologia deriverebbe dal termine "difensore" (Areg), suggeriscono piuttosto un tentativo posteriore di spiegare l'origine attribuito ai differenti territori di Uredh nel corso dei secoli. Ciò che invece si considerava e si considera tutt'oggi realtà storica inconfutabile è la vivacità con cui alla fine della Preistoria i numerosi villaggi delle pianure divenirono, grazie al commercio, vere proprie città formando una fitta rete di traffici terrestri e fluviali. In quella che definiamo la Cultura di Uredh alcune di queste realtà crebbero fino ad inglobare i centri minori nelle vicinanze formando la base della città stato. 

La Cultura di Uredh:

Quando Avilius acenna alla vita al tempo dell'Antichità Continentale, si appoggia ai poemi epici del periodo classico per estrapolare le poche informazioni che traspaiono da essi. Sicuramente vi è una stratificazione di epoche differenti nell'epica con la tendenza ad applicare i meccanismi politici e sociali della città stato classica, fondata su un governo democratico, a situazioni visibilmente più arcaiche. Filtrando la finzione letteraria, si riescono comunque ad ottenere preziose informazioni e compiere speculazioni sulla Cultura di Uredh, il più rappresentativo momento dell'Antichità Contientale: il ritratto che ne traspare è quello di un matriarcato, unico esempio nella Storia e con molta probabilità retataggio ancora degli stormi nomadi preistorici, nel quale la società è strutturata in base alla produzione agricola e artigianale mentre il commercio non è ancora il cardine fondante della città ma è il naturale sbocco del surplus produttivo. Ma è proprio il commercio a dare impulso alla società creando i presupposti per la scrittura che nasce appunto in questo periodo come aiuto pratico negli scambi per arrivare, alla fine del periodo, all'Era di Awīs come culmine della Cultura di Uredh. Il progressivo inaridimento delle pianure segnerà il declino di questa cultura favorendo le città costiere delle due punte nord di Terra Preta sfociando nella Migrazione Coloniale che innaugurerà l'Antichità Classica e il primo grande impulso allo sviluppo del volo.

sabato 15 febbraio 2014

Historia Universalis: agli albori della Civiltà Aviz.



In questa seconda parte ci occuperemo della Civiltà Aviz ai suoi albori, dalla lunga Preistoria alla nascita delle prime città stato di Terra Preta.


Il concetto di Preistoria:
L'Historia Universalis, come abbiamo avuto modo di esplicare, non è un trattato storico in senso moderno. Come risulta prevedibile San Avilius, specie nella parte dedicata  alla Presitoria Aviz, non avendo fonti scritte da cui attingere direttamente si affida principalmente al mito e alla tradizione per tratteggiare la nascita della civiltà; non stupisce dunque che i primi quattro libri della sua opera, su un totale di ventiquattro, trattino di un periodo di tempo difficilmente calcolabile ma che i moderni stimano cautamente possa superare abbondantemente il milione d'anni: un periodo così vasto e ignoto non può che intimorire lo studioso di ogni epoca. Il concetto di Prestoria sta rapidamente mutando negli ultimi anni grazie anche al superamento dei ghiacci perenni di nord-ovest oltre l'Isola di Cabo Norte/Noordkaap, il confine estremo di Hesperia: grazie al ritrovamento di tracce di insediamenti in regioni così distanti precedenti alla narrazione di Avilius, si ipotizza che migrazioni cospicue da Terra Prata nelle quattro direttive siano state un evento ricorrente fin dalle epoche più remote, nozione estranea al santo ed ai suoi contemporanei; questo getterebbe in parte luce sulla possibile origine delle sottospecie Aviz della direttrice nord-ovest che si ritengono autoctone.

Dallo stormo al villaggio:
Dagli albori della Civiltà Aviz, il nucleo base della società è formato dallo stormo. Uno stormo, comunità autosufficiente di dimensioni variabili e sempre formata da consanguinei, per quasi la totalità della Preistoria rappresentò l'unca forma aggregativa conosciuta. Non vi è unanimità nel mondo accademico riguardo alla nascità del villaggio: secondo la teoria imperante fino a pochi anni fa gli Aviz primitivi, nomadi e cacciatori-raccoglitori,  svilupparono i privi villaggi grazie all'agricoltura e all'allevamento avendo bisogno di ripari stabili nelle praterie, lontane dalla protezione delle foreste al centro di Terra Preta; secondo una nuova interpretazione, il bisogno di villaggi nacque con la precoce spinta alla migrazione: se oggi è provato che gli stormi preistorici possedessero dei rudimenti di volo, non è ardito pensare che il villaggio sia nato sulle coste dall'esigenza di avere punti di ritrovo fissi per i primi avieri che abbiano mai solcato i cieli. Quale che che fosse la sua reale origine, il ruolo del villaggio fu decisivo per la nascità della civiltà: questa nuova forma di convivenza infatti incorporava più stormi in un'unica comunità dando un decisivo impulso allo sviluppo delle prime gerarchie organizzate.

