martedì 24 maggio 2011

Pax Americana: la Torre di Babele.

E finalmente siamo a meno una sessione!

Questo viaggio è stato lungo e tormentato, ma finalmente siamo giunti alla sua fine.
La sessione di questa sera è stata ricca di sorprese e combattuta fino all'ultimo respiro.
Finalmente gli indicibili segreti della Città delle Stelle e del suo creatore si sono rivelati in tutto il loro orrore.
L'Uomo che vuole raggiungere le Stelle è disposto a farlo anche a costo di sacrificare il genere umano.
Tornando alle radici, attraverso la pandemia che ha sterminato quasi completamente il gene umano e ancora più indietro fino all'alba dei tempi,  il sogno dell'Uomo di raggiungere l'Immortalità ha creato un mostro.
Oggi il genere umano deve lottare per purificarsi da quel Peccato Originale. 
E nel mentre le Pecore Nere arrivano in fondo all'abisso per poter rivedere la luce.



Appuntamento al 12 Giugno, un'era sta per finire...



martedì 17 maggio 2011

Pax Americana: l'ultima notte d'Inverno.

Ora che siamo arrivati al finale della campagna, vorrei discuterne un po' con voi, ma prima lasciate che vi chieda scusa un'ultima volta: scusate se la tabella di marcia è in qualche modo saltata.
Vi ringrazio della fiducia che mi avete dimostrato in questi mesi, spero che vi sia tornato indietro almeno parte del mio entusiasmo.
Le due sessioni originariamente previste per il finale diventano tre e la giustificazione è la seguente: amo fare le cose per bene.
Purtroppo, sempre per i problemi che non sto a ripetere ogni volta, siamo in ritardo ma piuttosto che un finale affrettato preferisco aggiungere una sessione supplementare.
Molte idee in questi mesi si sono accumultate per quest'ultimo atto e anche se campagna ha preso una svolta che non potevo minimamente aspettarmi la conclusione merita più che mai di essere memorabile!
Per il gran finale l'azione si è spostata, da New York prima e dalle lande desolate d'America poi, alla Città delle Stelle costruita dal Governatore Cohen.
Le Pecore Nere si sono inoltrate nella tana del lupo per stanare Nathan Cohen, figura tetra e sfuggente dietro il Progetto PEACEMAKER e le sue creazioni in Bianco sempre più aggressive e letali.
Ma qual'è il nesso reale tra l'uomo più ricco del mondo ed i PEACEMAKERS?
Questo è l'ultimo grande mistero rimasto, e Cohen sembra conoscere la Verità sull'intero Progetto.
Nel frattempo, lontano dalla squadra e dalla città utopica di Miami, la guerra non sembra più soltanto uno spauracchio, ma una minaccia reale.
Ma nell'Utopia di Cohen, dietro la sua immagine di perfezione, le sue ampie strade illuminate, i maestosi e futuristici edifici,  la sua tecnologia di derivazione PEACEMAKER, si cela tutto il marcio accumulato in 164 anni di storia americana. 

Benvenuti a Miami 1935, la Città delle Stelle, l'ultima notte d'Inverno è appena cominciata!



domenica 15 maggio 2011

Lo Spettro in Bianco

È arrivato il momento di presentare ufficialmente l'ultimo ritrovato di tecnologia PEACEMAKER: lo Spettro in Bianco.




Arrivati a questo punto della campagna è chiaro che gli Uomini in Bianco, prodotto base del Progetto, siano impiegati da diversi rami della Società delle Nazioni.
Lo Spettro in Bianco è il passo successivo,  non più automa completamente dipendente da ordini umani, ma unità indipendente in grado di elaborare strategie complesse e di comandare a sua volta gli Uomini in Bianco.
Letali e silenziosi, gli Spettri in Bianco sono dotati di riflessi innaturalmente veloci e di organi di senso differenti da quelli umani.
Pur non avendo occhi o sistemi analoghi, pare che possano individuare senza alcun problema le loro vittime, forse grazie ad un complesso sistema radar non troppo diverso da quello dei pipistrelli.
Ma che cosa sono esattamente questi automi che fin dalla prima sessione in una forma o nell'altra sono stati affrontati dalle Pecore Nere?
Dopo averne combattuti diversi, adesso è chiaro che non siano completamente meccanici: sotto le corazze più o meno spesse si nasconde carne e sangue, seppur nero come il petrolio.
Forse la risposta potrebbe venire da quello che sembra ormai chiaro essere un modello speciale tra essi: Lagrange, il supposto PEACEMAKER #4.
Che i peacemaker come li abbiamo sempre immaginati forse non siano mai esistiti non è più solo un'ipotesi remota...