L'Era di Awīs, il primo eroe della Storia:
Il racconto Astrale della creazione di Kur ("Atmosphaera" ricordiamo essere un termine tardo antico, quando la nozione di un pianeta sferico entrò nelle discussioni dei filosofi) da parte del Dio Sole, è succeduto nella Historia Universalis dal Mito della Civilizzazione. San Avilius, filosofo di acuto spirito analitico, pur includendo l'Era di Awīs nella cronologia della sua Historia Univesalis, già ne riconosceva il valore simbolico nel suo rappresentare, sotto forma di mito, il passaggio dalla Preistoria alla Storia. Considerato dagli studiosi antichi il primo esempio di scrittura poetica, l'Era di Awīs, di cui oggi ne conserviamo memoria solo tramite fonti indirette a causa dell'invasione Apocrita, narra dell'eponimo eroe fondatore della Civiltà Aviz (dal vocabolo classico "Aves"). A quel tempo gli stormi erano vessati da Irkala, il serpente piumato nato dalla testa di Lazaward e progenitore di tutti i rettili, che ammorbava col suo veleno la terra di Kur costringendo loro a vagare per essa senza sosta per sfuggire al miasma; l'epopea si apre presentando Awīs, cacciatore pieno di coraggio che decise di ribellarsi da solo contro la piaga che affliggeva la sua gente: intenzionato ad uccidere la creatura mostrusa, apparentemente immortale, intraprese un viaggio irto di pericoli alla ricerca di un modo per sconfiggere Irkala. Il suo peregrinare ebbe fine quando salvò da morte certa Eres, stella figlia del Sole caduta su Kur, che per gratidudine insegnò all'eroe l'arte della lavorazione dei metalli; con questo segreto divino, Awīs forgiò la lancia con cui trafisse a morte il serpente piumato. Portando a termine l'impresa sovrannaturale che ripercorreva le gesta del Sole, per il coraggio dimostrato il dio donò all'eroe di Kur un paio d'ali per permettegli di volare in cielo e sposare l'amata Eres. L'Era di Awīs si conclude con le celebrazioni di tutto il popolo per la fine dell'oppressione e la fondazione da parte degli otto stormi primevi di altrettanti villaggi che sarebbero divenuti successivamente le prime otto città stato del continente. Risulta fin da subito evidente il motivo del successo di questo mito e la sua persistenza nella tradizione Aviz come elemento comune di un'intera specie; non stupisce inoltre come l'Era di Awīs, dopo l'invasione Apocrita, sia divenuta un simbolo di speranza adottato nel corso dei secoli dalle più disparate realtà politiche e sociali ed abbia legittimato più di una dinastia regnante la cui genealogia sia fatta risalire fino al primo eroe di Atmosphera.

venerdì 14 febbraio 2014

Historia Universalis: contesto storico e Mito della Formazione.


Per illustrare un mondo nuovo, bisogna partire dalle fondamenta!
Comincia allora un viaggio, che suddividerò in più parti data la lunghezza, nella Storia di Atmosphaera e della Civiltà Aviz attaraverso l'analisi di uno dei testi fondanti della loro letteratura: l'Historia Universalis.


Premessa:
L'impero Hesperide rappresenta solo il punto di arrivo della Civiltà Aviz che, dalla sua preistoria fino all'Età Classica, si espanse a più riprese nelle quattro direttive che si diramano da Terra Preta alla ricerca di nuovi territori per ampliare le proprie rotte commerciali fondando colonie migratorie che divenerro a loro volta città stato e, in epoche più recenti, veri e propri regni di dimensioni e popolazione sempre maggiori. L'improvvisa e drammatica invasione degli Apocriti, avvenuta all'incirca duemila anni fa, ha isolato per sempre i territori nord-occidentali recidendo i legami con le radici storiche di un'intera specie e con essa parte della propria identità. Risulta dunque assai complesso tratteggiare una corretta ed esaustiva Storia della Civiltà Aviz e il corpus di fonti scritte pervenuto fino ai giorni nostri, grazie agli annali delle varie città stato prima e dei vari regni che si sono succeduti nei territori di frontiera poi, appare agli studiosi moderni, che sotto il nuovo impulso culturale dell'Impero stanno riscoprendo il valore di una Storia comune, spesso troppo regionalistico e schierato. La valorizzazione della tradizione popolare e delle fonti archeologiche oggi hanno cominciato ad aprire nuove frontiere per un campo di studi ancora così giovane e foriero di ulteriori sviluppi.

Il problema della datazione:
Solo negli ultimi cinquant'anni, dalla fondazione dell'Impero Hesperide, esiste un misurazione del tempo comune, ossia il Calendario Mayrano (da "Mayra", la capitale Imperiale): la città stato, e successivamente il Regno di Hesperia, ha da sempre scandito il tempo nel seguente ritmo: i giorni di 12 ore, i mesi di 100 giorni e gli anni di 8 mesi. Città e Nazioni differenti hanno adottato altri calendari, spesso variando nei secoli, e riuscire a districarsi negli annali confrontandoli tra di essi risulta ostico se non impossibile, specie addentrandosi nell'Età Classica. Per convenienza ci riferiremo al Calendario Mayrano indicando approsimativamente la collocazione degli eventi passati concentrandoci più sugli eventi generali che sui particolarismi.

San Avilius e la Historia Universalis:
Tutte le nozioni riguardo alla Storia generale del popolo Aviz nell'era pre-Apocrita le dobbiamo alle opere scritte degli autori classici sopravvisute nelle basiliche e nelle biblioteche delle città di frontiera; più importante per completezza tra tutte quella di San Avilius d'Hatria, Santo della Chiesa di Eixo vissuto a ridosso dell'invasione Apocrita, che con la sua "Historia Universalis" tratteggia una cronologia della specie dalle origini mitologiche fino alla tarda antichità. La Historia Universalis, opera in ventiquattro libri di cui solo sedici giunti fino a noi,  è da circa duemila anni la fonte più autorevole di Storia a cui tutti gli eruditi successivi hanno fatto riferimento sia per lo stile che per i contenuti. San Avilius, nato ad Hatria, una delle più importanti colonie della direttrice nord-ovest ed in epoche recenti capitale del regno d'Agrevia, era di origine Ave, i primi Aviz ad aver intrapreso l'esplorazione delle due direttrici nord in tempi remoti; il santo raccolse ed ordinò le cronache provenienti dai profughi della madrepatria e quelle delle città stato confinanti in fuga dalla furia Apocrita per creare un racconto organico mischiando episodi storici e leggende popolari com'era consuetudine degli antichi autori.

Il Mito della Formazione:
Nonostante fosse un fervente Eixo e i culti legati agli Astri stessero ormai scomparendo, riporta Avilius all'inizio della Historia Universalis il mito classico della formazione di Atmosphaera nella sua versione Agreviana, probabilmente in omaggio alla tradizione letteraria: in principio vi era solo l'Abisso senza fine tana di Azureus (o Lazaward nella tradizione Astrale più antica), il serpente ancestrale; a quel tempo la colossale creatura si cibava delle stelle, figlie del Sole. Il dio decise di affrontare l'essere e dopo una battaglia feroce riuscì a mozzargli la testa: da questa fuoriuscì la materia di cui è composta ogni creatura vivente. Il Sole fece scendere una cortina impenetrabile sull'Abisso e solo il dorso ricurvo di Azureus rimase visibile al di sopra delle nubi. Il dio usò questa materia pregna di energia vitale per plasmare il mondo intessendo le isole tra loro con fili d'aria e legandole agli estremi della volta celeste per evitare che cadessero nel baratro posizionando Terra Preta al centro. Il Sole creò ogni essere vivente, generato dall'energia vitale sottratta al serpente, e ogni giorno ripercorre il dorso di Azureus assicurandosi che non risorga mentre irradia il mondo di luce. Sul Mito della Formazione si sono spese molte parole, specie in tempi recenti: quel che appare subito chiaro è la dualità di Azureus, divinità e demone allo stesso tempo, creatore di vita ma nemico della volta celeste; la vivacità dei molteplici culti legati a questa figura in tempi antichi, di cui l'abbondanza di luoghi sacri dedicati ad esso in epoca classica ne è la prova, spiega la persistenza di talune credenze e tradizioni, tra cui l'importanza del colore Azul/Azur anche nella religione Eixo.

mercoledì 12 febbraio 2014

ATMOSPHAERA: introduzione generale a cura del DM.