Pax Americana: la Guerra Implicita.

Questa non è mai stata una storia di guerra.

Può sembrare curiosa questa affermazione dato che le Pecore Nere hanno passato tutta la loro carriera a combattere contro il Progetto Peacemaker in giro per l'America.
Eppure per tutta la durata del gdr l'ombra della guerra tra la Società delle Nazioni ed il Dai Nippon Teikoku è rimasta sul di uno sfondo distante, come separato dalla realtà concreta dei nostri antieroi.
Certo, alcuni di loro provengono dall'Impero ma rimane un dato a livello di background seppellito dal presente.
Nè tra tutti i personaggi c'è  n'è stato uno asiatico: persino Kyo e O'Leary che pur avevano un ruolo nel grande Impero erano in qualche modo "figli adottivi" del Giappone. 
Forse, in un gdr di maggior lunghezza, si sarebbe giunti prima o poi allo scontro diretto con il Dai Nippon Teikoku, ma queste sono solo supposizioni.
Una cosa è certa invece:

Il nemico in Pax Americana è interno, non esterno.

Il Governo Centrale, potere supremo dell'Occidente e imperatore senza volto, è stato senza dubbio l'antagonista principale nelle sue varie incarnazioni: la CIA e le Forze Armate Unificate.
Ma la vera minaccia si cela dietro alle luci di New York Capital, nel profondo della Pax Americana stessa.
Forse anche la Verità si trova su uno sfondo differente ed irraggiungibile.
D'altronde cosa non viene mostrato in questo gdr assume molto più valore di ciò che viene mostrato. 
Ma allora, se non è una storia di guerra, qual'è il tema di Pax Americana?
Mi piace pensare che ognuno di voi abbia trovato un significato personale, quanto al sottoscritto, credo che ci siano diversi temi interessanti all'interno di Pax Americana.
Ma di questo parlerò a gdr terminato!



sabato 14 maggio 2011

Pax Americana: la cronologia delle sessioni.

Meno due alla conclusione della campagna!


Ecco la sinossi della terz'ultima sessione che conclude il mini arco narrativo della fuga , le ultime due puntate saranno occupate interamente dalla resa dei conti finale. 
Dato che sono gli ultimi riassunti, mi prendo la libertà di dilungarmi un pochettino nei dettagli:


13 # Issue: THE LAST JOURNEY [29.01.1940]


Baia del Delaware, il limite sud del New Jersey.
Dopo essersi paracadutata in mare, la squadra lotta contro la forte corrente per arrivare alla riva sabbiosa che si intravede lontano.
Bagrat, rimasto impigliato tra le funi, viene salvato dall'annegamento da Rodney Washington, soldato afroamericano della loro scorta a cui avevevano fornito un paracadute risparmiandolo.
Giunti faticosamente a riva, i tre familiarizzano con Rodney la cui filosofia di vita vagamente antigovernativa lo porta a guardare con indifferenza i possibili assassini del presidente.
Il soldato decide di unirsi al gruppo nella ricerca di segni di civiltà.
Dopo aver marciato in mezzo alle dune erbose mentre dalla baia cupi tuoni rimbombano forse provocati da un bombardamento, il gruppo giunge in un paesino disabitato fin dalla pandemia.
Comincia l'esplorazione tra i vari ruderi alla ricerca di qualsiasi cosa possa tornale utile: dopo aver scovato in un capannone un furgone degli anni '10 miracolosamente funzionante nonostante versi in condizioni pessime, caricano il ciarpame raccolto e con la poca benzina accumulata puntano verso nord.
Una sensazione familiare pervade Ryan mentre nel cielo che preannuncia tempesta qualcosa che si muove ad una velocità notevole si avvicina alla loro posizione.
Si tratta del WASP, un veivolo argenteo simile ad un insetto alato grande quanto un'autopompa dei vigili del fuoco discendente dall'Icarus.
Il WASP punta su di loro colpendo in pieno il furgone per poi ribaltarsi nell'impatto dimenandosi come se fosse un essere vivente.
Il gruppo, gettatosi poco prima dell'urto sull'asfalto, si avvicina per esaminare il veivolo trovando sul suo ventre un portellone.
Appena Ryan forza il portellone, una figura spettrale schizza fuori dal velivolo cercando di trafiggere il giovane con due lunghe lame attaccate alle sue braccia. 
È lo Spettro in Bianco, letale evoluzione degli Uomini in bianco.
Bagrat, tornato di corsa al furgone, improvvisa una molotov con la benzina rimasta.
Armato solo di un coltello, Alexander si lancia all'attacco del nemico dando il tempo a Ryan di entrare nell'abitacolo del WASP.
Il professore e Rodney tentano di girare il velivolo verso lo Spettro ma l'impresa si rivela ardua a causa della mole dell'insetto meccanico. 
Nel frattempo Bride messo alle strette dallo Spettro riesce ad affondare il coltello nel ginocchio dell'essere venendo a sua volta trafitto dalla sua grande lama ad un braccio.
Il muso del WASP punta proprio contro lo spettro, ma Alexander è in mezzo alla traiettoria.
Ma Bride, convinto di morire, viene salvato dall'improvvisazione di Rodney che attira l'attenzione dello Spettro che si getta verso di lui.
È il momento di agire: mentre Ryan cerca disperatamente all'interno del WASP un qualsiasi armamento, Bagrat lancia la moltov addosso allo spettro che viene avvolto dalle fiamme.
E mentre l'essere si dimena bruciando, Ryan fuoriesce dall'abitacolo con la mitragliatrice a nastro incorporata nel veivolo aprendo il fuoco sullo Spettro riducendolo quasi a brandelli.
Benchè allo stremo, i nostri antieroi non possono permettersi di fermarsi, l'ultimo viaggio delle Pecore Nere non è ancora concluso. 