Si è fatta aspettare, ma alla fine è qui!
Ecco l'introduzione generale ad ATMOSPHAERA, la prossima campagna attualmente in cantiere la cui ambientazione trae spunto dal Siglo de Oro dell'Impero Spagnolo trasportato in un mondo alieno e mistico dove l'infinito cielo è la patria di tre specie senzienti in lotta tra loro per le isole che come costellazioni fluttuano al di sopra di uno strato perenne di nubi; lasciate dunque che vi guidi alla scoperta di Atmosphaera, un mondo spietato ed avventuroso agli albori della sua epoca di esplorazioni, dove gli intrighi di corte e le guerre sacre si alternano a nobili gesti e imprese meravigliose in terre esotiche.


L'ambientazione:

ATMOSPHAERA si svolgerà sull'omonimo gigante gassoso, del diametro all'incirca cinque volte superiore a quello terrestre; al di sopra dello strato di nubi perenni sono disposte isole e arcipelaghi fluttuanti lungo due immaginarie circonferenze, "anelli" perpendicolari che si incrociano lungo l'equatore a formare due masse continentali di notevoli dimensioni, unici territori abbastanza vasti da contenere degli oceani. 
Questi anelli di terre ospitano tutta la biodiversità presente su Atmosphaera, vere oasi sospese nel cielo, luoghi ameni che affiorano da quel mare di nubi eterne sottostante.
Gli anelli dividono il mondo in quattro "cieli", regioni vaste e per la maggior parte inesplorate che rappresentano la quasi totalità dello strato dove sono situate le terre: mentre le condizioni ottimali per la vita si trovano lungo i due anelli, dove le masse rocciose mantengono un'altitudine e una posizione fisse, nei quattro cieli regna un'apparente instabilità nella quale è pericoloso addentrarsi. Sono i luoghi dove nascono i miti e le leggende, in cui gli avieri narrano di creature divine o mostruose che sfuggono alla comprensione dei mortali. 
A completare questa veloce descrizione generale di Atmosphaera, da ricordare che questo mondo possiede inoltre degli anelli planetari paralleli all'equatore e diversi satelliti naturali.


Le specie:
Tre sono i picchi evolutivi del regno animale su Atmosphaera di cui due classi cugine di vertebrati e una una terza facente parte del phylum Arthropoda. Andremo a conoscere le due specie che condividono in maniera conflittuale lo stesso emisfero.

La specie degli Aviz, appartenente al phylum degli Aves, sarà quella di appartenenza dei personaggi giocanti e la loro civiltà il punto di vista dei giocatori. Uccelli antropomorfi a cui l'evoluzione ha tolto la capacità di volare ma ha fornito una fine intelligenza, gli Aviz hanno rappresentato per un'intera epoca la forma di vita al vertice della regione dell'emisfero di Atmosphaera facente capo al continente di Terra Preta, così chiamato dai geografi contemporanei per il terreno nero che le cronache antiche riportano caratterizzarlo.
Originaria dell'ormai perduta Terra Preta, la civiltà Aviz ha da sempre prediletto il commercio e l'esplorazione fin dalla loro preistoria. Le varie sottospecie ed etnie Aviz, dai piumaggi sgargianti e dalle tradizioni che tradiscono la loro genesi comune, nell'antichità classica formarono diverse città stato nel contiente e colonie migratorie lungo le direttrici degli anelli che si snodano da Terra Prata. Un tempo florida specie, dopo un lungo periodo di decadenza che quasi li estinse, oggi ciò che rimane della loro civiltà vive una nuova epoca d'oro portando avanti lo spirito d'avventura e la curiosità per l'ignoto tipica degli Aviz.