domenica 8 maggio 2011

I due volti di Ryan Shaw.

Ho deciso di donare un nuovo aspetto a Ryan cercando di farlo combaciare maggiormente con la sua personalità combattiva.
Non ho alterato completamente i suoi tratti, ho in parte tenuto conto del ritratto precedente che comunque poteva essere valido.
Si potrebbe dire che il cambiamento d'aspetto riflette il fatto che esistono due Ryan di cui uno di essi appartiene irrimediabilmente al passato.
Ora che il Presidente  Roosevelt è morto, molto probabilmente non sapremo mai chi era veramente il capitano Ryan Shaw dell'Aviazione Unificata: forse una persona completamente differente, forse non così diverso dal Ryan odierno.




Ryan Shaw [1940]




Ryan Shaw [1926]

venerdì 6 maggio 2011

Anche nel 1940 c'era il derby...

Mi viene in mente adesso: questa domenica c'è il derby!
Lo dico perchè immagino che Luigi non sarà disponibile per la sessione...
Mi sembra giusto, mi sa che rimandiamo, magari a lunedì, vi contatto presto.
Come immagine, dato che sono genoano (non che sia questo grande tifoso) la squadra del '39-40:




Curiosità: nel 1940 si disputò un derby genovese in serie A ma, cosa che non sapevo, non si disputò come avrei facilmente immaginato tra la Sampdoria ed il Genoa ma tra i Rossoblù e l' AC Liguria.
La suddetta squadra infatti, che non conoscevo affatto date le mie lacune evidenti in campo calcistico, ebbe vita molto breve proprio dalla fine degli anni trenta al 1945.
Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.

giovedì 5 maggio 2011

Pax Americana: la cronologia delle sessioni.

Ecco la sinossi  dell'Issue di raccordo tra l'Operazione OZ e il trittico di sessioni che comporranno il finale di Pax Americana.
Curiosità: il titolo della sessione ricalca la prima pagina del Daily Mirror pubblicata alla morte del Presidente Roosevelt.






#12.5 Issue F.D.R. DEAD [29.01.1940]