A segnare il declino degli Aviz millenni or sono furono gli Apocriti, gli attuali dominatori di questo emisfero.
Divisi in complesse società gerarchice strutturate in colossali Alveari, questi insetti fondamentalisti e conquistatori basano la loro esistenza su di una religione che coincide con il volere assoluto delle loro Regine in una teocrazia aliena e impenetrabile agli Aviz. Il luogo d'origine degli Apocriti è sconosciuto, ma loro sacra missione è tragicamente nota agli Aviz attraverso le sanguinose guerre che dall'improvvisa comparsa di questi misteriosi esseri li hanno esiliati da Terra Preta ed in passato quasi portati sull'orlo dell'estinzione: fin tanto che ogni lembo di terra non farà parte di un Alveare, questi inarrestabili insetti volanti non avranno pace. Sotto la superficie scintillante delle loro ardite architetture geometriche, gli Apocrifi nascondono una civiltà di una complessità inimmaginabile raggiunta grazie alla loro coscienza collettiva, volta al costante e frenerico perfezionamento dell'Alveare e della specie. 


La storia:
In un'era assimilabile a quella della grandi scoperte geografiche della Terra, la Civiltà Aviz, costretta da tempo immemore ad arretrare di fronte alla piaga rappresentata dagli Alverari Apocriti, si unifica per la prima volta nella sua storia sotto un'unica guida rappresentata da Hesperia, in principio la colonia più remota rispetto a Terra Preta, ora al centro degli ultimi territori della direttrice nord-ovest. E per la prima volta dalle guerre sacre contro l'invasore Apocrita, gli Aviz posseggono lo sviluppo tecnologico necessario per combattere alla pari col nemico. Alla corte dell'Impero Hesperide, tra intrighi e alleanze si formano due correnti di pensiero diametralmente opposte: coloro che sono intenzionati ad intraprendere una nuova guerra contro gli Apocriti per riconquistare i territori da loro occupati ed un giorno poter tornare su Terra Preta e coloro che vogliono spingersi oltre i confini nord-ovest di Hesperia, superando  le isole ghiacciate ed i climi avversi per giungere in nuovi territori inesplorati da colonizzare. La prima vittoria mai conseguita contro gli Apocriti e la successiva riconquista di un arcipelago a sud-est di Hesperia da una parte e lo storico superamento della barriera dei ghiacci perenni verso le terre ignote nell'altro emisfero di Atmosphaera dall'altra innaugurano una nuova Età dell'Oro, grande palcoscenico della nuova campagna. 

Questa non è che una introduzione generale per entrare nello spirito della campagna: ogni singolo aspetto di Atmosphaera sarà analizzato in profondità dai luoghi alle tradizioni, dalla Storia alla tecnologia di un mondo nuovo che aspetta solo di essere esplorato! 
Dunque il primo di una serie di aggiornamenti che andranno ad illuminare le molteplici sfaccettature di ATMOSPHAERA per poter offrire un'esperienza più completa possibile.

Nel frattempo, non mi resta che aspettare del feedback!
Per adesso è quanto, a presto con nuovi aggiornamenti.

Il Vostro DM 

sabato 1 febbraio 2014

ATMOSPHAERA: una nuova campagna in arrivo!


L'annuncio è ufficiale: è in preparazione una nuova campagna per questo 2014!



Buonasera compadres,
è dalla fine di PaxAm II: Atlas Tales che ne stiamo parlando in maniera ufficiosa, direi che possiamo confermarlo definitivamente: voglio organizzare una nuova campagna a cui poterci dedicare, e vorrei che questa prossima avventura partisse prima della fine di questo Inverno, siano gli ultimi giorni di Febbraio o i primi di Marzo.
Come ormai saprete o avrete adesso intuito, quell'esperienza estera mi è saltata e, ritrovandomi - putroppo - senza più un programma per i mesi a venire, parte di questo tempo che mi ritrovo tra le mani vorrei dedicarlo ad una nuova incursione tra i gdr.
Confermando i discorsi fatti a riguardo, dopo l'anno trascorso con le tre avventure che hanno composto Atlas Tales, considero termitata la mia esperienza con lo stile e la filosofia di Pax Americana: abbandoneremo dunque il nostro mondo e la sua età moderna per cimentarci con qualcosa di radicalmente differente.
La nostra prossima meta sarà un genere che non ho mai affrontato in precedenza in veste di DM ma che credo possa regalare diverse soddisfazioni: sto parlando del Fantasy.
Dalla prossima settimana, vi fornirò tutte le informazioni del caso con un'analisi approfondita dell'inedita ambientazione introducendo passo per passo il mondo di ATMOSPHAERA.
A presto con la presentazione dell'ambientazione: abbiate dunque fiducia nel sottoscritto e lasciatevi guidare in questa nuova avventura...

Daniele, il Vostro DM