23 Gennaio, Little White House, Georgia.
Il tempo dell'Operazione OZ è finito: Rossevelt, dopo aver consegnato una valigetta ad un fidato collaboratore, rimane solo.
E mentre giunge da lontanto colui che porrà fine alla sua vita, il Paziente Zero che negli anni è divenuto la sua ossessione, si accorge che forse tutto quello che aveva sempre creduto è un'illusione.
29 Gennaio, Portaerei ammiraglia della Marina Unificata W. Willson.
I tre condannati a morte vengono condotti sull'enorme ponte dove li attende un B-29 pronto a trasportarli nell'ex Washington DC dove verranno impiccati in mondovisione nel patibolo che sorge sulle rovine della Casa Bianca.
Lagrange, dopo averli scherniti e frantumato la katana di Bride, li fa caricare dagli Uomini in Bianco nella stiva del bombardiere.
Mentre i motori si scaldano, le tre Pecore Nere rimaste in vita ricevono una visita inaspettata: il senatore Nathan Cohen.
L'uomo è venuto a ringraziare la squadra: senza il loro prezioso aiuto non sarebbe riuscito ad avvicinarsi così tanto a Roosevelt.
I suoi cupi discorsi sui Peacemakers e Ryan sembrano deliranti, ma la verità comincia a mostrarsi in tutto il suo cinismo e forse il Progetto Peacemaker con la sua inumana pianificazione del destino umano non è mai esistito se non nelle paure e aspirazioni di Roosevelt e della Società delle Nazioni. 
Quale che sia la realtà dei fatti poco importa, Cohen si congeda e qualche minuto dopo il B-29 si alza in volo.
Ma i tre antieroi di certo non intendono accettare quieti di essere impiccati tantomeno per un crimine che non hanno commesso.
Coordinati da Ryan riescono a smuovere le barre a cui sono ammanettati e prima che gli Uomini in Bianco si risveglino dal loro stand by il giovane Peacemaker apre il portello della stiva pressurizzata facendoli risucchiare fuori. 
I tre fanno appena a tempo a sopraffare l'equipaggio umano del bombardiere che caccia di scorta cominciano a bersagliare con scariche di mitragliatore il bombardiere.
Bersaglio fin troppo facile, nonostante Bride riesca aprendo un paracadute ad eliminare un caccia in coda, il B-29 viene colpito ad un motore che subito dopo si incendia.
Ryan con una manovra riesce a far in modo che il bombardiere in avaria trascini con sè i due inseguitori pochi istanti prima di paracadutarsi assieme ai compagni nelle gelide acque dell'Atlantico.
Poi, più nulla.
  


lunedì 2 maggio 2011

Sulla Issue #12.5 e sulla fine della campagna.

Sessione di transizione quella di ieri sera.
In questi mesi qualche ritardo è naturale che si sia accumulato, che siano stati problemi tecnici o assenze dei giocatori e del DM poco importa, la nostra storia avendo un numero prestabilito di sessioni, ovvero quindici, in qualche modo avrebbe necessitato di più tempo per svolgersi.
Non hanno giovato i cambi in corsa di giocatori che in un gdr addirittura triennale come quello precedente non influivano più di tanto ma che qui hanno portato ad abbreviare il gdr di un buon 60%.
Ho cercato di prendere il meglio da quel 60% di idee e trama già ideate per adattarle all'attuale lunghezza.
E se in certi punti è innegabile che si senta una certa velocità nello svolgersi di certe azioni anche importanti credo che il risultato sia comunque soddisfacente fino adesso.
La  (non a caso) Issue #12.5 comincia il raccordo tra l'arco narrativo della missione OZ e le ultime tre puntate mostrando la rocambolesca fuga a bordo di un bombardiere B-29 delle tre Pecore Nere verso una libertà incerta terminando di netto e lasciando in sospeso le sorti dei nostri antieroi.
E quello 0.5 che rimane prima della Issue #13?
Vedrò di integrarlo in parte come prologo la prossima volta, in parte come materiale supplementare qui sul blog mentre in settimana posterò il riassunto della Issue #12.5.
La campagna di PAX AMERICANA si concluderà entro il 22 maggio, saranno tre settimane intense!



Vecchie conoscenze e nuove nemesi vi attendono!

domenica 1 maggio 2011

Pax Americana: piccoli uomini e grandi ideali.

Franklin D. Roosevelt è morto, la missione è fallita, la squadra è stata smembrata.

Che senso ha continuare a combattere?

A tre sessioni (emmezza) dalla fine questo è l'interrogativo più importante di tutti.
Ma forse ci sono ideali che sopravvivono ai singoli individui, un' "eredità" di Roosevelt che vive nonostante tutto in quei cari antieroi che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi...
Dopo una pausa di tre settimane il gdr domani ricomincia per tutto il mese di maggio fino al suo sorprendente epilogo.
Ho preparato questi tre capitoli finali con una cura certosina cercando di valorizzare le parti che maggiormente sono piaciute alla squadra nella speranza di renderli all'altezza delle aspettative dei giocatori.
Chi è saggio impara dai propri errori e, al contrario dello scorso gdr col suo controverso anticlimax finale, questa volta la conclusione sarà un crescendo di colpi di scena che credo proprio che stupiranno i nostri tre protagonisti.
Non mi resta che dire:

Bentornati nel freddo inverno del 1940!

Daniele